Da quel momento, però, alla società che ha denunciato presunte malefatte sono stati tagliati i ponti non solo con Coop, «ma non gli vengono più affidati compiti sulla sicurezza del Pd».
Lo scandalo intercettazioni
Dipendenti intercettati in ufficio, filmati illegalmente, ma anche presunte 'consulenze' pretese da almeno un manager per continuare a lavorare con la Coop. Un j’accuse dettagliato, che nel 2008 è stato rappresentato anche all’attuale segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e da questi ai vertici della Lega Coop, ma che non avrebbe portato a nessun risultato.
A svelarlo a verbale non è uno degli imprenditori esautorati, bensì l’attuale «responsabile della sicurezza del Pd in Lombardia», Walter Travaini. Ascoltato come testimone nell’inchiesta sui presunti dossieraggi illegali a carico di alcuni dipendenti della Coop, Travaini racconta di come gli imprenditori in questione (Gianluca Migliorati e Fabio Quarta soci della Sis), «mi furono presentati negli anni 2003-2004 da Massimo Carnevali, responsabile sicurezza Coop (tra gli indagati dell’inchiesta, ndr), in quanto la loro società collaborava già all’interno di Coop». Sulla professionalità di questi due imprenditori, Travaini non ha dubbi, definendoli «professionali e seri, gli erano anche affidati delicati compiti di sicurezza all’interno del Pd».
Secondo il testimone i manager della Sis, dopo alcuni anni di collaborazione, si rivolsero a lui per denunciare una serie di inquietanti anomalie. «Mi mostrarono – ha raccontato Travaini al pm Francesca Celle – delle fatture riconducibili a Carnevali, aventi come oggetto consulenze generiche... richieste di denaro per permettere alla Sis di continuare a lavorare all’interno di Coop». Secondo il funzionario del Pd, i due imprenditori gli rappresentavano anche «delle situazioni che riguardavano intercettazioni video ai danni dei dipendenti Coop». Una situazione che Travaini non sottovaluta. Grazie anche «all’amicizia personale che mi lega all’onorevole Bersani, organizzai un incontro».
Durante il tragitto tra Linate e Piacenza, nel 2008, «i signori Quarta e Migliorati mostrarono dei contratti e copie di fatture, evidenziando che le stesse altro non fossero che richieste di denaro da parte del responsabile della sicurezza Coop. Riferirono inoltre anche di alcuni comportamenti scorretti che la Coop aveva nei confronti dei dipendenti. Preso atto di questa situazione, Bersani – ricorda ancora il testimone – disse che avrebbe messo a conoscenza la Lega Coop, in quanto unico organo deputato a far chiarezza sulla vicenda».
L’intervento di Bersani effettivamente ci fu, tanto che Travaini ricorda di come «Quarta e Migliorati sono stati da me accompagnati in Lega Coop dal presidente Luca Bernareggi e dal direttore generale Italo Formigoni. In questa sede i due hanno ribadito gli stessi fatti e anche Bernareggi e Formigoni dissero che avrebbero fatto luce sulla vicenda». Da quel momento, però, alla società che ha denunciato presunte malefatte sono stati tagliati i ponti non solo con Coop, «ma non gli vengono più affidati compiti sulla sicurezza del Pd».
Due anni dopo, nel 2010, un’inchiesta ha scoperto il progetto, poi non portato a termine ma solo sperimentato su una filiale di Vigevano, di intercettazioni telefoniche illegali disposte su alcuni dipendenti. Attualmente rischiano il processo l’ex responsabile sicurezza Coop Lombardia e il suo superiore, il vicepresidente di Coop Lombardia Daniele Ferrè.
22 gennaio 2012
Emilio Randacio
La Repubblica
A svelarlo a verbale non è uno degli imprenditori esautorati, bensì l’attuale «responsabile della sicurezza del Pd in Lombardia», Walter Travaini. Ascoltato come testimone nell’inchiesta sui presunti dossieraggi illegali a carico di alcuni dipendenti della Coop, Travaini racconta di come gli imprenditori in questione (Gianluca Migliorati e Fabio Quarta soci della Sis), «mi furono presentati negli anni 2003-2004 da Massimo Carnevali, responsabile sicurezza Coop (tra gli indagati dell’inchiesta, ndr), in quanto la loro società collaborava già all’interno di Coop». Sulla professionalità di questi due imprenditori, Travaini non ha dubbi, definendoli «professionali e seri, gli erano anche affidati delicati compiti di sicurezza all’interno del Pd».
Secondo il testimone i manager della Sis, dopo alcuni anni di collaborazione, si rivolsero a lui per denunciare una serie di inquietanti anomalie. «Mi mostrarono – ha raccontato Travaini al pm Francesca Celle – delle fatture riconducibili a Carnevali, aventi come oggetto consulenze generiche... richieste di denaro per permettere alla Sis di continuare a lavorare all’interno di Coop». Secondo il funzionario del Pd, i due imprenditori gli rappresentavano anche «delle situazioni che riguardavano intercettazioni video ai danni dei dipendenti Coop». Una situazione che Travaini non sottovaluta. Grazie anche «all’amicizia personale che mi lega all’onorevole Bersani, organizzai un incontro».
Durante il tragitto tra Linate e Piacenza, nel 2008, «i signori Quarta e Migliorati mostrarono dei contratti e copie di fatture, evidenziando che le stesse altro non fossero che richieste di denaro da parte del responsabile della sicurezza Coop. Riferirono inoltre anche di alcuni comportamenti scorretti che la Coop aveva nei confronti dei dipendenti. Preso atto di questa situazione, Bersani – ricorda ancora il testimone – disse che avrebbe messo a conoscenza la Lega Coop, in quanto unico organo deputato a far chiarezza sulla vicenda».
L’intervento di Bersani effettivamente ci fu, tanto che Travaini ricorda di come «Quarta e Migliorati sono stati da me accompagnati in Lega Coop dal presidente Luca Bernareggi e dal direttore generale Italo Formigoni. In questa sede i due hanno ribadito gli stessi fatti e anche Bernareggi e Formigoni dissero che avrebbero fatto luce sulla vicenda». Da quel momento, però, alla società che ha denunciato presunte malefatte sono stati tagliati i ponti non solo con Coop, «ma non gli vengono più affidati compiti sulla sicurezza del Pd».
Due anni dopo, nel 2010, un’inchiesta ha scoperto il progetto, poi non portato a termine ma solo sperimentato su una filiale di Vigevano, di intercettazioni telefoniche illegali disposte su alcuni dipendenti. Attualmente rischiano il processo l’ex responsabile sicurezza Coop Lombardia e il suo superiore, il vicepresidente di Coop Lombardia Daniele Ferrè.
22 gennaio 2012
Emilio Randacio
La Repubblica
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