17 maggio 2013

IL PARADOSSO COOP ESTENSE: SEMPRE APERTI, MA STIPENDI IN CALO

Il nodo delle maggiorazioni mette a rischio il nuovo integrativo

Uiltucs: «il taglio proposto sulla paga domenicale è troppo alto»




Il tavolo di confronto tra Coop Estense e sindacati è ripreso dopo nove mesi di stop lo scorso 22 marzo. Sul piatto c'è il rinnovo del nuovo integrativo, ma la strada per giungere alla tanto agognata firma sembra essere impervia.

E tra i nodi che stanno complicandola trattativa c'è proprio quello delle maggiorazioni domenicali: il colosso della distribuzione cooperativa vorrebbe tagliarle, mentre i rappresentanti dei lavoratori stanno tentando in tutti i modi di ridurre al massimo l'impatto del ridimensionamento.

L'alleggerimento delle retribuzioni festive sembra così 'smascherare', almeno per ora, il fallimento delle aperture domenicali no-stop, che nulla hanno portato in termini di maggiori incassi per via Virgilio. Quando le liberalizzazioni Monti divennero realtà all'inizio dell'anno passato, fu proprio Coop a scommettere sui benefici delle aperture festive. Benefici che si sarebbero dovuti tradurre in nuove assunzioni e fatturati in crescita, ma nulla è successo. Al punto che la domenica è ormai considerata un giorno lavorativo come gli altri ed è necessario rivederne la sua eccezionalità per contrastare la crisi dei consumi. Peccato che venga fatto su chi ha sofferto di più questa deregulation: la forza lavoro.

«La trattativa con Coop sull'integrativo continua ma ammetto è molto complicata. L'azienda ribadisce che la concorrenza sul mercato è difficile e siamo i primi a capire che serve rivedere certe voci del contratto, ma le richieste messe sul tavolo sono troppo penalizzanti e bisogna continuare a mediare», conferma il segretario della Uiltucs-Uil, Ivana Veronese.

«Le maggiorazioni domenicali sonostate ridotte in tutti gli accordi a livello nazionale, ma il taglio non può essere così drasticocome proposto da Coop». lamenta ancora la Veronese che addita «le liberalizzazioni come il vero problema che ha stravolto il mercato». Altro ostacolo che sta complicando il confronto è quello della cosiddetta cpagellina' individuale, chiamata in gergo Ipr (Indennità periodica di risultato). «E' una parte di retribuzione che viene data solo a certe figure professionali all'interno dei reparti, ma Coop vuole legarla soltanto ai risultati di vendita e non più alla mansione. E' una richiesta che va rivista perché determinerebbe una diminuzione notevole in buste paga». Infine, secondo la sindacalista, «la trattativa deve ancora risolvere il nodo sul salario variabile per tutti i dipendenti che l'azienda vorrebbe eliminare per chi non ha maturato determinate quote retributive».

Nonostante le difficoltà, il dialogo tra leparti continua e il prossimo appuntamento è fissato per il 31 maggio.
«Speriamo di firmare il contratto entro giugno perché poi inizieranno le trattative sul rinnovo del contratto nazionale di settore e l'integrativo andrebbe nuovamente in stand-by», ricorda sempre il segretario nazionale della Uiltucs-Uil. Insomma, il tempo stringe e se i prossimi confronti non porteranno ad un'intesa di massima, il rischio è quello di vedere naufragare definitivamente l'integrativo. Attualmente, in sostituzione del contratto di secondo livello, per i lavoratori di Coop Estense è in vigore un regolamento interno.


14 maggio 2013

www.modenaqui.it


Nessun commento: