E' un pò bizzarra la situazione che si è venuta a verificare intorno al format degli ipermercati per Coop. Dopo aver spinto e pressato per averli, punto cardine all'interno dei centri commerciali, adesso pare che le Coop non sappiano gestire con redditività soddisfacente la vendita di prodotti non food, quindi tutto ciò che non è la classica spesa.
In buona sostanza, si assiste ad un ridimensionamento delle superfici degli iper, come sta facendo Unicoop Firenze e non solo, destinando lo spazio ricavato a negozi da affittare, attività facile da gestire nonché redditizia e abbandonando la commercializzazione di prodotti in cui Coop non riesce ad essere competitiva.
E' un ritorno alla formula antica del Superstore con una superficie di vendita tra i 2.500 e i 4.000 mq. Pare quindi prospettarsi la fine della tipologia iper per Coop, che invece è vincente in molti paesi del mondo, solo che occorre possedere un adeguato know how e le necessarie capacità manageriali, cosa che evidentemente Coop non ha in misura adeguata.
Si preferisce così ripiegare, per inseguire il format di un concorrente profittevole come Esselunga, la quale non ha mai sposato il modello degli ipermercati, preferendo la tipologia Superstore basata su di un'offerta prevalentemente alimentare, con integrazione di igiene per la casa e la persona.
Anche Coop Estense, il cui bilancio recente non brilla di certo, è contraria agli iper. Si, ma par di capire non solo ai suoi che nessuno la obbliga a fare, ma anche a quelli che potrebbe costruire la concorrenza. Non si sa mai ...
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Oggi, mercoledì 1° giugno, la Consulta Sociale di Coop Estense – il massimo organo consultivo della base sociale della cooperativa – si è riunita in via straordinaria per affrontare la delicata questione del nuovo Piano del Commercio in discussione nella provincia di Modena.
A seguito della netta contrarietà già espressa da tutte le associazioni di categoria, unitamente alla Lega provinciale delle cooperative e alla Cgil, con la stessa netta contrarietà anche i Soci di Coop Estense prendono le distanze dalle proposte presentate dall’Amministrazione Provinciale, ritenute pericolose per il futuro della rete commerciale modenese. In particolare la cooperativa denuncia le modalità con cui si è tentato di assumere e confermare, senza un coinvolgimento pienamente trasparente dei soggetti interessati, decisioni in evidente contrasto con qualsiasi logica commerciale o criterio pianificatorio, e soprattutto in assoluta contraddizione con le linee guida che la stessa Provincia aveva delineato in fase istruttoria.
L’avvio dell’iter del POIC era apparso in un primo tempo condivisibile ed apprezzabile in quanto mirava alla riqualificazione dell’esistente, al completamento di insediamenti già pianificati, nonché alla creazione di nuove opportunità per alcuni insediamenti di medie e grandi strutture non alimentari. Ciò ancora di più sulla base della constatazione dell’efficienza della rete alimentare provinciale, risultata la più conveniente dell’intera regione da indagini autonome ed imparziali (Nielsen, Il Sole 24 Ore, Codacons), in un momento congiunturale in cui i consumi vivono una fase di consistente e decisa contrazione. Nel modo più assoluto si escludevano nuove grandi strutture alimentari o ipermercati. E’ quindi con sorpresa e preoccupazione che si è avuta notizia della proposta di una serie di futuri possibili insediamenti di grandi strutture alimentari assolutamente ingiustificati.
In assenza di una qualsiasi seria analisi sullo stato della rete distributiva nei comuni interessati, la Provincia ha accolto la richiesta del Comune di Soliera di trasformare la grande struttura non alimentare di 5000 mq già pianificata nel comparto ex Sicem nel POIC 2006, in un vero e proprio ipermercato, per metà alimentare e metà non alimentare. In virtù della norma che autorizza la nascita di tale ingiustificato insediamento, a poche centinaia di metri da alcuni supermercati e a pochi chilometri dagli ipermercati di Carpi e Modena, si potrebbe consentire un’analoga operazione anche nei comuni di Campogalliano (area ex Bugatti) e nel comune di Finale Emilia (frazione Massa Finalese, area ex Bellentani), dove insistono aree ex industriali di recupero che potrebbero trasformarsi in altrettanti ipermercati.
Per la disinvoltura delle modalità di assunzione, per la carenza di analisi e motivazioni economiche esibite, per l’incuranza riservata allo stato dell’attuale rete commerciale, tali decisioni sembrano rispondere a logiche legate ad interessi immobiliari piuttosto che agli interessi del territorio, dei consumatori e degli operatori.
Il sospetto di una politica pubblica troppo condizionata da obiettivi finanziari e patrimoniali segna una grave svolta rispetto ad un’alta esperienza che sino ad oggi, proprio in forza di una pianificazione oculata, innovatrice ma condivisa, ha saputo determinare a Modena un modello di rete equilibrato, efficiente, conveniente e innovativo, soprattutto nel settore alimentare.
I Soci di Coop Estense non possono esimersi dall’esprimere allarme e preoccupazione e chiedono da parte della Provincia un giusto ripensamento di talune inaccettabili scelte respinte da tutti, quindi il ritorno ad un confronto che miri al consenso delle associazioni sindacali e di categoria e che ritrovi convergenza su un’ipotesi di pianificazione trasparente, equilibrata e condivisa.
Per questo obiettivo Coop Estense organizzerà una forte campagna di informazione nei confronti di Soci e consumatori, mettendo in campo tutte le iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione utili compresa, alla fine di un percorso di assemblee territoriali, una raccolta di firme in tutta la rete della provincia di Modena.
1 giugno 2011
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