31 luglio 2010

CASO MANUTENCOOP: LA CGIL CHIEDE PRESA DI POSIZIONE ALLA COOP ADRIATICA

Continua la polemica sindacale contro la società che gestisce l'appalto di pulizie al centro commerciale Porto Grande


SAN BENEDETTO DEL TRONTODopo che il tribunale di Ascoli ha dato ragione alle tre lavoratrici della Manutencoop che rifiutavano il trasferimento a L’Aquila, la Cgil e la Cisl chiedono una presa di posizione chiara anche alla Coop Adriatica. La Manutencoop, infatti, è impegnata nell’appalto di pulizia presso l’Ipercoop Porto Grande di San Benedetto.

Afferma Alessandro Pompei della Filcams Cgil. «Il Tribunale di Ascoli Piceno nella persona del Giudice del Lavoro Emilio Pocci ha reputato la condotta della Manutencoop Facility Management Spa antisindacale ed idonea a limitare la libertà sindacale sia violando il diritto attribuito al sindacato sia violando le posizioni soggettive. Noi e la Cisl abbiamo chiesto a Coop Adriatica una presa di posizione pubblica sulla vicenda e l’azienda si è limitata ad affermare semplicemente che sono le sedi opportune quelle deputate a dirimere la controversia. Ci sembra un atteggiamento volto ad eludere quelle che sono le responsabilità solidali di Coop Adriatica nell’appalto in oggetto».

L’esponente Cgil aggiunge poi: «La Manutencoop Facility Management Spa inoltre ha rincarato la dose attraverso una disdetta unilaterale dell’accordo di cambio di appalto adducendo come motivazione che “..il provvedimento è gravatorio e che l’accordo di cambio di appalto in questione vincoli in modo perpetuo l’azienda a tenere fermi per tutti gli addetti orario e sede di lavoro a prescindere da ogni necessità organizzativa sopravvenuta…”.

Così facendo la Manutencoop – afferma Pompei – intende, in un certo qual modo, sconfessare la vera natura dei trasferimenti e si colloca al di fuori del Contratto collettivo di settore che con l’articolo 4 disciplina i cambi di appalto nei servizi di pulizia. Di fronte a ciò Coop Adriatica non può, come ha fatto finora, girare la testa dall’altra parte. Ci aspettiamo qualcosa di più di un attestato di riconoscenza circa l’operato della Giustizia, che non fa mai male, ma che arrivati a questo punto non è più sufficiente».

30 luglio 2010

RIVIERA oggi

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