E’ il declino. E’
difficile non definirla una “disfatta” della cooperativa, una realtà in
profonda crisi, con un gruppo dirigente spesso “inadeguato e più
predisposto allo scontro quotidiano con i lavoratori che al confronto
con le altrui dignità”. Dignità “calpestate”. Ma mai come dall’attuale
dirigenza di Unicoop Tirreno.
Sono questioni calde, quelle affrontate durante il coordinamento
nazionale di oggi dei delegati e delle delegate Uiltucs Uil di Unicoop
Tirreno. Una realtà lavorativa in cui è stata proprio la dirigenza,
secondo quanto emerso dall’incontro, ad aver “talmente peggiorato gli
effetti della crisi economica che la cooperativa Toscana è stata
riportata indietro nel tempo di quasi 20 anni.
Dirigenza che, come se non bastasse, hanno ridotto la grande cooperativa
a quello che era la struttura storica di Unicoop Toscana Lazio, dove
per Lazio oramai si intende quasi esclusivamente l’area di Roma città,
dove, tra l’altro, le cose per le coop non vanno neppure bene”.
Questo e molto altro è emerso dal confronto avvenuto nella sede
nazionale della Uiltucs, categoria della Uil che si occupa di Turismo,
Commercio e Servizi, a Roma.
Un coordinamento, alla presenza del segretario nazionale Paolo Andreani,
in cui è stato ribadito con forza il NO delle lavoratrici e dei
lavoratori anche ai soprusi e alle continue discriminazioni di dirigenti
di bassissimo profilo.
Antonio Vargiù, ex segretario nazionale Uiltucs, e profondo conoscitore
della cooperativa, ha rappresentato con grande dispiacere questa
drammatica situazione di Unicoop.
Perché molte attività, sia in Campania che nel Lazio, si apprende
dall’incontro, “sono state cedute, direttamente e/o indirettamente, ad
altre cooperativa della Lega Coop che hanno più capacità gestionali e
dirigenziali”.
Sono state sollevate pesanti e nette critiche al comportamento di
Unicoop Tirreno, e i delegati hanno evidenziato la grande conflittualità
presente all’interno della cooperativa.
Una situazione, quella che è emersa al coordinamento, aggravata dagli
scarsi rapporti sindacali da un lato, e dall’avanzamento di un processo
di ristrutturazione non condiviso dall’altro.
Non solo. Molti negozi, è emerso, “sono completamente abbandonati a se
stessi; i soci trovano le offerte pubblicizzate solo per pochi giorni e i
lavoratori devono sempre più spesso sopperire alle numerose
inadeguatezze degli uomini di Vignale Riotorto, dove ha sede la coop,
che
dovrebbe guidare una società – Unicoop Tirreno/Coop Toscana Lazio – in
cui, la tanto decantata etica della cooperazione è agonizzante da anni”.
E’ questa la realtà vissuta oggi da molti lavoratori: quei lavoratori
che da essere il ‘riconosciuto valore aggiunto’, sono divenuti veri e
propri roboCoop”, con solo una semplice matricola e nessuna dignità.
“Ma se non ci sono più differenze con le altre catene commerciali, se
non vi è più etica, se si discrimina nel dialogo sindacale, perché
riconoscere alla cooperazione i vari trattamenti di favore?”. Una
domanda che intendiamo porre, presto, anche ai rappresentanti del
Governo.
Parole dure, che hanno trovato riscontro, purtroppo, in alcune
situazioni limite. Infatti, sotto la lente di ingrandimento dei delegati
e delle delegate Uiltucs sono finiti anche certi rapporti sindacali
“privilegiati” che destano grande preoccupazione.
Privilegiati perché “hanno, con la cooperazione delle similitudini di
vecchia data e di comune provenienza politica o semplicemente perché
molti dirigenti di oggi, ma pare anche per quelli di domani, provengono
direttamente da esperienze sindacali ???
Per questo molti direttori si prodigano per aumentare il proselitismo di
alcuni e diminuire il peso di chi, come la Uiltucs, vuole fare
sindacato e non politica e ha come obiettivo SOLO i diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori”.
Per non parlare, restando nel tema dei casi limite, delle scelte non
condivise dalla Uiltucs come l’apertura della Coop per la festività del
25 Aprile, portata avanti dalla cooperativa ignorando gli accordi
integrativi.
“Indubbiamente è stata una decisione che ha ulteriormente compromesso i
già difficili rapporti” ha spiegato Marco Conficconi, segretario
generale della Uiltucs Toscana.
La volontà di chiudere alcuni negozi nell’intero territorio della
cooperativa, che va dalla Campania alla Toscana, poi, fa il resto. Ed è a
proposito di Campania che l’attenzione è andata sul tanto
sponsorizzato, ma poco concreto, “Progetto Sud”. Piano del quale si
parla da tempo nonostante a lavoratori e organizzazioni sindacali la
dirigenza non dica un bel niente.
“Al momento – è stato detto durante il coordinamento nazionale – quello
che è visibile a tutti, soci compresi, è un netto disimpegno di Unicoop
Tirreno.
In Campania hanno fatto con noi accordi per il rilancio dei negozi Dico,
che fanno parte della cooperativa, e quello che riscontriamo nei fatti è
invece la completa chiusura della catena. Dichiarano apertamente di non
voler più applicare il contratto nazionale della GDO cooperativa
peggiorando ancora una volta, inevitabilmente, i diritti, anche
economici, dei lavoratori.
È questo – si chiede la Uiltucs – il decantato ‘Progetto Sud’?”.
Leggi questo articolo su:
http://www.gonews.it/2015/07/22/unicoop-tirreno-uiltucs-una-dirigenza-cosi-uccide-la-cooperazione/
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E’ il declino. E’ difficile non definirla una “disfatta” della
cooperativa, una realtà in profonda crisi, con un gruppo dirigente
spesso “inadeguato e più predisposto allo scontro quotidiano con i
lavoratori che al confronto con le altrui dignità”. Dignità
“calpestate”. Ma mai come dall’attuale dirigenza di Unicoop Tirreno.
Sono questioni calde, quelle affrontate durante il coordinamento
nazionale di oggi dei delegati e delle delegate Uiltucs Uil di Unicoop
Tirreno. Una realtà lavorativa in cui è stata proprio la dirigenza,
secondo quanto emerso dall’incontro, ad aver “talmente peggiorato gli
effetti della crisi economica che la cooperativa Toscana è stata
riportata indietro nel tempo di quasi 20 anni.
Dirigenza che, come se non bastasse, hanno ridotto la grande cooperativa
a quello che era la struttura storica di Unicoop Toscana Lazio, dove
per Lazio oramai si intende quasi esclusivamente l’area di Roma città,
dove, tra l’altro, le cose per le coop non vanno neppure bene”.
Questo e molto altro è emerso dal confronto avvenuto nella sede
nazionale della Uiltucs, categoria della Uil che si occupa di Turismo,
Commercio e Servizi, a Roma.
Un coordinamento, alla presenza del segretario nazionale Paolo Andreani,
in cui è stato ribadito con forza il NO delle lavoratrici e dei
lavoratori anche ai soprusi e alle continue discriminazioni di dirigenti
di bassissimo profilo.
Antonio Vargiù, ex segretario nazionale Uiltucs, e profondo conoscitore
della cooperativa, ha rappresentato con grande dispiacere questa
drammatica situazione di Unicoop.
Perché molte attività, sia in Campania che nel Lazio, si apprende
dall’incontro, “sono state cedute, direttamente e/o indirettamente, ad
altre cooperativa della Lega Coop che hanno più capacità gestionali e
dirigenziali”.
Sono state sollevate pesanti e nette critiche al comportamento di
Unicoop Tirreno, e i delegati hanno evidenziato la grande conflittualità
presente all’interno della cooperativa.
Una situazione, quella che è emersa al coordinamento, aggravata dagli
scarsi rapporti sindacali da un lato, e dall’avanzamento di un processo
di ristrutturazione non condiviso dall’altro.
Non solo. Molti negozi, è emerso, “sono completamente abbandonati a se
stessi; i soci trovano le offerte pubblicizzate solo per pochi giorni e i
lavoratori devono sempre più spesso sopperire alle numerose
inadeguatezze degli uomini di Vignale Riotorto, dove ha sede la coop,
che
dovrebbe guidare una società – Unicoop Tirreno/Coop Toscana Lazio – in
cui, la tanto decantata etica della cooperazione è agonizzante da anni”.
E’ questa la realtà vissuta oggi da molti lavoratori: quei lavoratori
che da essere il ‘riconosciuto valore aggiunto’, sono divenuti veri e
propri roboCoop”, con solo una semplice matricola e nessuna dignità.
“Ma se non ci sono più differenze con le altre catene commerciali, se
non vi è più etica, se si discrimina nel dialogo sindacale, perché
riconoscere alla cooperazione i vari trattamenti di favore?”. Una
domanda che intendiamo porre, presto, anche ai rappresentanti del
Governo.
Parole dure, che hanno trovato riscontro, purtroppo, in alcune
situazioni limite. Infatti, sotto la lente di ingrandimento dei delegati
e delle delegate Uiltucs sono finiti anche certi rapporti sindacali
“privilegiati” che destano grande preoccupazione.
Privilegiati perché “hanno, con la cooperazione delle similitudini di
vecchia data e di comune provenienza politica o semplicemente perché
molti dirigenti di oggi, ma pare anche per quelli di domani, provengono
direttamente da esperienze sindacali ???
Per questo molti direttori si prodigano per aumentare il proselitismo di
alcuni e diminuire il peso di chi, come la Uiltucs, vuole fare
sindacato e non politica e ha come obiettivo SOLO i diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori”.
Per non parlare, restando nel tema dei casi limite, delle scelte non
condivise dalla Uiltucs come l’apertura della Coop per la festività del
25 Aprile, portata avanti dalla cooperativa ignorando gli accordi
integrativi.
“Indubbiamente è stata una decisione che ha ulteriormente compromesso i
già difficili rapporti” ha spiegato Marco Conficconi, segretario
generale della Uiltucs Toscana.
La volontà di chiudere alcuni negozi nell’intero territorio della
cooperativa, che va dalla Campania alla Toscana, poi, fa il resto. Ed è a
proposito di Campania che l’attenzione è andata sul tanto
sponsorizzato, ma poco concreto, “Progetto Sud”. Piano del quale si
parla da tempo nonostante a lavoratori e organizzazioni sindacali la
dirigenza non dica un bel niente.
“Al momento – è stato detto durante il coordinamento nazionale – quello
che è visibile a tutti, soci compresi, è un netto disimpegno di Unicoop
Tirreno.
In Campania hanno fatto con noi accordi per il rilancio dei negozi Dico,
che fanno parte della cooperativa, e quello che riscontriamo nei fatti è
invece la completa chiusura della catena. Dichiarano apertamente di non
voler più applicare il contratto nazionale della GDO cooperativa
peggiorando ancora una volta, inevitabilmente, i diritti, anche
economici, dei lavoratori.
È questo – si chiede la Uiltucs – il decantato ‘Progetto Sud’?”.
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http://www.gonews.it/2015/07/22/unicoop-tirreno-uiltucs-una-dirigenza-cosi-uccide-la-cooperazione/
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Forte critica di Uiltucs alla dirigenza di Unicoop Tirreno, accusata tra l'altro anche di mantenere rapporti privilegiati con altre organizzazioni sindacali
E’ il declino. E’ difficile non definirla una
“disfatta” della cooperativa, una realtà in profonda crisi, con un gruppo
dirigente spesso “inadeguato e più predisposto allo scontro quotidiano con i lavoratori
che al confronto con le altrui dignità”. Dignità “calpestate”. Ma mai come
dall’attuale dirigenza di Unicoop Tirreno.
Sono questioni calde, quelle
affrontate durante il coordinamento nazionale di oggi dei delegati e delle
delegate Uiltucs Uil di Unicoop Tirreno. Una realtà lavorativa in cui è stata
proprio la dirigenza, secondo quanto emerso dall’incontro, ad aver “talmente
peggiorato gli effetti della crisi economica che la cooperativa Toscana è stata
riportata indietro nel tempo di quasi 20 anni. Dirigenza che, come se non
bastasse, hanno ridotto la grande cooperativa a quello che era la struttura
storica di Unicoop Toscana Lazio, dove per Lazio oramai si intende quasi
esclusivamente l’area di Roma città, dove, tra l’altro, le cose per le coop non
vanno neppure bene”.
Questo e molto altro è emerso dal confronto avvenuto nella
sede nazionale della Uiltucs, categoria della Uil che si occupa di Turismo,
Commercio e Servizi, a Roma. Un coordinamento, alla presenza del segretario
nazionale Paolo Andreani, in cui è stato ribadito con forza il NO delle
lavoratrici e dei lavoratori anche ai soprusi e alle continue discriminazioni
di dirigenti di bassissimo profilo. Antonio Vargiù, ex segretario nazionale
Uiltucs, e profondo conoscitore della cooperativa, ha rappresentato con grande
dispiacere questa drammatica situazione di Unicoop. Perché molte attività, sia
in Campania che nel Lazio, si apprende dall’incontro, “sono state cedute,
direttamente e/o indirettamente, ad altre cooperativa della Lega Coop che hanno
più capacità gestionali e dirigenziali”.
Sono state sollevate pesanti e nette
critiche al comportamento di Unicoop Tirreno, e i delegati hanno evidenziato la
grande conflittualità presente all’interno della cooperativa. Una situazione,
quella che è emersa al coordinamento, aggravata dagli scarsi rapporti sindacali
da un lato, e dall’avanzamento di un processo di ristrutturazione non condiviso
dall’altro. Non solo. Molti negozi, è emerso, “sono completamente abbandonati a
se stessi; i soci trovano le offerte pubblicizzate solo per pochi giorni e i
lavoratori devono sempre più spesso sopperire alle numerose inadeguatezze degli
uomini di Vignale Riotorto, dove ha sede la coop, che dovrebbe guidare una
società – Unicoop Tirreno/Coop Toscana Lazio – in cui, la tanto decantata etica
della cooperazione è agonizzante da anni”.
E’ questa la realtà vissuta oggi da
molti lavoratori: quei lavoratori che da essere il ‘riconosciuto valore
aggiunto’, sono divenuti veri e propri roboCoop”, con solo una semplice matricola
e nessuna dignità. “Ma se non ci sono più differenze con le altre catene
commerciali, se non vi è più etica, se si discrimina nel dialogo sindacale,
perché riconoscere alla cooperazione i vari trattamenti di favore?”. Una
domanda che intendiamo porre, presto, anche ai rappresentanti del Governo.
Parole dure, che hanno trovato riscontro, purtroppo, in alcune situazioni
limite. Infatti, sotto la lente di ingrandimento dei delegati e delle delegate
Uiltucs sono finiti anche certi rapporti sindacali “privilegiati” che destano
grande preoccupazione. Privilegiati perché “hanno, con la cooperazione delle
similitudini di vecchia data e di comune provenienza politica o semplicemente
perché molti dirigenti di oggi, ma pare anche per quelli di domani, provengono
direttamente da esperienze sindacali ??? Per questo molti direttori si
prodigano per aumentare il proselitismo di alcuni e diminuire il peso di chi,
come la Uiltucs, vuole fare sindacato e non politica e ha come obiettivo SOLO i
diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Per non parlare, restando nel tema
dei casi limite, delle scelte non condivise dalla Uiltucs come l’apertura della
Coop per la festività del 25 Aprile, portata avanti dalla cooperativa ignorando
gli accordi integrativi. “Indubbiamente è stata una decisione che ha
ulteriormente compromesso i già difficili rapporti” ha spiegato Marco
Conficconi, segretario generale della Uiltucs Toscana. La volontà di chiudere
alcuni negozi nell’intero territorio della cooperativa, che va dalla Campania
alla Toscana, poi, fa il resto.
Ed è a proposito di Campania che l’attenzione è
andata sul tanto sponsorizzato, ma poco concreto, “Progetto Sud”. Piano del
quale si parla da tempo nonostante a lavoratori e organizzazioni sindacali la
dirigenza non dica un bel niente. “Al momento – è stato detto durante il
coordinamento nazionale – quello che è visibile a tutti, soci compresi, è un
netto disimpegno di Unicoop Tirreno. In Campania hanno fatto con noi accordi
per il rilancio dei negozi Dico, che fanno parte della cooperativa, e quello
che riscontriamo nei fatti è invece la completa chiusura della catena.
Dichiarano apertamente di non voler più applicare il contratto nazionale della
GDO cooperativa peggiorando ancora una volta, inevitabilmente, i diritti, anche
economici, dei lavoratori. È questo – si chiede la Uiltucs – il decantato
‘Progetto Sud’?”.
22 luglio 2015
Gonews.it
E’ il declino. E’ difficile non definirla una “disfatta” della
cooperativa, una realtà in profonda crisi, con un gruppo dirigente
spesso “inadeguato e più predisposto allo scontro quotidiano con i
lavoratori che al confronto con le altrui dignità”. Dignità
“calpestate”. Ma mai come dall’attuale dirigenza di Unicoop Tirreno.
Sono questioni calde, quelle affrontate durante il coordinamento
nazionale di oggi dei delegati e delle delegate Uiltucs Uil di Unicoop
Tirreno. Una realtà lavorativa in cui è stata proprio la dirigenza,
secondo quanto emerso dall’incontro, ad aver “talmente peggiorato gli
effetti della crisi economica che la cooperativa Toscana è stata
riportata indietro nel tempo di quasi 20 anni.
Dirigenza che, come se non bastasse, hanno ridotto la grande cooperativa
a quello che era la struttura storica di Unicoop Toscana Lazio, dove
per Lazio oramai si intende quasi esclusivamente l’area di Roma città,
dove, tra l’altro, le cose per le coop non vanno neppure bene”.
Questo e molto altro è emerso dal confronto avvenuto nella sede
nazionale della Uiltucs, categoria della Uil che si occupa di Turismo,
Commercio e Servizi, a Roma.
Un coordinamento, alla presenza del segretario nazionale Paolo Andreani,
in cui è stato ribadito con forza il NO delle lavoratrici e dei
lavoratori anche ai soprusi e alle continue discriminazioni di dirigenti
di bassissimo profilo.
Antonio Vargiù, ex segretario nazionale Uiltucs, e profondo conoscitore
della cooperativa, ha rappresentato con grande dispiacere questa
drammatica situazione di Unicoop.
Perché molte attività, sia in Campania che nel Lazio, si apprende
dall’incontro, “sono state cedute, direttamente e/o indirettamente, ad
altre cooperativa della Lega Coop che hanno più capacità gestionali e
dirigenziali”.
Sono state sollevate pesanti e nette critiche al comportamento di
Unicoop Tirreno, e i delegati hanno evidenziato la grande conflittualità
presente all’interno della cooperativa.
Una situazione, quella che è emersa al coordinamento, aggravata dagli
scarsi rapporti sindacali da un lato, e dall’avanzamento di un processo
di ristrutturazione non condiviso dall’altro.
Non solo. Molti negozi, è emerso, “sono completamente abbandonati a se
stessi; i soci trovano le offerte pubblicizzate solo per pochi giorni e i
lavoratori devono sempre più spesso sopperire alle numerose
inadeguatezze degli uomini di Vignale Riotorto, dove ha sede la coop,
che
dovrebbe guidare una società – Unicoop Tirreno/Coop Toscana Lazio – in
cui, la tanto decantata etica della cooperazione è agonizzante da anni”.
E’ questa la realtà vissuta oggi da molti lavoratori: quei lavoratori
che da essere il ‘riconosciuto valore aggiunto’, sono divenuti veri e
propri roboCoop”, con solo una semplice matricola e nessuna dignità.
“Ma se non ci sono più differenze con le altre catene commerciali, se
non vi è più etica, se si discrimina nel dialogo sindacale, perché
riconoscere alla cooperazione i vari trattamenti di favore?”. Una
domanda che intendiamo porre, presto, anche ai rappresentanti del
Governo.
Parole dure, che hanno trovato riscontro, purtroppo, in alcune
situazioni limite. Infatti, sotto la lente di ingrandimento dei delegati
e delle delegate Uiltucs sono finiti anche certi rapporti sindacali
“privilegiati” che destano grande preoccupazione.
Privilegiati perché “hanno, con la cooperazione delle similitudini di
vecchia data e di comune provenienza politica o semplicemente perché
molti dirigenti di oggi, ma pare anche per quelli di domani, provengono
direttamente da esperienze sindacali ???
Per questo molti direttori si prodigano per aumentare il proselitismo di
alcuni e diminuire il peso di chi, come la Uiltucs, vuole fare
sindacato e non politica e ha come obiettivo SOLO i diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori”.
Per non parlare, restando nel tema dei casi limite, delle scelte non
condivise dalla Uiltucs come l’apertura della Coop per la festività del
25 Aprile, portata avanti dalla cooperativa ignorando gli accordi
integrativi.
“Indubbiamente è stata una decisione che ha ulteriormente compromesso i
già difficili rapporti” ha spiegato Marco Conficconi, segretario
generale della Uiltucs Toscana.
La volontà di chiudere alcuni negozi nell’intero territorio della
cooperativa, che va dalla Campania alla Toscana, poi, fa il resto. Ed è a
proposito di Campania che l’attenzione è andata sul tanto
sponsorizzato, ma poco concreto, “Progetto Sud”. Piano del quale si
parla da tempo nonostante a lavoratori e organizzazioni sindacali la
dirigenza non dica un bel niente.
“Al momento – è stato detto durante il coordinamento nazionale – quello
che è visibile a tutti, soci compresi, è un netto disimpegno di Unicoop
Tirreno.
In Campania hanno fatto con noi accordi per il rilancio dei negozi Dico,
che fanno parte della cooperativa, e quello che riscontriamo nei fatti è
invece la completa chiusura della catena. Dichiarano apertamente di non
voler più applicare il contratto nazionale della GDO cooperativa
peggiorando ancora una volta, inevitabilmente, i diritti, anche
economici, dei lavoratori.
È questo – si chiede la Uiltucs – il decantato ‘Progetto Sud’?”.
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