08 novembre 2014

UNICOOP FIRENZE E' USCITA DA MPS, MA NESSUN DIRIGENTE HA PAGATO



Unicoop Firenze è uscita definitivamente da Mps, ma come si è arrivati a questo disastro?

Una ricostruzione storica che ne ripercorre le tappe principali, il contesto e i gravi danni






Giovedì 6 novembre scorso, il presidente del consiglio di gestione di Unicoop Firenze, Golfredo Biancalani, ha confermato che Unicoop Firenze è uscita completamente e "definitivamente" da Mps. Per noi - ha detto - Mps è un capitolo chiuso, siamo usciti nel secondo semestre 2013 ed è una scelta definitiva.

E fa bene a chiarirlo, Biancalani, dopo le tante reticenze sulla vicenda della partecipazione della coop fiorentina nella "più antica banca del mondo" e le ingenti perdite riportate e quantificabili in circa 400 milioni di euro. Fa bene perché Mps si trova di nuovo ad affrontare i marosi della finanza e in prossimità dell'ennesimo aumento di capitale che avrebbe costretto anche Unicoop, se fosse rimasta nell'azionariato, a mettere nuovamente mano al portafoglio. Inutile ricordare che siamo stati da sempre critici su questa operazione finanziaria e alla luce dei fatti, a ragione. Ai colleghi e ai soci prestatori sarà utile per una riflessione sapere che nessuno dei dirigenti apicali e non, responsabili di questo immane disastro, ha pagato in termini di carriera per quello che è stato il più grande depauperamento di risorse della storia di Unicoop Firenze. Anzi, Campaini, il presidente storico che ha seduto a lungo del Cda di Monte Paschi insieme a Mussari e Vigni è stato nominato, nel giugno scorso,  presidente onorario di Unicoop Firenze, carica creata ad hoc per lui, non si sa con che remunerazione. A questo punto la Coop Fiorentina ha presidenti ad abundantiam, ben tre. Il già citato Biancalani quale presidente del consiglio di gestione, Daniela Mori presidente del consiglio di sorveglianza al posto di Campaini che diventa presidente onorario.

Sarà però utile un riassunto cronologico di come siamo arrivati a mettere la parola fine alla partecipazione di Unicoop in Mps tanto discutibile più che discussa, visto che la Coop fiorentina ne ha sempre parlato solo quando costretta dalle pressioni giornalistiche, evitando con cura l'argomento.

Com'è cominciata

Unicoop Firenze comincia ad investire nella banca senese tra il 2002 e il 2003. Negli anni successivi la partecipazione salirà fino ad assestarsi attorno ad una quota di poco inferiore al 3%. L'intenzione era quella di sostenere la Fondazione MPS creando uno zoccolo duro nell'azionariato nel tentativo di vincolare la banca al territorio e offrire servizi finanziari ai soci. Dice Campaini: L'ingresso risale al 2002-2003, periodo in cui era forte il timore che gli istituti bancari diventassero preda dei concorrenti stranieri. In più si stava discutendo di introdurre una norma che imponesse alle fondazioni bancarie di scendere sotto il tetto del 30% nella proprietà degli istituti: in sostanza si voleva ridimensionare il ruolo delle Fondazioni e permettere l'ingresso di nuovi soggetti nel mondo bancario. Decidemmo di fare l'operazione sulla base di due considerazioni. Primo, ci interessava garantire la permanenza del momento decisionale della banca sul territorio toscano.[...] In Toscana non sarebbe rimasta una banca vera e propria se anche il Monte fosse stato inglobato nel gioco delle compravendite bancarie. Diventando soci del Monte, puntavamo a potenziare la componente toscana della banca [...] La seconda considerazione che ci ha mosso è stata il desiderio di creare con il Monte nuovi servizi finanziari per i nostri soci a condizioni vantaggiose. Va reso noto un altro pensiero di Campaini per cui la borsa è sinonimo di speculazione e incompatibile con la cooperativa, egli sostiene infatti: Per quanto mi riguarda, sono del parere che la Borsa sia assolutamente incompatibile con la società cooperativa, sono due cose agli antipodi. La Borsa è fatta esclusivamente di capitali, le cooperative sono società di persone. Poi, come ho già detto in precedenza, Borsa è sinonimo di speculazione, acquisto azioni perché voglio guadagnarci sopra. Come potete notare siamo in un gorgo di contraddizioni, ma volendo tracciare un esile ponte tra affermazioni così antitetiche si può cercare affannosamente di interpretare che obtorto collo Campaini e Unicoop Firenze abbiano superato antiche remore puntando ad un investimento in borsa che non si stancheranno mai di definire strategico. E' una paroletta che non significa un gran che, borsa e Coop sono concettualmente agli antipodi, ma in buona sostanza si vuol sostenere che l'investimento in Mps non è di tipo strettamente finanziario, quindi speculativo, ma stabile e tende a rafforzare la toscanità della banca. Con questa lunga, ma doverosa premessa passiamo alle date successive.

Le tappe successive dell'investimento strategico e un pizzico di trading

Fino al 23/12/2005 risultava in Consob una
comunicazione (si veda sotto la colonna "situazione precedente") per cui la quota di Unicoop Firenze era del 2,427%.

Tra l'aprile del 2009 e il maggio del 2011 il numero delle azioni possedute è di 185.176.232, come si può verificare a pag. 29 di questo documento e a pag. 3 di quest'altro, pari al 2,76%.

Al 29 marzo 2012 la quota risulta essere del 2,727% come si può leggere dal prospetto Consob sotto la colonna "situazione precedente". 

Al 27 aprile 2012 le azioni, dopo l'adesione all'aumento di capitale della banca, salgono a 318.503.114 come si può leggere a pag. 44 del documento di registrazione depositato presso la Consob. La quota è del 2,73%

Al 29 aprile 2013 però le azioni salgono inaspettatamente a 430.403.114 pari al 3,68%.
Si veda pag. 53 del documento di registrazione depositato presso la Consob. Quindi Unicoop Firenze ha acquistato un ulteriore pacchetto di 111.900.000 azioni, come si può leggere in questo articolo.

Al 18 luglio 2013 però, Unicoop risulta aver già rivenduto le 111.900.000 azioni, tornando al precedente quantitativo di 318.503.114, come si può leggere a pag. 51 del documento di registrazione depositato presso la Consob. La quota è di nuovo al 2,73%. In pratica Unicoop Firenze ha effettuato attività di trading comprando e rivendendo quel pacchetto di azioni. Alla faccia della borsa che è speculazione, oppure proprio per questo. Al 26 novembre 2013 Unicoop Firenze risulta scesa al 1,776%, come da prospetto Consob.

Siamo all'epilogo. Le quote sotto il 2%, non rilevanti, scompaiono dai prospetti della Consob. Biancalani dichiara che l'uscita completa è stata effettuata nel corso del secondo semestre del 2013. Bisogna ritenere che il 1,776% sia stato venduto entro il 31/12/2013, visto che a fine novembre risultava ancora.

Le perdite riportate a bilancio

Finora Unicoop Firenze ha svalutato le azioni Mps una prima volta nel bilancio del 2008 per 189 milioni e in seguito nel bilancio 2012 per 197,9 milioni per un totale di 387 milioni. Va inoltre aggiunto il pasticcio del cosiddetto prestito Fresh, per il quale rimandiamo a
questo articolo
.

Il prestito sociale di Unicoop Firenze

Ha risentito molto del clima di sfiducia generato dal coinvolgimento della Coop fiorentina nell'azionariato di Mps. Basti pensare che esso ammontava a ben 2,814 miliardi di euro alla fine del 2010 ed è sceso a 2,229 miliardi alla fine del 2013. E' ovvio che sul decremento del prestito abbia influito anche la crisi, ma basta un raffronto con il prestito sociale delle altre grandi Coop per rendersi conto che la fuga dai libretti in Unicoop Firenze è stata di misura ampiamente più marcata, e spiegabile in queste proporzioni solo con l'effetto negativo della partecipazione in Mps.

A futura memoria

In conclusione di quella che rimane forse la pagina più nera di Unicoop Firenze, la cooperativa ha tradito un mandato etico investendo i soldi dei soci in attività finanziarie rischiose che nulla hanno a che vedere coi valori mutualistici; ha depauperato enormi risorse che potevano essere investite altrimenti; ha fallito nel progetto dell'investimento strategico che mirava a vincolare, a fianco della Fondazione Mps, la banca al territorio. Ha inoltre danneggiato la propria immagine e procurato giustificati motivi di preoccupazione nei soci prestatori e nei dipendenti. A fronte di tutto questo disastro nessuno ha pagato.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

certo come tutti quelli di sinistra, nessuno paga, ma alla fine qualcuno mi auguro che pagherà tutti i danni subiti...... e che qualche magistrato abbia le palle di aprire il calderone che si nasconde dentro... allora saranno c...i amari per i vertici. Speriamo..... coop=mafia

Anonimo ha detto...

E il presidente che ha scritto quello schifo di libro un'altra vita e' possibile, se vuole un consiglio la sua vita sarebbe la pensione e levarsi dalle palle definitivamente, perchè ha rovinato la cooperativa da 50 anni che la gestisce. se non e uno che ha preso mazzette anche lui e' un santo....