13 giugno 2011

LA CGIL HA ESPULSO 17 DISSIDENTI


I rigurgiti stalinisti della Cgil



Furibonda la reazione di Flammini & C: «Cacciati come delinquenti»





La Cgil l'ha definita «interruzione del rapporto associativo». Fulvio Flammini, destinatario del provvedimento insieme ad altri delegati e dirigenti sindacali, l'ha chiamato senza tanti giri di parole «pogrom».

Modi diversi per definire l'espulsione dal sindacato che nella nostra provincia ha pochi precedenti e che rappresenta l'ultimo clamoroso capitolo della lotta interna alla Cgil provinciale, da oltre un anno dilanianta da un conflitto combattuto senza esclusione di colpi.

«L'8 giugno - recita il comunicato della Cgil - è stata inviata a 17 iscritti alla Filt, Filcams, Fp e Spi una lettera in cui si comunica l'interruzione del rapporto associativo con la Cgil. La decisione di revocare la tessera di iscrizione è stata assunta insieme alla segreteria confederale della Cgil nazionale ed è stata comunicata agli interessati dai vertici della Cgil del Trentino e dalle segreterie nazionali delle corrispondenti categorie».

Il sindacato spiega che ormai la misura era colma dopo le numerose azioni compiute dai dissidenti. Ultimo e più clamoroso - se non si considera il lancio di uova contro Paolo Burli il 6 maggio scorso - dei quali il presidio sotto il Castello del Buonconsiglio durante il quale, alla presenza di un ex funzionario della Filt e di una serie di iscritti e delegati di Filt, Filcams, Fp e Spi Cgil del Trentino, era stato esposto uno striscione contro la segretaria generale Susanna Camusso.

«Un incredibile pogrom» è stato attuato dalla segreteria Cgil del Trentino, di concerto con le segreterie nazionali di categoria». Questo il secco commento di Flammini e degli altri tesserati espulsi che ieri mattina hanno convocato una conferenza stampa, sottolineando come il provvedimento azzeri interi consigli di fabbrica o decimi Rsa nei trasporti. «Ma il fatto più grave ed anomalo - continua il comunicato - è costituito dalla procedura impiegata dalla Cgil del Trentino e dalle rispettive segreterie nazionali per espellere i suoi 17 associati».

Procedura che ha fatto riferimento all'articolo 3 dello Stato in cui si stabiliscono le ragioni di revoca dell'iscrizione al sindacato - «così è stata definita e mascherata l'espulsione!» tuonano i destinatari del provvedimento -: A tutela dell'organizzazione la domanda di iscrizione viene respinta nei casi di gravi condanne penali, di attività o appartenenza ad associazioni con finalità incompatibili con il presente Statuto (organizzazioni segrete, criminali, logge massoniche, organizzazioni a carattere fascista o razzista, organizzazioni terroristiche)».

Motivazione che hanno fatto infuriare Flammini e gli altri più della stessa cacciata. «Insomma - sbottano - i sindacalisti sarebbero stati espulsi perché carbonari o criminali o massoni o fascisti o razzisti o terroristi». L'impressione è che la guerra sia tutt'altro che finita.



12 giugno 2011

Trentino



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