22 settembre 2009

ALIMENTARISTI, FIRMATO IL CONTRATTO TRIENNALE






Firmato rinnovo triennale, ci sta anche la Cgil ma la frattura con Cisl e Uil non è superata.



Le trattative si erano aperte quattro mesi fa, ma c’è voluta un’ultima maratona di 24 ore e 16 ore di sciopero svolte nel mese di agosto in tutti i posti di lavoro perché Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e Federalimentare raggiungessero l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro (triennale) dell’industria alimentare. Un settore che verrà erogato in quattro tranches con decorrenza dal 1 giugno 2009, la prima delle quali pari al 32% dell’incremento complessivo.

Un rinnovo in linea con la piattaforma unitaria approvata dal 90% dei lavoratori, che non presenta deroghe contrattuali e punta allo sviluppo e alla tutela dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori grazie al rafforzamento di quella parte della normativa che riguarda la sicurezza sul lavoro, la formazione e le pari opportunità. L’accordo siglato oggi prevede inoltre un fondo sanitario integrativo del valore di 10 euro per lavoratore che sarà a totale carico del datore di lavoro.

Un risultato definito “straordinario” dal Segretario generale della Flai-Cgil, Stefania Crogi , “perché abbiamo consegnato ai lavoratori dell’industria alimentare un aumento salariale” a quattro mesi dall’avvio delle trattative L’accordo verrà da lunedì prossimo illustrato alle assemblee dei lavoratori e sottoposto al vaglio del voto certificato dei lavoratori medesimi. Ma nonostante tutto la Cgil non sembra avere particolari motivi di soddisfazione, visto che l’accordo è giunto dopo la firma separata del 23 gennaio scorso dell’accordo interconfederale sulle norme per il rinnovo dei contratti.

Norme sottoscritte da Cisl e Uil ma avversate dalla Cgil che apparentemente teme che il rafforzamento della contrattualistica di secondo livello possa portare ad un eccessivo indebolimento della contrattazione in sede nazionale. Tanto che se oggi Raffaele Bonanni, Segretario nazionale Cisl, si dice “molto soddisfatto perché l’accordo interconfederale è stato recepito nella sua totalità nel contratto degli alimentaristi con anche la firma della Cgil”, proprio la Crogi cerca di mantenere una posizione distinta.

Ribadendo che i sindacati sono riusciti “a raggiungere questa importante intesa in modo unitario”, sottolineando tuttavia che non si tratta della prima applicazione dell’accordo separato di gennaio. “Abbiamo rinnovato il contratto utilizzando un indice negoziale”, ha sottolineato Stefania Crogi. Dunque un indice concordato tra le parti e non quello previsto dall’accordo interconfederale che avrebbe altrimenti limitato l’incremento salariale a poco più di 100 euro.

Insomma, al di là delle dichiarazioni ufficiali e dell’ottimismo di facciata la posizione di Guglielmo Epifani resta delicata, visto che da un lato deve fronteggiare la sinistra interna che chiede di mantenere nelle trattative una posizione più intransigente di quella adottata da Cisl e Uil, dall’altra rischia di apparire in ritardo ed appiattito alle decisioni delle altre due confederazioni se dopo aver confermato la non contrarietà “ideologica” al secondo livello e la disponibilità a sedersi a tutti i tavoli negoziali, dovesse semplicemente avallare le intese raggiunte dopo lo “strappo”.

Anche perché nella prossima primavera si apriranno i giochi per il prossimo Segretario nazionale, che erediterà verosimilmente una situazione economica in miglioramento ma ancora non di piena ripresa, dove dunque il tema dei rinnovi contrattuali manterrà la sua centralità tanto per i sindacati quanto per le imprese. Non potendosi permettere di rimanere più a lungo “sull’Aventino”, Epifani sta dunque tentando un riavvicinamento prudente a Cisl e Uil, senza però rischiare una lotta in famiglia coi metalmeccanici di Gianni Rinaldini.

22.09.2009

Affaritaliani.it

Luca Spoldi

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