22 aprile 2010

COOP LIGURIA PERDE LA CAUSA CONTRO "FALCE E CARRELLO"




Secondo il tribunale civile di Milano, il libro del patron di Esselunga non diffama Coop Liguria








Il libro “Falce e Carrello”, scritto dal patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, non diffama Coop Liguria e il suo ex presidente, Bruno Cordazzo: è quanto emerge da una sentenza del tribunale Civile di Milano sulla causa milionaria intentata dal braccio ligure del colosso della distribuzione sulla presunta natura diffamatoria del volume, pubblicato nel 2007.

Secondo il giudice, «una valutazione complessiva della parte centrale del libro interessata alla posizione della Coop Liguria non evidenzia alcuna dolosa o colposa alterazione dei fatti storici riportati e le valutazioni critiche espresse, se pur negative, non si traducono in un attacco gratuito all’immagine della Coop e della persona fisica del Cordazzo».

Coop Liguria e Bruno Cordazzo avevano chiesto al Tribunale di ordinare il ritiro del libro dal commercio e la distruzione di tutte le copie già distribuite e di condannare Caprotti ed Esselunga al risarcimento dei danni per oltre 30 milioni di euro. Tutte le richieste sono state rigettate, in particolare quelle dell’ex presidente, che si riteneva diffamato anche a livello personale per un episodio narrato in Falce e Carrello.

Il Tribunale ha solo riconosciuto alla società la somma di 50.000 euro, sul presupposto che Caprotti, in quanto imprenditore patron di Esselunga, non potrebbe muovere critiche ai propri concorrenti. Esclusa invece la natura pubblicitaria del libro e l’idea che il volume abbia causato qualche danno economico a Coop Liguria. Anche i coautori di Falce e Carrello, Geminello Alvi e Stefano Filippi, e la casa editrice Marsilio sono stati scagionati da tutte le accuse.

In un capitolo del volume, tutto dedicato a criticare il sistema di agevolazioni fiscali e a denunciare gli appoggi politici delle Coop, Caprotti racconta dell’acquisto nel 1984 di un immobile in Valpolcevera a Genova per costruire un supermercato, ceduto nel 1989 per gli ostacoli posti dal Comune all’apertura del punto vendita, che venne poi inaugurato l’anno successivo con insegna Coop. La sentenza del Tribunale di Milano è la prima su una serie di cause intentata dalle Coop ad Esselunga dopo l’uscita di Falce e Carrello, che aveva sollevato un vespaio di polemiche nel 2007. Diffamate dal libro si sono sentite Coop Estense e Coop Adriatica e una causa è stata intentata anche da Coop Italia.

21 aprile 2010

IL SECOLO XIX.it

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