Aperto un fascicolo dopo l'inchiesta di Libero:
L'accusa è violazione della privacy. Una relazione dell'Ispettorato del lavoro denucia l'utilizzo improprio delle telecamere.
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Silenzio dei sindacati.
L'inchiesta di Libero sulla Coop che spiava i propri dipendenti diventa ora un'inchiesta penale. Riprendendo i nostri servizi, la procura di Milano infatti ha avviato un' indagine per capire chi e perché ha controllato movimenti e telefonate di diversi dipendenti delle coop sia nei supermercati in Lombardia sia negli uffici della sede centrale di via Famagosta a Milano. Il fascicolo nel quale si ipotizzano numerose violazioni della privacy è ancora contro ignoti e in mano al procuratore aggiunto Nicola Cerrato. Il magistrato ha appena ricevuto una relazione dall'ispettorato del Lavoro nella quale si ipotizzerebbe, tra l'altro, l'utilizzo improprio delle telecamere di sicurezza nei supermercati coop. In pratica, questa l'ipotesi più blanda, si sarebbero utilizzate quelle telecamere per spiare clienti e dipendenti.
E' una traccia che rischia di essere persino fuorviante. Da quanto infatti ha scoperto Libero raccogliendo plurime testimonianze di imprenditori e tecnici pronti a testimoniare in Tribunale, il Grande Fratello era un fenomeno assai più organizzato. Venivano utilizzate microtelecamere nascoste, il collocamento veniva celato dietro faretti luce, orologi da parete e intercapedini.
Insomma, telecamere che nulla hanno a che spartire con quelle classiche per la sorveglianza dei punti vendita contro il taccheggio e per la sicurezza degli incassi. Anzi, compiendo dei sopralluoghi e osservando l' angolatura delle riprese, si è potuto verificare che le telecamere nascoste sarebbero state collocate a poche decine di metri da quelle per la sicurezza.
E' una traccia che rischia di essere persino fuorviante. Da quanto infatti ha scoperto Libero raccogliendo plurime testimonianze di imprenditori e tecnici pronti a testimoniare in Tribunale, il Grande Fratello era un fenomeno assai più organizzato. Venivano utilizzate microtelecamere nascoste, il collocamento veniva celato dietro faretti luce, orologi da parete e intercapedini.
Insomma, telecamere che nulla hanno a che spartire con quelle classiche per la sorveglianza dei punti vendita contro il taccheggio e per la sicurezza degli incassi. Anzi, compiendo dei sopralluoghi e osservando l' angolatura delle riprese, si è potuto verificare che le telecamere nascoste sarebbero state collocate a poche decine di metri da quelle per la sicurezza.
Ma non ci sono solo i filmati dei supermercati. Libero infatti ha anche documentato e pubblicato frammenti di riprese avvenuti in altre sedi. Nell'ufficio di una dipendente della sede centrale erano state collocate ben due telecamere per riprendere ogni movimento della dirigente nel suo ufficio. A questi bisogna aggiungere le intercettazioni telefoniche disposte apparentemente senza filtro in alcuni centralini dei supermercati. Insomma un fenomeno che ha visto numerosi protagonisti e diverse responsabilità.
Rimangono però ad oggi senza risposta tutte le possibili domande, sempre più inquietanti, su questa vicenda. Infatti, in coop chi aveva interesse a monitorare i dipendenti? E secondo quali criteri venivano individuati i manager da spiare? Le informazioni sensibili venivano poi gestite creando dei veri e propri dossier segreti? Le notizie acquisite venivano quindi utilizzate per ricattare i dipendenti? Chi gestiva questi traffici? Chi lo sapeva e faceva finta di niente?
C'è poi un altro capitolo di questa storia che va chiarito visti i numerosi interrogativi che rimangono ancora pendenti.
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, prima di essere eletto nel gennaio del 2009 ha incontrato almeno tre volte il responsabile della sicurezza del partito per la Lombardia, Walter Travaini per discutere di intercet tazioni con gli imprenditori che seguivano la sicurezza degli ipermercati. Questi ultimi erano stufi di dover "oliare", secondo quanto hanno riferito a Bersani, i dirigenti coop per garantirsi i lavori. Bersani si sarebbe attivato contattando i massimi dirigenti della cooperazione italiana tanto che nel giro di qualche settimana i due imprenditori parteciparono a un vertice con i responsabili di coop Lombardia, a iniziare dal presidente Luca Bernareggi. Perchè Bersani prese così a cuore la vicenda? Gli interessi di esponenti del Pd su una vicenda interna al mondo delle coop non è poi così chiaro. Sono dettagli dal particolare rilievo politico in un paese come il nostro dove i passaggi tra coop e Pd nella carriera e nella vita delle persone sono frequentissimi, ma rimangono dettagli privi di rilevanza penale tra microtelecamere e intercettazioni abusive. Rimane invece da far luce sul Grande Fratello delle coop, nei negozi in Lombardia, dopo che unicoop Firenze ha registrato casi di dipendenti spiati grazie a particolari meccanismi elettronici per valutarne la loro laboriosità. E su questa inchiesta la procura sembra intenzionata a muoversi con prudenza ma con altrettanta fermezza. E nei corridoi del Tribunale tra gli investigatori si osserva come nessun sindacato, almeno per il momento, abbia presentato un esposto a tutela dei lavoratori rappresentati.
26 gennaio 2010
G. Nuzzi
Libero
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Procura di Milano, meglio tardi che mai
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9 commenti:
Non sorprende, affatto, il silenzio delle organizzazioni sindacali in merito alla delicata vicenda delle intercettazioni avvenute in Coop Lombardia.
Il silenzio, probabilmente dettato dall'imbarazzo getta nuove ombre sui legami tra mondo cooperativo e sindacati.
Sempre più, appare chiaro soprattutto in occasioni di vicende simili a questa lo smarrimento di un'intera classe (quella sindacale) che considera ancora come etica la politica dei grandi gruppi cooperativi.
Per loro stessa origine, i sindacati faticano ad assumere una posizione trasparente quando si trovano di fronte a taluni soggetti, divenuti nel frattempo squisitamente imprenditoriali.
Il tempo delle discussioni fitte di demagogia dovrebbe essere finito, invece si assiste a tutt'oggi ad una levata di gambe (o a una chinata di testa che dir si voglia) ad atteggiamenti che di demagogico hanno tutto.
Se i "compagni" sbagliano si tace, anche se sbagliano e pesantemente sulle spalle della gente. Ma, forse, il sentimentalismo ha la meglio e si preferisce non alzare la voce. Ma, forse, se non fosse sentimentalismo? Se invece fosse che i sindacati trovano in una certa fetta di mondo un mondo in cui ancora hanno un seppur minimo margine di trattativa?
Sarebbe come dire che sono uomini di onore. Ma noi, noi questo non lo crediamo: almeno fintanto riusciremo a farlo.
INTANTO PERO' IN UNICOOP FIRENZE SI FIRMANO ACCORDI PER PERMETTERE ALL'AZIENDA DI RIPRENDERE ANCHE IL LAVORO DEI DIPENDENTI CON TELECAMERE ALL'INTERNO DEI PUNTI VENDITA. E CI DOVREMMO FIDARE ADESSO? CHE MI VOGLIONO CONVINCERE CHE QUELLE TELECAMERE SONO STATE MESSE ANCHE PER GARANTIRE IL PERSONALE?? DA CHE COSA?
Inchiesta sullo spionaggio ai dipendenti Coop
Repubblica — 26 gennaio 2010 pagina 8 sezione: MILANO
FINISCONO in procura i presunti casi di spionaggio alla Coop. Il procuratore aggiunto Nicola Cerrato ha aperto un' inchiesta ipotizzando il reato di "violazione della privacy" in seguito alla denuncia del quotidiano Libero. Per ora il fascicolo è contro ignoti. Secondo la denuncia, in due punti vendita di Milano (Palmanova e Bonola) e in uno di Vigevano, erano in funzione telecamere e sistemi di registrazione nascosti che spiavano commessi e impiegati. La Coop, tuttavia, ha categoricamente rifiutato ogni accusa. E ha denunciato per diffamazione un imprenditore che aveva rivelato al giornale di aver piazzato telecamere nascoste anche negli uffici e di aver collocato una centrale d' ascolto per captare le telefonate dei dipendenti delle Coop, mettendosi a disposizione dei magistrati per confermare le sue rivelazioni. Il giornale aveva rivelato anche i contenuti di queste intercettazioni, che riportavano dialoghi privati su relazioni extraconiugali tra dipendenti della cooperativa. A chiedere che sia fatta chiarezza sulla vicenda è stata anche la Cgil di Milano e della Lombardia: «Se ci trovassimo di fronte a strumentalizzazioni giornalistiche ne dovrà rispondere chi ne è l' artefice. Qualora le notizie dovessero risultare reali, ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo e Coop Lombardia dovrebbe assumersi le proprie responsabilità», hanno fatto sapere Nino Baseotto e Onorio Rosato. Ora, sulla base di una segnalazione mandata alla Direzione provinciale del lavoro, il procuratore aggiunto ha aperto il fascicolo d' inchiesta. - (da. c.)
Alessandro @ Cinzia
Il giorno 11 Giugno 2008 l'esecutivo aziendale ed Unicoop Fi rappresentata da Piero Forconi, Picchietti,Romagnoli e Ancinotti hanno sottoscritto un "verbale d'incontro" in cui le parti convengono di installare presso lr unità produttive di Unicoop impianti e apparecchiature di controllo a tutela del patrimonio aziendale.
Si demanda il posizionamento delle telecamere agli accordi con le RSU dei singoli punti vendita.
Perciò sarebbe auspicabile che le singole RSU si limitassero a non concedere all'azienda la possibiltà di installare sistemi che vadano contro le leggi sulla privacy e contro ciò che prevede lo Statuto dei Lavoratori.
Adesso a maggior ragione...aggiungo io.
Saluti
Da un intervista di GDO NEWS sui fatti di coop lombardia, leggo questa dichiarazione fatta dal "quartier generale" dell' azienda:
"...le rappresentanze sindacali sono allineate con noi, hanno espresso la massima solidarietà nei confronti dell' azienda".
Supponiamo che questa dichiarazione corrisponda a verità, mi chiedo:
1- Non sarebbe più opportuno da parte delle Rappresentanze Sindacali attendere gli sviluppi delle indagini in corso prima di dichiararsi solidali con i vertici aziendali?
2- Non ho trovato riscontri che mi dicano che altrettanta solidarietà sia stata espressa dalle stesse nei confronti delle vittime di questa situazione...i dipendenti intercettati e/o videoripresi.
3- PERCHE'?
Zanardi
La domanda di Zanardi tocca lì dove il dente duole.
Da sempre nelle Coop e Unicoop Firenze ne è la riprova, la Cgil (sindacato maggioritario ed inutuile), insieme agli altri degni occupatori di poltrone e ricettori di favori come Cisl e Uil, con tanto di furboni "distaccati" pagati dalla Coop per NON fare nulla che sia paragonabile alla benché pur minima attività sindacale (i nomi li sapete tutti), si allineano in condizione subalterna rispetto all'azienda, tradendo nei fatti la vocazione stessa dell'organizzazione sindacale, nonché lasciando migliaia di lavoratori a fare i conti sulle proprie forze, psicologiche, di iniziativa e finanziarie.
Pagare la tessera a queste SANGUISUGHE è, non solo inutile, ma dannoso per la DEMOCRAZIA SINDACALE e la democrazia tout court; equivale a pagare il pizzo in sicilia, calabria, campania.
Questa è la nuova mafia: le cgil, le cisl le uil annidiate ad hoc nelle coop, par aiutare l'azienda a sfruttare senza ritegno i dipendenti, con il placet dei falsi sindacati.
Sono conniventi con i piccoli meschini padroni delle coop per semplice convenienza personale: una carriera dorata all'interno dell'azienda (volete l'esempio per antonomasia? Paolo Palmerio ex Cgil, ora direttore del personale di Unicoop Tirreno, ma ce ne sono tanti altri....),a volte lo scambio è un semplice piatto di lenticchie, come i miserrimi "yes man" che vanno a fare i distaccati pagati da Unicoop e in cambio lo mettono in culo ai loro (ex) colleghi.
Questo ci porta a quello che viviamo in Coop, dove non abbiamo tutele se non CONQUSTANDOCELE DIRETTAMENTE, COMBATTENDO CONTRO LA COOP E CONTRO IL SINDACATO CONNIVENTE.
FUORI LA CGIL DALLE COOP. E' UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE PER I DIRITTI DEI LAVORATORI. LE MAFIE SI COMBATTONO ANCHE COSì.
RANK
Forza Rank sei un fiume in piena.Un saluto a te e Zanardi.
Vorrei mandare un appello al consiglio di amministrazione di Unicoop Firenze:
INTERCETTATECI!!!!
PER FAVORE!!!!
CHISSA' CHE NON SI LEVI
IMPONENTE
AI VOSTRI ORECCHI
UN VFF. CLO
LIBERO del 17-2-2010
L’INCHIESTA
Dopo l’inchiesta di Libero di metà
gennaio sulle intercettazioni telefoniche dei dipendenti delle coop in Lombardia, che venivano spiati anche con telecamere nascoste, gli ispettori del lavoro hanno scoperto numerose irregolarità nei punti vendita.
Anzi, non uno di quelli verificati
è risultato in regola. La procura di Milano ha anche chiesto a Libero copia di tutti gli articoli usciti finora per avere un quadro completo di quanto da noi ricostruito
DENUNCIA
Il consigliere di Coop lombardia, Angelo Gerli, è finito denunciato al sostituto procuratore Francesca Celle per violazione dell’articolo 4 dello statuto dei Lavoratori e per una serie di presunti violazioni della legge della
privacy......
ANTEPRIMA
Vito e Vincenzo hanno già espresso la loro solidarietà ad Angelo a nome di tutti i dipendenti video-audio sorvegliati...
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