24 novembre 2013

CONSORZIO ETRURIA, PER I PM FU BANCAROTTA

















Fa una certa impressione ripercorrere l'amara vicenda del Consorzio Etruria di Montelupo Fiorentino, anno di nascita 1921 (a seguire nell'articolo di Franca Selvatici). Il Consorizo è stato un fiore all'occhiello della Lega Coop nelle costruzioni, tra l'altro unico esempio di una coop toscana in un settore dominato dai cugini emiliani. Un gruppo cooperativo la cui storia è stata fonte d'orgoglio, tanto che nel 2004 usciva un libro dal titolo trionfalistico che richiama le ideologie gloriose del secolo breve, con un tocco di anarchismo: Senza padroni. Storia di un'esperienza cooperativa: il Consorzio Etruria. L'uscita del volume ha una tempistica perfetta, perché stando alle accuse della procura, già dal 2006 nei bilanci del Consorzio venivano nascoste perdite importanti a seguito di operazioni e commesse e sempre in quell'anno si sarebbe minata la solidità della cooperativa con l'acquisto di Coestra, secondo l'accusa pagata oltre il doppio del valore.

Non possiamo certo dimenticare come la vita del Consorzio sia interconnessa ad Unicoop Firenze. Numerosi centri commerciali Unicoop sono stati costruiti dalla coop edilizia di Montelupo e Unicoop Firenze è corsa al capezzale del consorzio nell'estate del 2011, in piena crisi, con una vitaminica iniezione di liquidità di 30 milioni.

Ma la vicinanza tra le due Coop toscane non si è limitata a questo. Nel 2008 infatti Unicoop Firenze sceglie il sistema di gestione duale, con l’istituzione di un consiglio di gestione (cui spetta la gestione della società) e di un consiglio di sorveglianza in rappresentanza dei soci (con compiti di controllo). Mentre le redini della Sorveglianza passano al presidente Campaini, quelle del consiglio di gestione vengono affidate ad un esterno (si fa per dire). Si tratta di Armando Vanni, presidente del Consorzio Etruria. Vanni, come è noto finirà defenestrato appena un anno dopo, con motivazioni che rimarranno oscure e che lasciano spazio ad alcune ipotesi interpretative, tra cui questa. Del resto di un personaggio come Vanni abbiamo sempre avuto molto da scrivere e ricordare.

L'ultimo tassello in questa breve ma sintomatica carrellata di intrecci tra Unicoop e Consorzio è quello dell'attuale presidenza del Consorzio Etruria che dal 2010 e nelle mani di Riccardo Sani, dirigente storico di Unicoop Firenze di cui era membro del Consiglio di Gestione.


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IL CONSORZIO Etruria di Montelupo Fiorentino era divenuto a metà degli anni 2000 uno dei maggiori gruppi nazionali nel settore delle costruzioni. Poi, nel 2011, la drammatica crisi e l' ammissione al concordato preventivo, poi omologato.

Mentre è in corso la fase di liquidazione, la procura presenta il conto a 22 ex componenti del pletorico consiglio di amministrazione del colosso azzoppato aderente alla rossa Lega delle Cooperative. I pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno chiuso l' inchiesta contestando una serie di reati di bancarotta per distrazione o per falso in bilancio o per operazioni imprudenti.

Fra gli indagati vi sono gli ex presidenti Armando Vanni e Luigi Minischetti, l' ex consigliere delegato Massimo Pagnini, l' ex direttore generale Ciro Paradisi. Secondo le accuse, nei bilanci 2006, 2007, 2008 e 2009 erano state occultate perdite ingenti in relazione a numerose operazioni e commesse, fra cui l' ippodromo dei Pini di Follonica, il porto al Puntone di Scarlino, la costruzione del centro commerciale Unicoop di San Lorenzo a Greve e la tramvia Scandicci Firenze, con un effetto complessivo sul patrimonio netto del Consorzio, nel 2009, di quasi 80 milioni di perdite non dichiarate: se i bilanci non fossero stati truccati, sin dal 2006 il Consorzio sarebbe stato obbligato ad aumentare il capitale o a portare i libri in tribunale.

La procura ritiene che il Consorzio fosse in difficoltà già prima dell' inizio della crisi del mercato immobiliare, anche a causa di operazioni imprudenti come l'acquisto nel 2006 della Coestra al prezzo complessivo di 39 milioni. Secondo l' accusa non ne valeva più di 18e in ogni caso non è stata trovata una valutazione (se non quella del venditore Gregoratti).

E' stata una vera e propria distrazione fraudolenta, per la procura, una operazione che risale al 22 febbraio 2008: il Consorzio vende 31.765 azioni del Banco di Lucca a 424 euro e lo stesso giorno ne riacquista 4.782 a 690 euro da una fiduciaria dietro la quale, secondo le accuse, operava in conflitto di interessi Luigi Minischetti: il tutto «con un esborso ingiustificato di 1,4 milioni».

Altre tre operazioni imprudenti vengono contestate agli amministratori del Consorzio in relazione ad acquisti, nel 2010, di quote di società del gruppo Btp a prezzi (per l' accusa) di assoluto favore per la venditrice: il 50,1% della Stif fu pagato 24,5 milioni a fronte di «un valore non superiore a 8,6); il 50% della srl Rignano (in rosso) fu comprato per 2 milioni; il 25% della Euroalfa fu pagato 6,350 milioni, contro un valore non superiore a 2,3.



22 novembre 2013

Franca Selvatici

La Repubblica.it




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