01 ottobre 2012

DA GRANDE UNIPOL A LEGACOOP, COSì CAMBIA LA FINANZA ROSSA

Non riducono i posti di lavoro, si estendono nel welfare mentre fanno irruzione nei salotti ovattati della finanza e danno vita al secondo gruppo assicurativo dopo Generali

E si compattano al si là delle vecchie divisioni di partito


 


Cooperative capitaliste non è più un ossimoro. Le coop hanno rotto gli argini, superato gli steccati
ideologici. Stanno avanzando. Sono entrate nel salotto della finanza milanese attraverso Unipol sulle ceneri del fallimento delle partecipazioni reticolari e amicali di Salvatore Ligresti. Le assicurazioni delle coop post- comuniste di Via Stalingradoin Mediobanca. Presenza temporanea, è vero, perché l'Antitrust ha condizionato il via libera all'operazione Fonsai alla cessione della partecipazione in Piazzetta Cuccia. C'è tempo fino al 2013. Ma intanto ci sono. 

Mentre non c'è alcun problema a mantenere quel 5,4 per cento di Rcs, che vuol dire il salotto del Corriere della sera. Enrico Cuccia, e non solo, non avrebbe mai potuto immaginarlo. Possiedono banche,
quelle del credito cooperative, e partecipano via Unipol a Unicredit e Montepaschi. Da poco, appunto, hanno dato vita al secondo gruppo assicurativo tricolore, dopo il gigante Generali.

Sono i colossi della grande distribuzione e dell'agro-industria made in Italy. Non riducono i posti di lavoro e si estendono nelwelfare sussidiario, frutto dell'invecchiamento della popolazione e dei tagli lineari alla spesa pubblica decisi a Bruxelles ma applicati a Roma. Sono la via italiana al capitalismo sul
modello delle public company.

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1 ottobre 2012

Roberto Mania

La Repubblica - Affari & Finanza




2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma se non riducono i posti di lavoro è cosa buona no?....non lo fate intendere pero'.

Lavoratori Unicoop ha detto...

CHI non lo fa intendere? L'articolo è di La Repubblica e l'opinione (marginale nel contesto del pezzo) è del giornalista Robero Mania. Noi vediamo ben altre cose. Grossa crisi e cassa integrazione nell'edilizia (si veda i colossi in concordato fallimentare (Consorzio Etruria, CMR, tanto per dirne 2) nella GDO la precarietà è forte e non si vede affatto tutto questo assumere, nonostante le apertura domenicali. Nei magazzini Unicoop FI le assunzioni sono bloccate da 12 anni e i reparti principali sono appaltati alla CFT.