17 gennaio 2013

UNICOOP TIRRENO CAMPANIA: «CEDERE AI PRIVATI O SI CHIUDE»


Ipercoop chiuso per protesta
Giunge la conferma dell'ingresso di un partner privato nella gestione degli Ipercoop campani. La cooperativa toscana: "Nessuna alternativa alla partnership".

I lavoratori: "Ascolteremo cosa avranno da dirci".





“La direzione di Ipercoop ha ripreso i rapporti con il potenziale partner per centrare l’obiettivo di mantenere il marchio Coop in Campania e di salvaguardare i posti di lavoro. L’alternativa è di partire con le procedure di mobilità per l’impianto di Afragola”.

Lo hanno comunicato ieri, da Livorno, i vertici di Unicoop Tirreno, al termine dell’incontro, il primo di quest’anno, tra il responsabile delle relazioni sindacali della coop toscana, Raffaele Giannelli, e le organizzazioni di categoria territoriali. La riunione si è svolta ieri mattina presso la sede centrale di Ipercoop Campania, negli uffici dell’ipermercato di Afragola. Dunque, secondo Unicoop, non c’è alternativa alla cessione, a un imprenditore privato, della gestione di personale, mezzi e merci dei tre ipermercati di Afragola, Quarto e Avellino e dei due supermercati di Napoli-Arenaccia e di Santa Maria Capua Vetere. 670 dipendenti diretti che tra pochi mesi potrebbero finire sotto le insegne di un gestore campano, il cui nome non è stato reso noto nemmeno ieri.

Ma si tratta del classico segreto di Pulcinella. Gli addetti ai lavori conoscono infatti da tempo l’identità del partner che sta per subentrare. Secondo le indiscrezioni sarebbe un imprenditore della provincia di Caserta, specializzato nel trasporto su tir dei prodotti alimentari da destinare alla grande distribuzione. Ma questa scelta della Unicoop è stata osteggiata dai lavoratori di Ipercoop Campania. Addetti alla vendite che tra novembre e dicembre hanno deciso di dare il via a una serie di clamorose serrate contemporanee dei tre ipermercati di Afragola, Quarto e Avellino. “La coop non ci informa, inoltre l’acquirente non è un imprenditore affidabile sotto tutti gli aspetti: non lo vogliamo”, le motivazioni principali degli scioperi.

Ragioni puntate anche sul fatto che l’operazione rappresenterebbe “una cessione irrituale e innaturale”. “Non è possibile - la perplessità dei lavoratori - che una grande cooperativa italiana tenti a tutti i costi di cedere a un privato, che tra l’altro non si è mai occupato della gestione diretta di strutture commerciali così grandi e importanti: è la fine dello spirito cooperativistico ”. A ogni modo la Unicoop va avanti. “Abbiamo chiesto alle parti – hanno specificato i vertici della coop di Vignale Riotorto – di visionare il piano industriale”. L’acquirente potrebbe presentarsi ai sindacati e alle rsa Ipercoop entro la fine della prossima settimana, nella sede centrale di Afragola. Lo comunicherà la Unicoop tra alcuni giorni.

“Se questa operazione non andrà in porto – avverte ancora Unicoop – il primo passo successivo sarà la chiusura dell’ipermercato di Afragola”. Un monito che è anche un po’ il segno di questi tempi di crisi profonda. Nel 1999 era stata infatti proprio la cooperativa di Vignale, che all’epoca si chiamava Coop Toscana-Lazio, a combattere una battaglia memorabile contro l’amministrazione comunale di quel periodo, ferma sulla posizione di non voler aprire il centro commerciale Le Porte di Napoli, appena fatto costruire dalla cooperativa livornese, che vi aveva inserito l’ipermercato. Il braccio di ferro, culminato con le proteste di piazza dei lavoratori e l’apertura di un’inchiesta giudiziaria a carico di alcuni politici di spicco di Afragola, tutti di centrodestra, si concluse con l’inaugurazione dell’impianto di località Marchesa.

Poco dopo gli organi elettivi della città, sindaco e consiglio comunale, vennero sciolti dal ministero dell’Interno con un provvedimento antimafia.



16 gennaio 2013

Pino Neri

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo qua e la l’opinione che ho è questa:
Tirreno dice di aver perso 80 milioni di euro in Campania in 5 anni.
Negli ultimi anni la situazione si è aggravata.
C’è la crisi degli ipermercati in Campania come altrove.
Negli ultimi 2 anni Tirreno ha aperto 2 supermercati in Campania.
Questi, pur essendo super,hanno aggravato i conti negativi.
Tirreno chiede al sistema coop di collaborare in campania.
I 2 super aperti sono di proprietà di Unicoop Firenze, Tirreno paga l’affitto a Firenze.
Firenze, Tirreno e Centroitalia fanno voce grossa con coop italia per contare di più.
Il sistema coop dice no all’aiuto in campania.

Toscana, Lazio e Umbria:
dai bilanci si deduce che, tolti gli 80 in Campania, le perdite nelle aree storiche sono di 70 milioni di Euro, sempre in 5 anni.
Le ultime aperture di supermercati non sono state felici (vedi Tivoli).
L’attuale presidente negli ultimi 5 anni è lo stesso.
L’attuale direttore centrale era direttore commerciale ma più o meno è uguale.
Attuale direttore vendite, già responsabile commerciale, nel frattempo ha fatto carriera, visto i bei numeri che si portava dietro!! i suddetti hanno guardato bene poi di contornarsi dei soliti 2,3 lacchè che attendono anch'essi di essere premiati.

e tutto alla luce del sole perchè assecondati da membri del CDA che hanno appoggiato in questi 5 anni tutto ciò che veniva loro proposto e hanno permesso che si gettasse il denaro dei soci vendendosi per un tozzo di pane vecchio. VERGOGNA!

Anonimo ha detto...

come è possibile che chi comanda questa azienda consideri tutti incapaci di pensare...forse è vero quello che dicono le voci: dipendenti ricattati psicologicamente perchè col cavolo che ritrovano un posto sicuro come in coop!!! ...ma se la vacca muore si ricordino che il padrone (si, in coop ci sono i padroni ma con i soldi degli altri) continua a mangiare mentre a loro toccherà stringere la cinghia!