07 dicembre 2012

IPERCOOP CAMPANIA NEL CAOS


Adesione altissima allo sciopero dei lavoratori di Unicoop Tirreno.

Chiusi ancora una volta i tre ipermercati di Afragola, Quarto e Avellino.

Messo a segno anche un blocco stradale.

Lo spettro dello smantellamento produttivo e occupazionale.



La paura dei licenziamenti acuisce la vertenza Ipercoop. Ieri lo sciopero dei lavoratori ha avuto come conseguenza la serrata contemporanea dei tre ipermercati di Afragola, Quarto e Avellino. E’ la seconda volta negli ultimi dieci giorni che la tensione tra gli addetti provoca la chiusura forzata degli impianti campani della grande distribuzione di Unicoop Tirreno.

Una protesta di questa portata non si era mai vista nell’intero sistema cooperativistico nazionale. Allo sciopero di Ipercoop Campania ha aderito la maggioranza dei 662 addetti della cooperativa toscana e dell’indotto collegato (sono circa 300). Lo sciopero di ieri ha visto la partecipazione degli addetti dei tre ipermercati regionali e dei due supermercati di Napoli-Arenaccia e di Santa Maria Capua Vetere. L’epicentro della protesta è stato l’ipermercato di Afragola, dove c’è la sede legale di Ipercoop Campania. Qui i lavoratori e le lavoratrici hanno prima piazzato un presidio all’ingresso della grande struttura commerciale, intorno alle 8 di mattino.

Quando poi, alle 10, i manifestanti sono stati raggiunti dalla notizia che gli ipermercati sono stati costretti a chiudere a causa dell'ormai incontrollabile carenza di personale, hanno deciso di dirigersi in corteo verso i vicini svincoli autostradali e superstradali. All’altezza di via Benevento, cioè a circa cinquecento metri dal centro commerciale, gli scioperanti hanno messo a segno un blocco stradale. Gli addetti Ipercoop, per lo più donne, hanno formato un girotondo che ha praticamente impedito l’accesso all’asse mediano, sia verso Napoli che in direzione Pomigliano, nonché il collegamento viario principale tra le città di Casalnuovo e Acerra. “Coop: vendesi a prezzo equosolidale”, “in Italia la Coop sei tu ma in Campania non c’è più”, alcune delle frasi polemiche scritte sugli striscioni stesi davanti alle auto, rimaste incastrate nel traffico paralizzato.

“Stiamo facendo passare le ambulanze, le donne incinte e gli anziani”, hanno però tenuto a chiarire i manifestanti. “Siamo molto preoccupati perché la situazione è poco chiara e non vogliono informarci – spiega Assunta Chiarolanza, rsa dell’Ipercoop di Quarto – noi stiamo manifestando per far capire questo: vogliamo restare in coop”. Anche se non c’è stata alcuna ufficializzazione da parte di Unicoop, Cgil, Cisl, Uil e Usb sostengono che “è in corso una trattativa di cessione di personale, mezzi e merci a un privato del Casertano”. “Cosa – aggiungono tutte le organizzazioni in lotta – che è in totale contrasto con lo stesso spirito cooperativistico”. Il blocco stradale è stato di quelli particolarmente lunghi.

I manifestanti hanno deciso di smobilitare soltanto poco prima di mezzogiorno, quando cioè il prefetto di Napoli, Francesco Musolino, ha comunicato, attraverso il vicequestore Vincenzo Gioia, responsabile del commissariato di Acerra, la convocazione urgente a palazzo di governo. A mezzogiorno i lavoratori si sono adunati nella galleria commerciale dell’Ipercoop di Afragola, davanti alle serrande abbassate dell’ipermercato. “Abbiamo ottenuto una prima vittoria ma non dobbiamo mollare”, ha gridato dal megafono Paola Guadagno, un’addetta alle vendite della struttura. Tra loro anche Carolina Conte, la manifestante più anziana.

“Il 19 dicembre andrò in pensione ma io sto lottando per loro: sono le mie figlie”, ha dichiarato la signora Conte tra le lacrime. “Questa cessione non è limpida: perché non varare al suo posto un piano di risanamento? Lo avremmo accettato di buon grado”, la posizione di Luana Di Tuoro, della segreteria Filcams-Cgil.



7 dicembre 2012

Pino Neri

il Mediano.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

non c'è niente da fare: Lami-e-boys continueranno dritti perchè sono con l'acqua alla gola. Hanno raccontato per anni che il buco nei bilanci è colpa del sud e hanno convinto tutto il CDA che l'unico rimedio è condividere le perdite con qualcuno altro...come potrebbero ora cambiare?
Speravano che il Movimento avrebbe tolto loro le castagne dal fuoco in nome di coop!
Hanno fatto un errore i Lamiboys: hanno fatto voce grossa con Bologna proprio nel momento in cui avevano bisogno di loro in campania, ma ce lo vedete un pulcino spennacchiato provare a ruggire di fronte ad una volpe? che pena! pensano ancora di contare come i fiorentini!!! Ora si lamentano che sono stati abbandonati da Adriatica e Estense e che i cattivi sono loro!!! che pena, ripeto, questi Lamiboys!