11 ottobre 2007

LE COOP, I PRESTITI E LE VERE REGOLE

LA LETTERA
risponde GIANCARLO MAZZUCA

SICURAMENTE di effetto la risposta che le ha dato il presidente di Coop Italia, Tassinari, alla sua domanda sui prestiti da soci: «le ricordo - dice - che questi prestiti sono regolamentati direttamente dalla Banca d'Italia e che, in aggiunta, noi ci siamo dati un codice di autoregolamentazione». Ma cosa prevede in particolare Bankitalia?

Luigi A. Giannilli


SOLLECITATO dalla curiosità del nostro lettore, sono andato a scartabellare nei regolamenti di Banca d'Italia e, in effetti, ho trovato qualcosa che fa riflettere e che, indubbiamente, è nuovo fieno nella cascina di Bernardo Caprotti, il presidente di Esselunga (a proposito, ho letto che il suo libro, «Falce e carrello», sta andando a ruba).
Guardando gli estratti del «Regolamento dei soggetti diversi dalle banche», aggiornato al marzo di quest'anno, ho infatti scoperto che, in caso di fallimento della cooperativa, è previsto un rimborso di solo il 30% del depositato. Come dire che, considerando che i prestiti da soci (ma perchè non si parla più propriamente di «risparmi dei soci»?) raggiungono i 7 miliardi e 414 milioni di euro per le principali «firme» di Coop Italia, sono garantiti meno di due miliardi e mezzo. Ovviamente tocchiamo ferro: queste coop sono corazzate capaci di sopportare tutti i mari in tempesta, ma andare a leggersi i regolamenti di via Nazionale non fa male a nessuno. A cominciare dai soci. Del resto, lo stesso Tassinari, nella sua intervista, quando dice che i «prestiti da soci, diversamente dalle coop di consumo di altri Paesi europei, ci hanno consentito di ampliarci e modernizzarci», dice una grande verità. E finisce per ammettere che Caprotti qualche ragione ce l'ha.

DOMENICA 7 OTTOBRE 2007

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

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