14 gennaio 2012

UNIPOL E LA TENTAZIONE CHIAMATA FINANZA


La rivincita delle Coop dopo Bnl

Dopo avere accarezzato un'integrazione con Mps e avere contrastato il Bbva sulla Banca Nazionale del Lavoro per Bologna è il grande salto


Unipol ci riprova. La compagnia dei cooperatori emiliani (e non solo) aderenti alla Lega, nata nel 1962 a Vallombrosa in provincia di Firenze (una liaison, quella con la Toscana, che in epoche diverse ha pesato nella vita della società basata a Bologna fin dal '63), torna protagonista di un'operazione di merger (in questo caso con la galassia Premafin-FondiariaSai), come già più volte nella sua storia (da Aurora a Winterthur, da Intercontinentale a Universo e Veneta, sono una quindicina le compagnie confluite in Unipol) e soprattutto come era accaduto nel 2005 in occasione della sciagurata scalata alla Bnl, poi finita in mano ai francesi di Bnp-Paribas, con polemiche, spaccature interne al mondo cooperativo, processi e condanne.

«Spero che un altro pezzo dell'apparato produttivo italiano non vada fuori dal Paese», ha commentato pochi giorni fa Giuliano Poletti, presidente nazionale di Legacoop. Il progetto di fusione tra Unipol e FonSai, che darà vita a un colosso del settore assicurativo, è la risposta concreta ai timori di Poletti.

Al vertice della compagniabolognese non c'è più Giovanni Consorte (condannato in primo grado a 3 anni e fo mesi di reclusione per l'affare Bnl), ma come amministratore delegato c'è il suo braccio destro d'allora, Carlo Cimbri (3 anni e 7 mesi di condanna, sempre in primo grado). E presidente è Pierluigi Stefanini, che nel 2005 da grande azionista (come Coop Adriatica) della catena Holmo, Finsoe-Unipol, appoggiò la scelta strategica di creare un polo finanziario della Lega. A distanza di anni, poco importa che il disegno abbia perso o meno la colorazione politica (il "rosso" della sinistra e in particolare del partito mutante Pci-Pds-Ds-Pd), che certamente aveva allorae che oggi non ha più, almeno nellasua rappresentazione esterna.
È invece curioso il gioco di coincidenze ed di incroci lungo l'asse Emilia-Toscana, i cui protagonisti
ritornano in ruoli e con accoppiamenti diversi, come in una ballo in maschera di altra epoca.

C'è stato un momento, alla fine degli anni '9o, in cui per esempio il Monte dei Paschi accarezzò allora saldamente in mano a Mediobanca. Il disegno piaceva al sindaco di Siena, il diessino Pierluigi Piccini, ma non ebbe il via libera di Enrico Cuccia, nume tutelare dell'istituto milanese.

In quel decennio arrivarono alla ribalta delle cronache economiche i "capitani coraggiosi" (la definizione è di Massimo D'Alema) con la scalata alla Telecom di Colaninno, Gnutti, Consorte e 15o piccoli imprenditore padani, finanziati anche dal Monte dei Paschi, e si comincia a delineare una progressiva polarizzazione d'interessi. Il gruppo senese rileva Banca agricola mantovana e poi Banca del Salento.

Il legame Montepaschi-Unipol, nato in Hopa nel 1998, registra un'accelerazione importante: la banca di Rocca Salimbeni prende il 27% di Finsoe e la compagnia emiliana il 3% di Mps. In quel momento, tra i due versanti dell'Appennino fu accarezzata l'idea d'integrare le attività bancarie e assicurative, affidando a ciascuno la rispettiva competenza. Ma il progetto naufragò, perché nei fatti nessuno ha voluto cedere fette di autonomia e di potere. Una galassia finanziaria vicina alle forze politiche del centrosinistra non è mai nata proprio per la mancanza di una regia unica, resa impossibile dalla forte caratterizzazione locale.

Giuseppe Mussari, quando era presid ente della Fondazione Mps, nei primi anni 2000, arrivò a chiudere l'acquisto di Bnl, operazione stoppata dal governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Ma poi si oppose a un coinvolgimento della banca senese nel tentativo di scalata a Bnl di Unipol, nonostante le pressioni pólitiche romane, evitando così che il gruppo finisse in quel tritacarne.

L'affare Unipol-Bnl provocò anche una spaccatura dentro il mondo cooperativo. Turiddo Campaini, leader storico di Unicoop Firenze, si schierò contro il progetto finanziario di Consorte e, una volta naufragata l'Opa, per un breve periodo fu chiamato alla guida di Finsoe. Oggi l'incrocio azionario Siena-Bologna è sciolto e Campaini, che nel frattempo ha fatto comprare il 3% di Mps a Unicoop Firenze, ha lasciato tutti gli incarichi in Emilia.

Eppure, la vicenda Unipol-FondiariaSai sembra riproporre quei vecchi canovacci. Ma non è così. Tornano gli attor i, e anche le ambizioni sono simili: il contesto però è completamente mutato e parlare di "finanza rossa" in questo momento può sembrare un esercizio ardito.


I PROTAGONISTI


Il ritorno alla tradizione

Carlo Cimbri: classe 1965, è entrato nel1991 in Unipol e dal 2009 ne è diventato amministratore delegato prendendo il posto di Carlo Salvatori. Cimbri, che è riuscito a migliorare la redditività delle attività caratteristiche del gruppo smontando ilconglomerato finanziario, sta riportando la compagnia sulle attività tradizionali.



Il manager del mondo delle Coop

Pierluigi Stefanini, classe '53, è stato presidente della Legacoop di Bologna, presidente di Coop Adriatica e ha rivestito molti incarichi nel mondo cooperativo. Dal 2001 al 2006 è stato presidente di Holmo, la holding cui fa capo il controllo di Unipol e dal 2007 è stato nominato presidente di Unipol Gruppo Finanziario.

Il tentativo sulla Bnl
Giovanni Consorte è stato il manager che dal '96 al 2005 ha guidato Unipol. Con qualche inciampo giudiziario, Consorte ha garantito alla compagnia delle Coop un lungo periodo di crescita fino alla cosiddetta «estate dei furbetti», quando portò Unipol a scalare Bnl: operazione finita fra le inchieste giudiziarie.




14 gennaio 2012


Cesare Peruzzi


Il Sole 24 Ore



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