A cadere sotto la scure saranno tutte quelle cooperative che non presentano il bilancio da più di cinque anni
Il ministero dello Sviluppo economico si appresta a cancellare dall'albo 15mila cooperative "fantasma". Il 10% delle società che risultano formalmente iscritte al registro delle imprese il 31 dicembre dello scorso anno.
A cadere sotto la scure saranno tutte quelle cooperative che non presentano il bilancio da più di cinque anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di cooperative abbandonate dai soci e quindi da lungo tempo "silenti". Non è escluso, però, che negli elenchi siano finite situazioni di "immersione" nell'economia illegale.
Finora per scovare società cooperative "fantasma" o irregolari, le autorità di vigilanza erano costrette a intervenire caso per caso, istruendo una pratica da girare poi al ministero. La campagna di scioglimenti d'ufficio su vasta scala che, in questi giorni, sta dando i suoi frutti è stata invece resa possibile dalla cosiddetta legge sviluppo del 2009. Con un'operazione di chirurgia normativa, infatti, la legge n. 99 (per l'esattezza il comma 13 dell'articolo 10) ha soppresso le parole «entro il 31 dicembre 2004» dall'impianto dell'articolo 223-septiesdecies delle disposizioni per l'attuazione del codice civile, a sua volta introdotto dalla riforma del diritto societario approvata nel 2003.
Questa norma stabiliva che fossero sciolti, senza nomina del liquidatore, gli enti cooperativi che non avevano depositato i bilanci di esercizio da oltre cinque anni, facendo appunto riferimento alla data del 31 dicembre 2004.
Ora, con l'eliminazione del termine temporale il meccanismo dello scioglimento d'ufficio è stato riattivato. E il ministero dello Sviluppo economico ha potuto attingere, attraverso Unioncamere, ai database del registro imprese per censire, regione per regione, tutte quelle cooperative che risultano non aver presentato il bilancio da cinque o più anni.
Sott'osservazione sono finite le cooperative che hanno sede nelle 15 regioni a statuto ordinario, più la Sardegna. Dal monitoraggio informatico realizzato nei mesi scorsi sono state estrapolate le posizioni di migliaia di cooperative. E, in questi giorni, si sta procedendo a pubblicare gli elenchi completi delle società fantasma sulla «Gazzetta Ufficiale».
I primi a essere stati resi pubblici riguardano le società cooperative che non presentano i conti da oltre 10 anni. Poi si passerà alle società in ritardo con la rendicontazione da più di cinque anni ma meno di 10.
Nella sola «Gazzetta Ufficiale» n. 66 di martedì scorso (Supplemento Ordinario n. 76), per esempio, sono stati pubblicati gli avvisi di scioglimento per 2.540 società cooperative della Campania, 2.165 del Lazio, 1.129 residenti in Lombardia e 301 in Emilia-Romagna.
Ulteriori avvisi di scioglimento (in totale saranno 32) approderanno in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni. Complessivamente a essere eliminate dal registro delle imprese saranno circa 15mila coop, 4mila solo nel Lazio.
La data della pubblicazione dell'avviso non è irrilevante. Entro il termine perentorio di 30 giorni i creditori o gli altri interessati possono, infatti, chiedere al ministero la nomina di un commissario liquidatore. Viceversa, decorsi i 30 giorni senza contestazioni, il conservatore nel registro delle imprese dovrà semplicemente cancellare la società mutualistica.
L'opposizione allo scioglimento d'ufficio sarebbe necessaria soprattutto per le cooperative che hanno intestato beni immobili. Questi beni rischiano di essere acquisiti nel patrimonio pubblico o di essere successivamente venduti all'asta.
Chi fosse interessato, perciò, dovrà farsi vivo – fa sapere il ministero – scrivendo all'indirizzo: Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione, Direzione generale delle Pmi e gli enti cooperativi, Divisione IV, viale Boston n. 25 - 00144 Roma, anche a mezzo fax (06/47055020).
26 marzo 2011
Marco Bellinazzo
Il Sole 24 Ore
.
Finora per scovare società cooperative "fantasma" o irregolari, le autorità di vigilanza erano costrette a intervenire caso per caso, istruendo una pratica da girare poi al ministero. La campagna di scioglimenti d'ufficio su vasta scala che, in questi giorni, sta dando i suoi frutti è stata invece resa possibile dalla cosiddetta legge sviluppo del 2009. Con un'operazione di chirurgia normativa, infatti, la legge n. 99 (per l'esattezza il comma 13 dell'articolo 10) ha soppresso le parole «entro il 31 dicembre 2004» dall'impianto dell'articolo 223-septiesdecies delle disposizioni per l'attuazione del codice civile, a sua volta introdotto dalla riforma del diritto societario approvata nel 2003.
Questa norma stabiliva che fossero sciolti, senza nomina del liquidatore, gli enti cooperativi che non avevano depositato i bilanci di esercizio da oltre cinque anni, facendo appunto riferimento alla data del 31 dicembre 2004.
Ora, con l'eliminazione del termine temporale il meccanismo dello scioglimento d'ufficio è stato riattivato. E il ministero dello Sviluppo economico ha potuto attingere, attraverso Unioncamere, ai database del registro imprese per censire, regione per regione, tutte quelle cooperative che risultano non aver presentato il bilancio da cinque o più anni.
Sott'osservazione sono finite le cooperative che hanno sede nelle 15 regioni a statuto ordinario, più la Sardegna. Dal monitoraggio informatico realizzato nei mesi scorsi sono state estrapolate le posizioni di migliaia di cooperative. E, in questi giorni, si sta procedendo a pubblicare gli elenchi completi delle società fantasma sulla «Gazzetta Ufficiale».
I primi a essere stati resi pubblici riguardano le società cooperative che non presentano i conti da oltre 10 anni. Poi si passerà alle società in ritardo con la rendicontazione da più di cinque anni ma meno di 10.
Nella sola «Gazzetta Ufficiale» n. 66 di martedì scorso (Supplemento Ordinario n. 76), per esempio, sono stati pubblicati gli avvisi di scioglimento per 2.540 società cooperative della Campania, 2.165 del Lazio, 1.129 residenti in Lombardia e 301 in Emilia-Romagna.
Ulteriori avvisi di scioglimento (in totale saranno 32) approderanno in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni. Complessivamente a essere eliminate dal registro delle imprese saranno circa 15mila coop, 4mila solo nel Lazio.
La data della pubblicazione dell'avviso non è irrilevante. Entro il termine perentorio di 30 giorni i creditori o gli altri interessati possono, infatti, chiedere al ministero la nomina di un commissario liquidatore. Viceversa, decorsi i 30 giorni senza contestazioni, il conservatore nel registro delle imprese dovrà semplicemente cancellare la società mutualistica.
L'opposizione allo scioglimento d'ufficio sarebbe necessaria soprattutto per le cooperative che hanno intestato beni immobili. Questi beni rischiano di essere acquisiti nel patrimonio pubblico o di essere successivamente venduti all'asta.
Chi fosse interessato, perciò, dovrà farsi vivo – fa sapere il ministero – scrivendo all'indirizzo: Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione, Direzione generale delle Pmi e gli enti cooperativi, Divisione IV, viale Boston n. 25 - 00144 Roma, anche a mezzo fax (06/47055020).
26 marzo 2011
Marco Bellinazzo
Il Sole 24 Ore
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