12 gennaio 2008

PRIMI DATI DELLA SCELTA SUL TFR



Il governo si aspettava un 40% di adesioni a fine 2007
I primi riscontri danno il 23% dai negoziali



Se mai c’è stata l’intenzione, da parte del legislatore della riforma del 2005, di indurre i lavoratori dipendenti ad aderire inconsapevolmente ai fondi pensione con il meccanismo del silenzio assenso, ebbene, il piano pare sia fallito.

Nel bilancio di iscrizioni e rendimenti dei fondi pensione a fine 2007 – che tiene conto degli afflussi del semestre del silenzio assenso - il dato forse più sorprendente e che i cosiddetti silenti sono stati pochi.

I lavoratori hanno dunque deciso consapevolmente nella stragrande maggioranza dei casi di lasciare anche il TFR futuro in azienda.

L’altro dato importante del 2007 è che, terminato il semestre del silenzio-assenso e delle grandi campagne informative e delle grandi campagne informative sulla previdenza integrativa le adesioni ai fondi pensione hanno bruscamente rallentato. Contemporaneamente, è invece rimasto sostenuto il ritmo delle iscrizioni agli strumenti pensionistici individuali, in primis i Pip delle compagnie Vita, anche da parte dei lavoratori dipendenti. L’ennesima dimostrazione del fatto che anche un servizio finanziario proposto da reti ben remunerate può conseguire maggiore successo di un analogo più efficiente e meno costoso (come i fondi negoziali) ma che non può contare su una distribuzione altrettanto agguerrita.

I lavoratori dipendenti, in prevalenza, hanno dunque preso una decisione, non necessariamente la più razionale: quella di non aderire per il momento ai fondi pensione. Sarebbe solo in parte sorprendente verificare che tra di loro c’è qualcuno che successivamente si è fatto convincere dai venditori di polizze che è opportuno dotarsi di un piano di accumulazione ai fini previdenziali.
Dove non poterono il governo e i sindacati, poterono gli agenti, i promotori e le banche.

Da “Plus 24” – Il sole 24 ore – Marco Liera

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