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Il presidente di Coop Alleanza 3.0, Turrini |
La neonata Coop Alleanza 3.0 diventerebbe primo azionista con il 21,45%
Il riassetto porterebbe ad una più proficua distribuzione dei dividendo
Laura Galvagni - Il Sole 24 Ore
Non ci sarà la fusione tra Unipol Gruppo e UnipolSai, come ha assicurato il ceo delle due società, Carlo Cimbri, ma, in compenso, ci sarà una forte semplificazione della catena di controllo a monte della holding. Da tempo Finsoe ha annunciato di volere procedere allo scioglimento e ora la cassaforte che custodisce il 31,4% di Unipol avrebbe accelerato il passo per dare nuova forma all’azionariato della compagnia assicurativa. Un nuovo assetto che porterà le Coop direttamente nel capitale della società di Bologna con la neonata Coop Alleanza 3.0 primo azionista forte di un 21,45% del capitale mentre Holmo avrà il 7,48%. Il riassetto ha ragioni che si possono ricercare nell’opportunità di sfruttare al meglio economicamente il ruolo di soci della galassia assicurativa. Basti pensare che Finsoe ha staccato ai propri azionisti una cedola di 26,5 milioni contro i 38 milioni incassati da Ugf.
Prima di tagliare il traguardo, però, sarà necessario che tutti i
tasselli vengano messi al posto giusto. Il primo, quello relativo al
debito, è di fatto già stato sistemato. Con l’emissione obbligazionaria
della scorsa estate sono state chiuse la maggior parte delle posizioni,
residuano altri 100 milioni ma Finsoe ha la capienza per archiviare
anche l’ultima fetta di esposizione. Quindi, altro elemento chiave è
certamente la governance. Per capirne meglio le implicazioni è
necessario ricordare che diversi mesi fa Coop Alleanza 3.0 ha presentato
in Consob un quesito circa possibili ricadute su Unipol legate alla
maxi fusione realizzata tra Coop Adriatica, Coop Estense e Coop
Consumatori Nordest che ha portato la newco al 34,16% di Finsoe. In
quella sede la Commissione ha stabilito che l’integrazione non avrebbe
avuto alcun impatto. E questo perché la governance della holding «è
ispirata a principi di massima democraticità e condivisione delle
decisioni». Stante infatti lo statuto di Finsoe, nessuno degli azionisti
«è in grado di esercitare un’influenza dominante». Al termine del
“parere”, tuttavia, Consob aggiunge che le conclusioni a cui è giunta
«prescindono da qualsivoglia considerazione relativa alle future
eventuali modifiche dell’azionariato di Finsoe nonché al prospettato
scioglimento della medesima». Insomma, la scissione del veicolo
teoricamente potrebbe riaprire il confronto con la Commissione. Di
certo, condizione chiave per Consob è che non venga rilevato alcun
mutamento a livello di assetti di controllo. In ragione di ciò, cruciali
potrebbero essere i contenuti del futuro patto di sindacato che legherà
le Coop. Sulla carta, peraltro, i soci potrebbero arrivare a vincolare
oltre il 43% del capitale. Si vedrà, la strada è ancora lunga. In ogni
caso, ci si immagina che l’anima dell’accordo ricalcherà a grandi linee i
principi che hanno ispirato Finsoe, come la rappresentatività in
consiglio e la condivisione delle decisioni garantita da quorum
specifici su delibere di carattere strategico.
Altro aspetto attorno al quale gli osservatori si sono interrogati è il valore a cui Finsoe ha in carico le azioni Unipol. Stando ai documenti più recenti, il prezzo è di 9,95 euro, ben al di sopra di quanto quoti attualmente il gruppo: circa 4,48 euro. Il divario è abbastanza rotondo. Tuttavia, è la tesi della holding, questo gap si giustifica con il fatto che essendo la finanziaria il socio di controllo il valore incorpora un premio di maggioranza. Inoltre rispecchia quelle che sono le proiezioni del patrimonio netto e infine dei flussi di cassa futuri. Va in ogni caso detto che ogni singola cooperativa ha una valutazione diversa nei propri bilanci e più allineata a quelle che sono le indicazioni del mercato.
15 novembre 2015
Laura Galvagni
Il Sole 24 Ore
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