11 aprile 2010

QUELLO CHE I SOCI NON CAPISCONO SULLA TASSAZIONE DEL PRESTITO SOCIALE



Molti soci pensano che l'attuale tassazione sui loro libretti sia penalizzante rispetto ad altri investimenti

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Ma non è vero, anzi ...



Prendiamo dall'Informatore Coop di aprile, una lettera di un socio che sostiene contro ogni logica, che la tassazione sulle Coop per quanto riguarda il prestito sociale, sia stata ingiustamente innalzata a differenza di altre rendite. Ne pubblichiamo il passaggio saliente:

[...] Mi ha sorpreso come sia diffusa la falsa credenza che le Coop “rosse” (ci sono anche bianche e nere se si vuole fare la panoramica completa dei colori) siano sempre le favorite dal punto di vista fiscale e che si lamentano quando devono pagare un po’ di tasse. Ciò non corrisponde più alla realtà. Da quando è diventato ministro l’onorevole Tremonti, è iniziata una persecuzione delle cooperative con la tassazione degli utili a riserva ed in ultimo la detrazione dal 12,5 al 20% solo sul rendimento del risparmio in cooperativa, salvaguardando tutte le altre rendite finanziarie. [...]

I dati sulla clientela Coop rilevano un livello di fidelizzazione molto alto. Se prendiamo le vendite ai soci delle 9 grandi Coop di cunsumo, vediamo che nel peggiore dei casi (Coop Liguria) il 68% dei clienti è anche socio Coop. Il top lo raggiungono Coop Centro Italia ed Unicoop Firenze con l'80% della clientela che ha anche la tessera di socio.

E' evidente che c'è molta fiducia nel marchio Coop. Questo spiega anche la grande generosità dei soci nel prestito sociale, come si può evincere dai bilanci 2008:

DISTETTO DEL NORD-OVEST
Coop Liguria ------- 698.388.000 euro
Coop Lombardia - 1.045.150.120 euro
NovaCoop ---------- 642.302.463 euro

DISTRETTO ADRIATICO
Coop Adriatica --- 1.808.000.000
euro
Coop Estense ------- 816.068.000 euro
Coop Nordest ----- 1.442.486.000 euro

DISTRETTO TIRRENICO
Unicoop Firenze -- 2.686.810.736
euro
Unicoop Tirreno -- 1.356.866.000 euro
Coop Centro Italia -- 732.077.000 euro

TOTALE ---------- 11.228.148.319
euro

Dunque sono oltre 11 miliardi di euro la massa di denaro raccolta dalle 9 grandi Coop e depositata sui libretti a fine 2008. Su questi risparmi i soci hanno pagato, fino a pochi mesi fa, il 12,50% di ritenuta fiscale (recentemente portata al 20%), come se questa rendita derivasse da un titolo di stato, da un'obbligazione privata o da una plusvalenza azionaria.

Aggiungiamo anche il fatto che neanche una Coop ha il giudizio di nessuna delle agenzie di rating, a differenza di chi emette obbligazioni, quindi non è chiaro il loro livello di solvibilità né se e quanto l'investimento sia rischioso. A proposito di rischio, facciamo notare che, rispetto ad un'emissione obbligazionaria, le Coop non forniscono nessun prospetto informativo. Questo proprio perché non sono obbligazioni, quindi perché pretendere una ritenuta del 12,50% ?

Per quanto riguarda tutte le altre garanzie informative che le obbligazioni offrono (rating, prospetto) qui si va sulla fiducia del socio verso la Coop, punto. In questo senso si capisce anche la reazione da tifoso della lettera pubblicata, ma come tutti i tifosi vede le cose in modo molto parziale. Cerchiamo di chiarire brevemente perché.

Il prestito sociale non è equiparabile, come detto, alle rendite con tassazione del 12,50%, anzi, possiamo dire che il termine di paragone più appropiato è quello con i conti correnti bancari.
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Ad onor del vero, il libretto dei soci prestatori assomiglia molto di più ad un normale conto corrente bancario che ad un'obbligazione e come sappiamo, i conti correnti bancari hanno una tassazione del 27%.

Il socio quindi, non si lamenti, non ne ha alcun motivo e approfitti di una legislazione che addirittura lo favorisce.
L'investimento sul libretto Coop gode ancora di uno sconto rispetto al conto corrente.
Di questi tempi...
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1 commento:

Anonimo ha detto...

23 Marzo 2010
Un calvario che ha avuto fine oggi al Tribunale di Abbiategrasso.
Cassiera accusata di furto di merce per 20 euro: assolta dopo sette anni.
Abbiategrasso - Una vicenda che ha dell'incredibile,durata la bellezza di sette anni. Una donna era stata licenziata dall'Esselunga di Abbiategrasso e denunciata per furto dalla catena di grande distrubuzione, dove lavorava come cassiera.

Oggi invece Patrizia L., classe 1957,i è stata assolta dal giudice Maria Carla Rossi perché il fatto non costituisce reato. I fatti risalgono al 2003. La donna al termine di una giornata di lavoro aveva preso dagli scaffali merce per 20 euro e poi aveva lasciato il sacchetto sul fondo della prima cassa, dove aveva espletato il turno, senza battere lo scontrino, cosa che aveva intenzione di fare ma che probabilmente non aveva fatto per dimenticanza.

La signora era appena rientrata da un lungo periodo di malattia, circa 2 mesi e mezzo, a causa di un esaurimento a seguito
dalla separazione dal marito, un ispettore di polizia, che l'aveva lasciata. Finito il turno, la donna era salita a cambiarsi e si era attardata a parlare con una collega proprio dei suoi problemi. Appena scesa aveva preso il sacchetto e stava per tornare a casa quando è stata fermata da una vigilantes che poi aveva fatto rapporto al direttore. Da qui il licenziamento e la denuncia.

Oggi il giudice in fase di interrogatorio del direttore della filiale di Abbiategrasso, Paolo P., ha chiesto perché prima di denunciare la cassiera non le avessero chiesto spiegazioni ("dato che lei non era una cliente ma una vostra dipendente") e se avessero avuto già sospetti di un suo precedente comportamento non corretto o comunque che facesse venir meno la fiducia da parte dell'azienda. Il direttore ha detto di non aver chiesto spiegazioni e di non aver mai notato comportamenti simili, contraddicendo la testimonianza della vigilantes, che aveva detto di aver tenuto d'occhio la cassiera dopo segnalazioni da parte della direzione.

Durante l'arringa, l'avvocato Alessandra Silvestri ha detto che "il vero motivo per cui la signora è stata licenziata è perchè era stata a casa due mesi e mezzo per esaurimento, come da documenti psichiatrici e quindi era più di peso che di beneficio rispetto alle proprie mansioni". Il giudice ha assolto la donna perché il fatto non costituisce reato. "Valuteremo come interpretare le dichiarazioni della vigilantes" ha detto l'avvocato Silvestri al termine del processo.
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