La camera ha approvato gli articoli del collegato sul lavoro
Passa l'emendamento di Cesare Damiano (PD) a causa delle assenze nella maggioranza
La Camera ha approvato tutti gli articoli del disegno di legge collegato sul lavoro rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica. L'ultimo dei 50 articoli a essere votato è stato il 31 (conciliazione e arbitrato), a lungo accantonato dopo che Governo e maggioranza sono stati battuti a causa di un centinaio di assenze (95 nel solo Pdl, di cui una cinquantina ingiustificate, comprese quelle di alcuni finiani) quando l'Aula ha approvato un emendamento del Pd.
Secondo esponenti della maggioranza la modifica può "scardinare" la norma, e anche secondo lo stesso presentatore del testo, Cesare Damiano, la modifica assesta un "serio colpo" all'impianto del provvedimento, garantendo piena libertà di scelta ai lavoratori. Il relatore, Giuliano Cazzola, ha invece affermato prima della ripresa dell'esame che la modifica non inficia i contenuti del Ddl. In sostanza, secondo la modifica proposta da Cesare Damiano, laddove si affermava a proposito delle clausole compromissorie che "le commissioni di certificazione accertano la effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le controversie che dovessero insorgere in relazione al rapporto di lavoro", il testo dell'emendamento prevede che la norma riguardi le controversie "insorte", non quelle che "dovessero insorgere", quindi quelle già in atto, non quelle ancora a venire.
Secondo il ministro del Welfare, Sacconi, l'emendamento del Pd, ancorché espressione di una colpevole assenza di moltissimi parlamentari di maggioranza, «non ha fortunatamente modificato la normativa attuativa dell'articolo 808 del Codice di procedura civile, come definita dallo stesso collegato, in materia di clausole compromissorie, con le quali le parti possono devolvere ad arbitri le controversie nascenti dal contratto». Restano «ovviamente, così come già stabiliti, i limiti entro cui le clausole possono essere sottoscritte, ovvero dopo il periodo di prova e senza riferimento» al licenziamento. «Confido - ha aggiunto il ministro - che questo voto ininfluente possa tuttavia avere il merito di sollecitare la presenza dei parlamentari per tutto il futuro iter del provvedimento».
Sono state inoltre approvate altre due modifiche rispetto al testo della Commissione, entrambe col parere favorevole di relatore e Governo. Una rende più chiaro il divieto di sottoscrivere clausole compromissorie prima della conclusione del periodo di prova o, in sua assenza, di trenta giorni dall'assunzione. La seconda fa salva la possibilità di integrare sulla base di successivi accordi sindacali l'eventuale decreto del ministro del Lavoro che intervenga in surroga in mancanza di accordi interconfederali o contratti collettivi di lavoro che definiscano modalità e contenuti delle clausole compromissorie. Il 31 é l'articolo su cui più si sono appuntate le osservazioni del Capo dello Stato.
Sulla base delle indicazioni contenute nel messaggio di rinvio del provvedimento al Parlamento, la commissione Lavoro lo ha rivisto in vari punti. Come ha ricordato il relatore, Giuliano Cazzola (Pdl) le modifiche all'articolo 31 apportate dalla Commissione (quindi prima della battuta d'arresto in Aula) prevedono che nell'arbitrato di equità si dovrà tener conto, oltre che dei principi generali dell'ordinamento, anche dei principi regolatori della materia (derivanti anche da obblighi comunitari). In caso di impugnazione del lodo arbitrale la competenza sarà, in unico grado, del Tribunale in funzione di giudice del lavoro. Oltre a non poter essere pattuita prima della conclusione del periodo di prova, la clausola compromissoria non potrà inoltre riguardare i licenziamenti.
In base a un'altra modifica, davanti alle commissioni di certificazione le parti potranno farsi assistere da un legale di fiducia o da un rappresentante dell'organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato. Quanto al potere di surroga del ministro del Lavoro, é previsto che, in assenza di accordi interconfederali o contratti collettivi che definiscano la pattuizione di clausole compromissorie, dopo un anno dall'entrata in vigore della legge il Ministro convocherà le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative, per promuovere un'intesa. Se l'accordo non sarà raggiunto nei successivi sei mesi, il Ministro con un suo decreto individuerà, in via sperimentale e tenuto conto di quanto emerso dal confronto tra le parti sociali, le modalità di attuazione della nuova disciplina.
28 aprile 2010
Il Sole 24 Ore - Radiocor
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