12 luglio 2012

STOP ALLE COOP CHE SFRUTTANO IL LAVORO CON CONTRATTI PIRATA

RIBASSI INAMMISSIBILI
«Così si generano distorsioni di mercato e concorrenza sleale» L’allarme del direttore degli ispettori ministeriali

In Piemonte 219 coop irregolari su 300 controllate Le ispezioni hanno confermato un fenomeno diffuso: nelle cooperative sono stati individuati 2400 lavoratori «irregolari», di cui 53 totalmente sconosciuti al fisco


Basta contratti pirata nelle cooperative, che riducono di oltre il 30 per cento il costo del lavoro, generando concorrenza sleale e distorsioni del mercato». L’allarme, che è anche un impegno, lo lancia Paolo Pennesi, direttore generale per l’attività ispettiva del Ministero del Lavoro che ieri è intervenuto all’incontro promosso dall’Alleanza delle cooperative a Torino.

I dati degli Osservatori provinciali sulla cooperazione parlano chiaro: l’anno scorso sulle 300 cooperative controllate in tutto il Piemonte, 80 in provincia di Torino, 219 sono risultate irregolari perché non applicano i contratti collettivi, per fornitura illecita di manodopera, inquadramenti contrattuali errati e per il ricorso al classico lavoro nero. I lavoratori irregolari individuati sono stati 2.400, 53 quelli totalmente sconosciuti al fisco. L’attività d’ispezione ha consentito di recuperare 4,2 milioni di euro di contributi e premi evasi dalle aziende. Un tesoretto che solo nel torinese vale 330 mila euro. Risultati raggiunti con organici limitati, se si pensa che per l’osservatorio di Torino e provincia sono impegnati cinquanta ispettori che non seguono solo le pratiche delle cooperazione, mentre a livello nazionale sono un po’ più di tremila.

I settori produttivi più a rischio irregolarità sono la logistica, i trasporti, i servizi ausiliari all’impresa e quelli socio sanitari. «Le cooperative irregolari – dicono gli ispettori dell’osservatorio torinese – sono di solito di piccole e medie dimensioni, fino ai 150 soci, ma nel corso del 2012 abbiamo individuato irregolarità anche in realtà più grandi, oltre i 500 soci».

La crisi che morde, confermano gli ispettori, è un invito ad eludere le regole, specialmente quando i ribassi sui prezzi dei servizi sono così alti che i committenti sono disposti a cedere il lavoro a cooperative che aggirano le norme. «Rafforzeremo i controlli – assicura Pennesi – per impedire che si applichi il contratto privato Unci-Confsal, associazioni che hanno una rappresentanza minoritaria e applicano ribassi inammissibili al costo del lavoro». A giugno il Ministero ha indicato come contratti di riferimento per il mondo delle cooperative quelli delle associazioni di rappresentanza Confcooperative, Legacoop e Agci, concertati con Cgil, Cisl e Uil. Una presa di posizione che «è il riconoscimento della lotta decennale di queste associazioni alla cooperazione spuria» secondo Giovenale Gerbaudo, presidente di Confcooperative

Piemonte, ma che sta stretta ad altri attori del mercato: «Da mesi aspettiamo un confronto col Ministero per non rimanere ingiustamente tagliati fuori dagli osservatori – dice il presidente nazionale Unci, Paolo Galligioni –. In più, non è vero che le nostre retribuzioni sono più basse e distorsive del mercato, perché buona parte degli stipendi è costituito da eventuali utili che vengono redistribuiti tra i soci».

«4,2» «milioni di euro» «sono i contributi e i premi non versati recuperati dalle 219 cooperative irregolari scoperte in Piemonte nel 2011 grazie ai controlli degli osservatori provinciali sulla cooperazione»



12 luglio 2012

Andrea Ciattaglia

La Stampa



1 commento:

Anonimo ha detto...

lavoro da quasi 3 anni e mi applicano questo contratto allucinante...faccio orari e riposi assurdi,e mi fanno del mobbing spudorato perché mi sono rivolto ai sindacati.Sono ancora molto giovane e sto molto male,tanto che sto perdendo la voglia di vivere...
sono stanco di questa vita ingiusta e crudele....vergogna!!