31 gennaio 2012

SE PROTESTI PERDI IL POSTO. A CASA 20 FACCHINI ISCRITTI ALLA CISL

Lavoravano a trenta gradi sotto zero per 14 ore al giorno, 250-300 al mese. In busta paga erano segnalate solo 130-140 ore: il resto delle ore ordinarie e tutti gli straordinari comparivano come rimborsi mensa o rimborsi chilometri, che sono detassati. I ragazzi non ci stavano, volevano che le buste paga fossero come dovevano essere.

In più lavoravano senza sicurezza: se c’era un cartone da prendere a 4 o 5 metri di altezza si arrampicavano sugli scaffali, o salivano sulle pale di un muletto e si facevano innalzare. A meno trenta gradi, col ghiaccio, ci vuole un attimo a scivolare.

Si sono auto-denunciati per evasione fiscale. E hanno perso il posto. Mercoledì scorso venti lavoratori della cooperativa Bbs di Bresso (Milano) sono andati dalla Guardia di Finanza per segnalare irregolarità nelle loro buste paga. Il giorno dopo la Primafrost, l’azienda logistica e trasporto surgelati di Man

tova che dava lavoro alla Bbs, le ha fatto subentrare una cooperativa di Bergamo, che ha assunto tutti i “vecchi” lavoratori, tranne quelli che si erano rivolti alle Fiamme Gialle. Insieme a loro c’era Emmanuele Monti, segretario della Fit-Cisl mantovana.

Come nasce la decisione dell’auto-denuncia?
Queste persone lavoravano a trenta gradi sotto zero per 14 ore al giorno, 250-300 al mese. In busta paga erano segnalate solo 130-140 ore: il resto delle ore ordinarie e tutti gli straordinari comparivano come rimborsi mensa o rimborsi chilometri, che sono detassati. I ragazzi non ci stavano, volevano che le buste paga fossero come dovevano essere.

In più lavoravano senza sicurezza: se c’era un cartone da prendere a 4 o 5 metri di altezza si arrampicavano sugli scaffali, o salivano sulle pale di un muletto e si facevano innalzare. A meno trenta gradi, col ghiaccio, ci vuole un attimo a scivolare.

Hanno segnalato questi problemi all’azienda?
Hanno fatto più di una protesta. Chiedevano che fosse recuperata la sicurezza, che ognuno lavorasse al massimo 10 ore al giorno e che fossero regolarizzate le buste paga. Da agosto a ottobre abbiamo trattato con la Bbs, ma alla fine ci siamo accorti che erano parole al vento, e abbiamo presentato denunce all’ispettorato del lavoro, all’Asl e all’Inps. È scoppiato un putiferio. Primafrost ha fatto sapere che avrebbe fatto subentrare una nuova cooperativa, che avrebbe assorbito solo chi non era iscritto al sindacato. Così è successo.

Gli aderenti al sindacato erano solo 20?
Erano 40 su 70, ma venti sono rimasti terrorizzati, hanno dato le dimissioni dal sindacato e infatti sono stati presi dalla nuova cooperativa. Pensi che uno di loro si è dimesso il 23 gennaio ed è stato assunto il 26. Abbiamo a che fare con una palese attività antisindacale, anche estorsiva. Ai lavoratori è stato detto: o fate questo o perdete il posto. Queste persone si sono auto-denunciate per evasione: a differenza di Cortina, dove la gente scappava, loro si sono fatti avanti perché volevano pagare le tasse. Per questo sono stati puniti, sono rimasti a casa.

Vi aspettavate la reazione dell’azienda?
Non pensavamo che sarebbe stata così veloce. Appena è arrivata la denuncia che fa più paura – quella alla Finanza – hanno mollato il carrozzone e sono fuggiti. Prevediamo che la Bbs si accollerà le responsabilità e manderà tutti in liquidazione.

Ora cosa farete?

Cercheremo di andare in piazza ogni giorno. Faremo tutte le mosse legali possibili, ci opporremo ai licenziamenti. Siamo di fronte a una serie di condizioni fuori norma e a una società che anziché cercare di recuperare fa il contrario: manda via chi denuncia i problemi. Il 15 dicembre ci sono state ispezioni in azienda: i carabinieri, l’Inps e la Asl hanno constatato che ciò che dicevamo era vero. E l’impresa se ne è fregata.


30 gennaio 2012

Andrea Monti

Panorama.it

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