07 novembre 2012

LA COOP SIAMO NOI… NON SIETE VOI !!!

Ieri , 6 novembre 2012, nella sede provinciale USB di Roma, si è svolta la riunione del coordinamento allargato USB dei lavoratori Unicoop Tirreno.




 

La riunione ha avuto ad oggetto le preoccupanti notizie che ci giungono dai nostri colleghi campani e le ripercussioni che le stesse potrebbero avere sul territorio laziale.

La riunione, partecipata da 70 delegati e lavoratori, è stata convocata con l'obiettivo di condividere un percorso di lotta che impedisca a Unicoop Tirreno la cessione del territorio campano e di quello laziale a soggetti privati, con qualsiasi forma societaria che non sia quella cooperativa; che impedisca a Unicoop Tirreno di calpestare la sua stessa carta dei valori, la dignità di chi vi lavora, insomma che Unicoop Tirreno torni all'orientamento originario della forma di impresa cooperativa teso a fornire un servizio alla persona attraverso un dualismo di azioni quale la creazione di posti di lavoro e la salvaguardia del potere d'acquisto dei soci; al momento lo spirito sociale e mutualistico si è trasferito, probabilmente, ad aiutare solo gli interessi della classe economica di quelli che la coop la dirigono.

La Coop in Campania non ha mai esercitato quella funzione sociale così fortemente declamata nelle pubblicità… Anzi, al pari di altri marchi, è andata solo ad occupare un territorio per ragioni puramente speculative. Qui sta il fallimento del progetto, qui sta la ragione della macelleria sociale già vista in analoghe situazioni sul territorio, in una terra in cui la crisi si è sommata alle già disastrose condizioni strutturali ed in cui l’occupazione e' l'unico antidoto alle attività illecite.

Sono anni che si perde il fatturato in Campania e nel Lazio, offrendo un servizio pessimo a soci e clienti, senza avere un progetto capace di invertire la tendenza, ora la cooperativa vorrebbe scaricare le colpe di una classe dirigente inadeguata sui lavoratori, una riproposizione del malgoverno del paese che scarica i suoi errori su milioni di cittadini, mantenendo i privilegi della casta e aggredendo i salari, le pensioni, il diritto di cura, del reddito, dell’abitare e aumentando le tariffe alle famiglie sempre più in crisi, un modello che noi non accettiamo e rispediamo al mittente, un modello che non ha nulla a che vedere con lo spirito cooperativo, un modello che oltretutto non ottiene alcun beneficio a livello commerciale.

Il coordinamento USB dei lavoratori Unicoop Tirreno ha poi analizzato l’ennesimo “Progetto” di efficentamento del personale che Unicoop Tirreno sta applicando nei negozi. Dopo i vari progetti di efficientamento del personale che si sono susseguiti nel tempo  l’Azienda continua a non raggiungere gli obiettivi di vendite che si prefigge, mentre continua ad aggiungere ulteriori tasselli al puzzle di precarietà, basso salario, difficoltà nella vita di relazione e degli ormai pochissimi diritti dei lavoratori Unicoop Tirreno.

Il nuovo “progetto” incide in maniera pesante sugli orari e sui carichi di lavoro del personale, siamo tornati ai tempi della peggiore fabbrica, vengono conteggiati con il cronometro i lavoratori per verificare quanto tempo impiegano a disossare un prosciutto o a rifornire a scaffale una gabbia di merce, vengono aumentati i turni spezzati, vengono abbassati i presidi nei reparti abbassando di conseguenza il servizio alla clientela, un suicidio commerciale che peggiorerà, a nostro avviso, il conto economico dei negozi, ma questa non è più una novità.

Noi diciano no, non è questo il modo di affrontare la crisi, non se ne esce scaricandola sui lavoratori ormai allo stremo, non ci sono più margini per devastare ulteriormente la nostra vita di relazione e per gravarci di insopportabili carichi di lavoro; noi diciamo no ad un’azienda che invece di ridistribuire i profitti in maniera equa a tutti coloro che hanno concorso a realizzarli li accentra ai soliti pochi noti.

Non sappiamo quali sono gli obiettivi del “PROGETTO” ma possiamo immaginare gli effetti, visti i precedenti, NON CI SARANNO MIGLIORAMENTI SULLA REDDITIVITA' DELLE STRUTTURE MA CI SARANNO DI CERTO PEGGIORAMENTI EVIDENTI PER LE NOSTRE VITE.

Il coordinamento USB dei lavoratori Unicoop Tirreno ha dibattuto sulla condizione delle donne nel commercio e sono emerse criticità enormi, un concetto di pari opportunità quantomeno bizzarro, l’impossibilità di poter gestire i tempi di vita, la cura dei figli, a volte di poter andare in bagno durante l’orario di lavoro; non ultime le molestie sessuali in un clima omertoso e maschilista, mentre Luciana Littizzetto, testimonial Coop, esalta qualità, sicurezza e convenienza della catena di grande distribuzione in tv, a volte ammiccando al commesso di turno.

Il coordinamento USB dei lavoratori Unicoop Tirreno, in tal proposito, dà mandato ad un gruppo ristretto di lavoratrici e delegate di elaborare un testo per una lettera aperta che verrà messa alla firma di tutte le colleghe dei punti vendita e verrà pubblicizzata con ogni mezzo a disposizione. 

Il coordinamento USB dei lavoratori Unicoop Tirreno esprime piena solidarietà ai colleghi campani, consapevole dell’importanza della loro vertenza che, sin da oggi, diventa la vertenza di tutti; costituisce un gruppo di lavoro snello che si impegnerà a definire un percorso che porti alla massima visibilità e che consenta di tirare fuori tutte le contraddizioni di un’Azienda che offre ai consumatori un marchio segno di garanzia ma che in realtà cela ben altro.

Il coordinamento USB dei lavoratori Unicoop Tirreno affida allo stesso gruppo di lavoro la costruzione di iniziative tese a portare alla luce la vera natura del “progetto”.
Tali iniziative saranno articolate, verranno coinvolti gli organi di informazione, le sezioni soci, si svolgeranno presidi ed assemblee per arrivare ad una grande assemblea cittadina.

Il coordinamento USB dei lavoratori Unicoop Tirreno sin da ora cercherà un allargamento all’interno e all’esterno del mondo cooperativo per dar forza a questa complessa vertenza.

Il coordinamento si chiude con l’approvazione del verbale all'unanimità… BUONA LOTTA.



6 novembre 2012


5 commenti:

Coordinamento Usb per l'Unicoop ha detto...

Solidarietà anche dai colleghi della Unicoop Firenze.

Anonimo ha detto...

Unicoop Tirreno sta regalando la Campania (e sembra anche il basso Lazio)alla famiglia Catone, famosa per le vicende Cavamarket e Tanzi-Parmalat. Creeranno per questo una società a gestione mista dove i pericoli di sputtanare definitivamente ma questa volta a livello nazionale sono altissimi; e lo sputtanamento questo volta trascinerà nel fango il marchio Coop, non solo Tirreno che ormai in Campania nutre stima solo tra i Casalesi...Svegliamoci tutti!!!

Anonimo ha detto...

LA COOP E TUTTO QUELLO CHE SOCIALMENTE HA RAPPRESENTATO PER IL TERRITORIO NEGLI ANNI REGALATA A "SPREGIUDICATI AVVENTORI"CON MIGLIAIA DI FAMIGLIE PER STRADA!!!ADDIO CAMPANIA E LAZIO!!!SE LO SAPESSERO I SOCI

Anonimo ha detto...

ma stiamo ancora parlando dei diritti in coop ,sono uno dei lavoratori campani licenziato da unicoop tirreno voglio dire solo una cosa alla classe dirigente .dovete passare la meta dei guai che sto passando io a 52 anni non mi vuole nessuno x lavorare ho perso la dignita e sto in mezzo alla strada io e lamia famiglia, VI AUGURO DI NON AVERE LA MIA FORZA E DI SUICIDARVI IO VI PISCIO SULLE TOMBE RIPETO A TUTTI QUELLI DELLA ALLEGRA BRIGATA CHE HANNO PARTECIPATO A FAR CHIUDERE I 4 SUPERMERCATI COOP IN CAMPANIA COMPRESO SINDACATO .

Anonimo ha detto...

Appunto...sindacato compreso...