23 marzo 2011

TURRINI VERSO LA GUIDA DI COOP ADRIATICA. SI APRE IL RISIKO AI VERTICI DELLA LEGA ROSSA


Il presidente della Coop Costruttori, 55 anni, è il candidato più quotato a prendere il posto di Coffari.

Le grandi manovre finiranno con l'assemblea dell'11 giugno

In aprile i presidenti di zona





"Il nuovo presidente di Coop Adriatica? Sarà Adriano Turrini". Lo sussurrano da un paio di settimane i cooperatori più informati. E aggiungono che a meno di un suo gran rifiuto, che creerebbe enormi problemi di successione in una delle più grandi aziende dell'Emilia Romagna (quasi diecimila dipendenti, 2 miliardi di vendite in 160 tra iper e supermercati), "la sua elezione aprirà un gigantesco risiko tra i colossi che fanno capo alle coop rosse".

Perché Turrini, 55 anni, già presidente di Legacoop, è oggi alla guida di Coop Costruzioni in procinto di fondersi con la imolese Cesi, operazione complessa che perderebbe una guida sicura. Il passaggio di Turrini dal mattone ai carrelli, dall'edilizia alla grande distribuzione, cambierebbe significativamente gli equilibri interni al colosso rosso. Coop Adriatica, infatti, è uno degli azionisti chiave del gruppo Unipol oggi guidato da Pier Luigi Stefanini, anche lui proveniente da Coop Adriatica e prima ancora dalla LegaCoop.

E sarebbe il terzo presidente dell'associazione delle coop rosse a conquistare il posto di comando in una mega azienda. Perché oltre a Stefanini e Turrini anche Gianpiero Calzolari, tuttora presidente di LegaCoop, dalla torre di Kenzo Tange ha scalato prima Granlatte e poi il gruppo Granarolo. Il terzo, oltretutto, di provenienza Pci-Pds-Ds, nocciolo duro di un'eredità sconfessata a parole, ma spesso confermata nelle scelte degli uomini, come nota maliziosamente chi non proviene da quella tradizione, gli ex socialisti, per esempio. Quello che viene dato per certo tra i frequentatori della bianca torre del Fiera District è che l'offerta a Turrini sia stata fatta e con molta insistenza sia dai vertici di Coop Adriatica che di LegaCoop e che Turrini abbia preso tempo per valutare se ci sono le condizioni per lasciare la Coop Costruttori (la più grande azienda del settore a Bologna) e per capire come verrebbe accolto un suo sì nel gran mondo coop.

In attesa di una decisione, la democrazia cooperativa farà il suo corso. Il 19 marzo sono scadute le candidature per diventare per diventare presidenti di zona (nel link che riportiamo la notizia è resa nota dal sito Cgil di Chieti! - nota blog) e di distretto nelle diverse province tra Bologna, il Veneto, la Romagna, le Marche e l'Abruzzo. Non si tratta di passaggi scontati. Alle assemblee che si terranno tra il 12 e il 23 aprile potranno partecipare tutti gli iscritti alla Coop, oltre un milione di persone. E i 14 presidenti di zona entreranno di diritto nel Cda composto da 29 persone (gli altri 15 saranno proposti dalla commissione elettorale all'assemblea convocata per l'11 giugno).

I giochi, dunque, non sono fatti. Ma quello di Turrini è al momento l'unico nome che circola tra i cooperatori. Nome tra i più quotati per il curriculum del candidato che ha già fatto di politica associativa e ha dimostrato buone doti manageriali prendendo in mano Coop Costruzioni in un momento difficile. Anche se gli scettici non mancano di sottolineare che a Turrini manca un'esperienza specifica nella grande distribuzione.

Se l'operazione andasse in porto, tuttavia, Turrini si troverebbe ad aver scalato tutti i livelli della grande coop. Fu proprio alla Coop Emilia Veneto (poi assorbita da Coop Adriatica), infatti, che cominciò da commesso a 18 anni la sua carriera. Più tardi funzionario della Lega, poi presidente di Confcoltivatori, nel '91 tornò ai vertici della LegaCoop di cui divennne presidente nel '98, quando sindaco era ancora Vitali. Ci rimase per tutto il periodo guazzalochiano e all'inizio di Cofferati con quale ebbe rapporti piuttosto ruvidi, fino al passaggio alla Coop Costruttori. E domani, forse, il salto alla guida di Coop Adriatica.

Per Gilberto Coffari che ha guidato il colosso negli ultimi 5 anni, da quando Stefanini lasciò per prendere il posto di Consorte all'Unipol, un'uscita di scena soft: dovrebbe restare nel mondo coop e presidente di Igd, la società quotata in borsa e controllata da Coop Adriatica che si occupa di investimenti immobiliari.


22 marzo 2010

Luciano Nigro

La Repubblica.it

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