29 giugno 2010

SINDACATI COLPITI DAL FUOCO AMICO. SCAMBIO DI ACCUSE TRA CGIL E COOPERATIVE ROSSE

Da un'inchiesta del settimanale Il Nuovo di Parma, in edicola tutti i giovedì. Nell'occhio del ciclone è finita l'Italcarni di Carpi, che fa parte del gruppo Unibon; due stabilimenti a Langhirano messi in vendita. Critiche anche alla Proges arrivano dal piacentino.

A Pomigliano la Fiat sta riscrivendo lo Statuto dei Lavoratori. L’Unità parla di eliminazione del sindacato. Il ministro Tremonti punta alle modifiche della Costituzione per liberare le aziende dai troppi lacci e lacciuli che le soffocano (ruolo sociale dell’impresa) mentre il collega Sacconi piazza il nuovo testo sulle relazioni sindacali dopo quarant’anni dalla prima stesura. Colpa dell’assenteismo, delle inefficenze e della partita dell’Italia, morale Sergio Marchionne vuole che i 4500 dipendenti dello stabilimento campano diventino più flessibili e più produttivi. Come i polacchi che sfornano una Panda ogni 35 secondi. E vengono pagati 570 euro al mese.

Anche a Parma si stanno riscrivendo le relazioni sindacali, ma sono le cooperative a tracciare il segno in uno scontro tutto interno alla Casa del popolo che fa scricchiolare le fondamenta. Il primo, deciso, scrollone arriva dalla Flai Cgil che spara con grinta su Italcarni, colosso della macellazione, che vive in quel di Carpi. Controllata da una coopertiva rossa per tradizione, storia, vanto come Unibon. In una terra dove i neonati nascevano già con il pugno chiuso.

Ma il consorzio degli allevatori di suini mostra piedi d’argilla di fronte all’instabilità del mercato e annuncia, a brutto muso, la volontà di licenziare 43 dipendenti su 168 per sostituirli con lavoratori esterni. Motivazione fornita secondo copione: migliorare la qualità e l’efficienza dell’azienda.

Alla Flai Cgil non sventolano bandiere rosse, ma attaccano il presidente Gianni Mozzoni. Anche da Parma. Innazittutto perché Mozzoni ha la ventura, a Parma, di esserci nato, quindi perché è stato presidente dell’Istituto Parma Qualità difendendo, dal pulpito di quella carica, la filiera del prosciutto di Parma. “Lo abbiamo sempre ritenuto nostro alleato nella lotta contro le degenerazioni del mercato del lavoro nella macellazione nei prosciuttifici, non capiamo con quali intenti si facciano oggi tale scelte che rischiano di danneggiare tutto il settore”, scrivono in un comunicato. «Perché una cooperativa è un’azienda che deve stare sul mercato come tutte le altre», la lapidaria risposta del diretto interessato che aggiunge come Italcarni, per starci al meglio deve sottoporsi ad una cura dimagrante, che passa anche da una riduzione dei dipendenti. «Non c’è alternativa». Ma la Flai di Parma non accetta che il dio mercato regni sovrano e lancia la stilettata al cuore. “Si predica l’eticità della cooperazione e poi ci si comporta come i peggiori padroni attaccando i diritti dei lavoratori”.

La questione con Unibon è in sospeso anche in quel di Langhirano dove la coopertiva modenese possiede due salumifici (Ital Investimenti e F.lli Parmigiani in via Guerci) che ha già deciso di cedere al miglior acquirente senza guardare troppo per il sottile al contratto dei lavoratori. Nell’ambiente circola infatti il nome del salumificio friulano Principe di San Daniele, lo stesso che ha già mosso i primi ruomorosi passi nel salumificio Carretta, bollato di aver proposto “contratti capestro” agli operai.
Ma Italcarni non è l’unica coop rossa a deludere le aspettative dei sindacati sinistrorsi. Anche la coopertiva sociale parmigiana Proges, assai stinta nei colori ma molto attiva nel comune di Parma, si è beccata dure critiche dalle RdB (sindacati di base) escluse dai tavoli delle trattative. Immediata la denuncia per comportamento antisindacale mossa alla Proges alla quale si aggiunge l’accusa per il mancato rispetto dell’orario di lavoro a Borgonovo Val Tidone e nei nidi di Parma. Condizioni di lavoro pesanti su turni di 8, 9 giorni consecutivi. Bandita ogni vita privata, affermano i sindacati.
A dire il vero il presidente di Proges, Antonio Costantino, ha abbandonato da tempo i panni del compagno. Convertito a migliori frequentazioni mantiene comunque il piede in Legacoop anche se oggi gira in Suv scorrozzando il sindaco Vignali (insieme all’inagurazione dell’abbagliante quartiere Parmacotto a Malandriano) che è suo socio in Parminfanzia, la società mista pubblico-privato che gestirà alcuni servizi all’infanzia già esistenti e le strutture di nuova costruzione per altri 23 anni. Senza più gare avendo vinto la prima, quella per essere ammesso alla corte del pubblico.

28 giugno 2010

Valentina Zanelli

ParmaOggi.it



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