08 dicembre 2009

UNIPOL, MISSIONE COMPIUTA, SALVATORI PREPARA L'ADDIO

Alcuni matrimoni si rompono, altri si esauriscono. Quello tra Carlo Salvatori e Unipol appartiene decisamente al secondo tipo, a quelle unioni che danno il meglio di sé in un certo periodo ma non sono destinate a durare per sempre.

E' per questo che, da qualche tempo, sul mercato si rincorrono le voci che considerano ormai imminente il divorzio consensuale tra l' amministratore delegato e Unipol.

Voci sempre più insistenti che, verosimilmente, hanno tratto linfa vitale da un dato di fatto: il consiglio di amministrazione della compagnia è in scadenza (con l' approvazione dei conti 2009) e le scommesse di mercato sono che Salvatori faccia della conclusione del suo mandato di amministratore delegato il momento giusto per sciogliere i reciproci impegni.

Una serie di considerazioni fanno da supporto a questo scenario, a partire dalla più banale: il dato anagrafico. Nonostante il fisico atletico e la forma fisica smagliante (partecipa alla maratona di New York, si allena regolarmente quattro giorni a settimana e non a caso è il presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di pallavolo maschili del prossimo anno) Salvatori è comunque più vicino ai 70 che ai 65 anni: un ragazzo, rispetto ad Antoine Bernheim, ma solo per chi ama i paradossi. E infatti, agli amici spesso confida di non aver più voglia di ruoli da capo azienda; il che non significa andare in pensione, ma nemmeno avere altri incarichi da amministratore delegato. Soprattutto, chi conosce bene Salvatori ritiene che il top manager consideri di aver concluso il percorso che era stato immaginato all' inizio del suo lavoro, in Unipol.

«Missione compiuta avrebbe confidato in questi giorni ai suoi amici più stretti dopo il commissariamento morbido». Il suo mandato in effetti esaurisce una fase che doveva riparare le ferite e archiviare una stagione per certi versi fuori dalla norma per la compagnia di assicurazioni. L' emergenza del ciclone Consorte (nel bene e nel male) è ormai conclusa e il braccio finanziario delle cooperative può tornare alla sua ordinaria (e ordinata) routine. Il che ragionevolmente significa un amministratore delegato che abbia lo stesso dna dei principali soci dell' assicurazione, quindi le cooperative, come del resto è sempre stato.

E non a caso in ambienti vicini agli azionisti di riferimento di Unipol si pensa che sia il momento di guardare alle risorse interne, nell' ipotesi di cambio della guardia. Nel caso della staffetta, insomma, viene considerato praticamente sicuro l' avvicendamento con l' attuale direttore generale, Carlo Cimbri, al posto di Salvatori. Continuando quindi nella tradizione del mondo cooperativo, dove chi fa carriera è comunque un interno, di provenienza e di mentalità. Anche da questo punto di vista, insomma, se sarà divorzio, sarà consensuale. Nel senso che Salvatori è stato chiamato nel momento in cui serviva un segnale forte di discontinuità, un taglio netto con il passato.

Ma che sia stato nel frattempo apprezzato non significa che del mondo cooperativo abbia assorbito i cromosomi; insomma, l' innesto è riuscito l' operazione di risistemazione della compagnia è stata compiuta, e questo vuol dire anche che il mangement interno è in grado di garantire la continuità. Del resto, Salvatori non ha mai dimenticato di essere stato per quarant' anni un banchiere; l' esperienza alla testa di una compagnia di assicurazioni l' ha probabilmente divertito ma non conquistato. E non a caso, proprio all' inizio del suo mandato erano stati ipotizzati matrimoni banca-assicurazioni anche societari (con Bpm) di cui non si è fatto nulla.

Una delle sue ultime mosse, invece, potrebbe essere la soluzione di un' altra partita, quella con BnpParibas (che in Italia si legge Bnl). I due soci hanno insieme Bnl vita, la compagnia di assicurazioni che negli ultimi nove mesi 2009 ha più che raddoppiato i premi. Unipol controlla il 51% della società e il resto è in mano ai francesi. I quali, d' altro canto, hanno anche un pacchetto pari al 4,5% di Finsoe (holding di controllo di Unipol) conferito in un patto di sindacato con Holmo (che invece ha oltre l' 80%).

Una composizione azionaria che non sembra avere molto senso e in effetti non lo ha, tanto che i francesi hanno una put su quella partecipazione. Tuttavia al momento opportuno, un paio di mesi fa, non l' hanno esercitata e anzi hanno rinnovato fino alla primavera prossima lo stesso patto di sindacato. In realtà le due partite la joint venture e il patto di sindacato su Finsoe sono strettamente intrecciate e potrebbero avere conclusione contemporanea.

Lo stesso Cimbri nel presentare agli analisti i risultati gennaio-settembre 2009 ha detto che Unipol è molto contenta della partecipazione ma lo sarebbe anche nel caso in cui i francesi volessero risolverla anticipatamente (la scadenza naturale è a fine 2011) perché «incasseremmo dei bei soldini». E in effetti, qualche apertura sul fatto che si vada verso una risoluzione anticipata è ancora una volta Cimbri a farla, parlando con gli analisti: «Il rapporto è nato in passato, in un contesto diverso. Il partner potrebbe avere interesse ad avere la gestione diretta della compagnia» ha detto presentando i conti Unipol.

Probabilmente, non solo ci sono trattative, ma sono anche ben avviate verso una rapida conclusione. A quel punto, portati a casa i «bei soldini» la compagnia potrebbe pagare la quota Finsoe in mano a Bnp Paribas. E magari anche dare l' assalto finale ad Arca Vita. La cessione della società assicurativa del mondo delle popolari da tempo immemore in vendita, dovrebbe essere arrivata alle «battute finali», secondo quanto ha dichiarato un paio di settimane fa il principale venditore, Fabrizio Viola (numero uno della Bper, che ha il 55%).

Unipol è nella short list per presentare un' offerta, insieme tra gli altri ai francesi di Covea. E anche se le dimensioni non sono comparabili (Arca vita ha premi per 500 milioni, Bnl vita quasi per 2.500) di sicuro lo scioglimento di un accordo renderebbe ancora più interessante concluderne subito un altro nel campo delle polizze vita.

Sperando che, nel frattempo, si plachino gli animi invece nel settore dei danni, dove per la prima volta nella storia del gruppo, venerdì scorso c' è stato uno sciopero degli agenti Aurora.

30 novembre 2009

Vittorio Puledda


La Repubblica -
Affari & Finanza

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Intanto Unipol ha lanciato un prestito obbligazionario della durata di sette anni destinato agli investitori istituzionali. L’ammontare del bond è di 750 milioni di euro e garantisce una cedola del 5%. Il titolo è stato emesso a un prezzo di 99,314. Elevata la domanda. Le richieste sono state pari a 1,6 miliardi di euro.

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