01 gennaio 2012

PER FONDIARIA-SAI SI STUDIA MAXIFUSIONE CON UNIPOL E PREMAFIN



L'opzione delle Coop nel capitale e l'aumento da oltre un miliardo




Spunta l'ipotesi di un «piano B» per la Fondiaria Sai della famiglia Ligresti: una maxi fusione a tre tra Premafin, Fondiaria Sai e Unipol con un aumento di capitale di oltre un miliardo di euro o, in alternativa, l'ingresso diretto delle Coop in Premafin con contestuale fusione a valle tra le due compagnie.

Ieri, secondo quanto si apprende, ci sarebbe stata una riunione nel corso della quale si sarebbero analizzati i possibili scenari futuri per la compagnia assicurativa, alle prese con una complessa tensione patrimoniale. Nello specifico sarebbero due i progetti su cui si starebbe lavorando.

Il primo, contemplato fin da subito, passerebbe dal doppio aumento di capitale: tra i 200 e i 400 milioni in Premafin e tra i 600 e i 750 milioni in Fondiaria Sai. In questo caso la diluizione della famiglia Ligresti nella holding potrebbe arrivare fino al 7%.

Il secondo scenario - che secondo alcune fonti avrebbe guadagnato credito soprattutto nelle ultime ore - prevederebbe una fusione con la compagnia assicurativa Unipol. In proposito le modalità dell'operazione sarebbero ancora oggetto di studio, ma alcune fonti riferiscono che il progetto contempla due varianti. Da un lato si starebbe ragionando con uno schema lineare di ricapitalizzazione di Premafin e, a valle, per le società operative, ovvero Fondiaria Sai e Milano assicurazioni, si procederebbe con l'aggregazione con Unipol. In pratica le coop entrerebbero in Premafin, insieme a Clessidra e Dea, Premafin sottoscriverebbe l'aumento Fonsai e Fonsai si fonderebbe con Unipol in un'operazione carta contro carta.

La seconda opzione, invece, passa da una maxi fusione a tre tra Premafin, Fondiaria Sai e Unipol. A fronte di tale operazione si procederebbe a deliberare un aumento di capitale di oltre un miliardo di euro, attraverso il quale, in rapida successione, entrerebbero nuovi soci finanziari, tra cui Clessidra. L'operazione, secondo le stesse fonti, sarebbe gradita da Mediobanca per due buoni motivi. Da un lato metterebbe in sicurezza sia Unipol, sia Fondiaria Sai. Dall'altro avrebbe uno scopo difensivo, in quanto i francesi di Axa (ci sarebbero stati contatti nelle ultime settimane) sarebbero interessati a inserirsi in questa partita che per loro sarebbe decisiva per sbarcare con forza sul mercato italiano. Piazzetta Cuccia, che in questa partita è impegnata nella gestione della ricapitalizzazione di Fondiaria Sai, mentre l'advisor di Premafin resta Leonardo, contattata ha chiarito che «Premafin ha un advisor e quando ci saranno delle proposte concrete saranno presentate al pool di banche che le valuterà con attenzione».

Il piano fusione viaggia parallelemente ai contatti con le Autorità competenti, ovvero Consob, Isvap e, soprattutto Antitrust. E cruciale sarà il loro orientamento. L'idea di massima sarebbe quella di procedere con l'aggregazione tra i due gruppi e, in rapida successione, dare il via alla vendita di una serie di asset non strategici come Unipol banca, ma anche il ramo vita di Fondiaria Sai che assorbe troppo capitale. Inoltre, nell'ambito del progetto allo studio, una parte degli asset sarebbero ceduti - spiegano persone vicine al dossier - a Cattolica assicurazioni.
In attesa di vedere come andrà a finire, gli investitori potenziali del sistema Premafin-Fondiaria Sai si stanno organizzando in vista del riassetto: il fondo Clessidra è pronto a mettere sul piatto fino a 200 milioni per partecipare a un aumento di capitale di Premafin rilevando i diritti di opzione in mano ai Ligresti.

Clessidra per ora corre da sola con una proposta concreta di intervento e risulta aver chiesto 8 settimane per effettuare la due diligence. Tra i possibili investitori che sarebbero in contatto con la famiglia Ligresti figurano poi i Boroli Drago di De agostini, la famiglia genovese Malacalza e Matteo Arpe con Sator. Circolano poi le candidature di Apax e Permira, mentre Palladio finanziaria, indicata da indiscrezioni come possibile investitore del gruppo assicurativo, avrebbe esaminato il dossier, ma alla fine avrebbe deciso di non far parte della partita anche perchè azionista delle Generali.

Ieri intanto in Borsa Fonsai ha chiuso in rialzo del 3,7%, mentre Premafin non è riuscita praticamente a fare prezzo (+30,72%).


31 dicembre 2011

Marigia Mangano

Il Sole 24 Ore


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