24 marzo 2011

LA GRANDE FUSIONE TRA LE COOP DEL NORD APPARE PIU' COMPLICATA

Nonostante le intenzioni di Dalle Rive, il progetto di fusione delle tre grandi Coop della distribuzione del nord Italia pare subire dubbi e rallentamenti

Intanto si vuol vedere i conti delle Coop coinvolte e simulare gli effetti dell'eventuale fusione

Novacoop decide per un nuovo magazzino nelle sue zone


FUSIONE FREDDA?


Del
progetto di fusione delle 3 grandi Coop della distribuzione del distretto Nord-Ovest (Piemonte, Liguria e Lombardia) si parla dal luglio scorso, da quando il presidente di Novacoop (Piemonte) nonché presidente del consiglio di sorveglianza di Coop Italia, Ernesto Dalle Rive aveva dichiarato che era nata l'idea di «valutare la possibilità di una vera e propria fusione» dopo che le tre Coop avevano già integrato attività di logistica, i servizi informativi e gli acquisti attraverso il ConsorzioNord-Ovest.

Dall'entusiasmo di allora siamo passati ad un certo raffreddamento. Dalle Rive continua a rilanciare il progetto e intanto la sua Novacoop investe in un enorme centro logistico (130mila metri quadri) e centro direzionale presso Vercelli, che sostituirà quelli storici di Leinì e Galliate e sposterà il baricentro logistico-direzionale, in caso di fusione, in Piemonte.

Intanto si vuol veder chiaro nei conti. A dicembre i cda delle tre coop hanno approvato un documento comune che prevede di assegnare ad un
advisor - in corsa ci sono Unipol (e ti pareva) e Deloitte - il compito di comparare gli ultimi tre bilanci degli aspiranti partner, simulare la fusione e calcolare i benefici delle sinergie.
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Quindi l'operazione partita in pompa magna è subordinata ad elementi tecnico-contabili assai vincolanti, come fa bene intendere un meno entusiasta Francesco Berardini, presidente di Coop Liguria: «solo se il soggetto unico si rivelerà più efficiente andremo avanti, trovando una formalizzazione adeguata».


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NOVACOOP SPOSTA IL BARICENTRO


Una sola sede anziché due, con il baricentro non a caso verso la Lombardia. Se è vero che la crisi impone più di pensare al futuro che al presente, non può certo dirsi casuale la scelta di Novacoop di aprire a Vercelli - a due passi dal casello di Vercelli Ovest - il suo nuovo quartier generale, dove avrà sede non solo il polo logistico del gruppo, come previsto in partenza, ma anche il nuovo centro direzionale.
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Per il gruppo, che nel 2009 ha superato la soglia critica del miliardo di fatturato e l'anno scorso ha visto crescere ancora i suoi volumi senza il contributo di nuovi punti vendita, si tratta di un passaggio fondamentale, «premessa importante per la fase di nuovo sviluppo che intendiamo imboccare già a partire da quest'anno», come dice il Presidente, Ernesto Dalle Rive.
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Si, perché se da un lato il nuovo quartier generale consentirà ulteriori margini di efficienza alla cooperativa in vista delle prossime aperture in calendario (almeno un negozio all'anno dal 2011 in poi), dall'altro rafforzerà la società nel caso in cui dovesse andare in porto la fusione, parziale o totale, con Coop Liguria e Coop Lombardia, un progetto che potrebbe dar vita alla più grande cooperativa di consumo in Italia, con 153 punti vendita e 11.700 addetti nelle tre regioni.
«In effetti abbiamo scelto un baricentro funzionale a un eventuale rafforzamento delle sinergie con le altre cooperative», commenta Dalle Rive. In pratica, nel caso di unificazione, il complesso vercellese diventerebbe a sede centrale della maxi cooperativa.
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Il polo in costruzione
Grazie a un investimento di 38 milioni, a Vercelli la società avrà a disposizione 130mila metri quadri per il nuovo magazzino e altri 9mila per il centro direzionale: l'operazione sarà completata entro la primavera del 2013 (ma il polo logistico dovrebbe essere pronto già per la fine del 2012), e a lavori completati intorno al complesso ruoteranno 450 addetti.
Con la nuova sede, Novacoop archivierà definitivamente una delle eredità più scomode della fusione, risalente a fine anni '80, tra Cpl e Coop Piemonte, che aveva lasciato in dote al gruppo i due siti storici di Leinì e Galliate, dove tuttora hanno sede attività logistiche e direzionali.
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Il trend 2010
In attesa che a giugno l'assemblea esamini i conti, il 2010 intanto sembra essersi chiuso positivamente. Nessuna crescita esponenziale, impossibile in tempi di crisi dei consumi, ma «un rafforzamento dei dati del 2009», anticipa Dalle Rive: «Considerando il fatto che l'anno scorso non abbiamo inaugurato nessun nuovo punto vendita, vuol dire che abbiamo saputo efficientare la nostra attività».
E il 2011 sembra essere iniziato anche meglio: +3% i ricavi derivanti dalle vendite dei suoi 64 super e ipermercati sparsi per la regione, quanto basta a rendere i piemontesi la squadra più brillante dentro il mondo cooperativo italiano.
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Il percorso di integrazione
Sarà il 2011, invece, a svelare il progetto di fusione con i cugini lombardi e liguri. L'estate scorsa sembrava che fosse questione di qualche mese, invece a dicembre i cda delle tre coop hanno approvato un documento comune che prevede di assegnare ad un advisor - in corsa ci sono Unipol e Deloitte - il compito di comparare gli ultimi tre bilanci degli aspiranti partner, simulare la fusione e calcolare i benefici delle sinergie.
Il clima tra le tre coop sembra buono, ma «non è facile costruire un percorso di integrazione con soggetti così diversi, abituati a muoversi in mercati molto differenti tra loro», fa notare Dalle Rive.
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Da Genova, non frena ma chiede di evitare inutili accelerazioni anche il presidente di Coop Liguria, Francesco Berardini: «Abbiamo deciso di non concentrarci unicamente sugli aspetti finanziari dell'operazione, ma di privilegiare le questioni operative: solo se il soggetto unico si rivelerà più efficiente andremo avanti, trovando una formalizzazione adeguata».

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23 marzo 2011

Marco Ferrando


Il Sole 24 Ore


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