18 febbraio 2012

AUMENTO DI CAPITALE UNIPOL, LE COOP PRENDONO TEMPO


Grandi e piccole Coop divise su come impostare l'operazione

L' alternativa è che qualcuna si dissoci

300 milioni, il contributo del sistema Coop all' aumento Unipol




L'operazione Unipol-Fonsai va avanti con il sostegno dell' azionista Finsoe ma le Coop si prendono un pò di tempo. A precisarlo è una nota della stessa finanziaria che controlla Unipol, dopo il rinvio dell' assemblea per la ricapitalizzazione anticipato dal «Corriere».

Finsoe nella nota ribadisce «il proprio impegno a sostegno del progetto Unipol-Fonsai», precisa che «sta predisponendo un aumento di capitale da 300 milioni» e conclude che il rinvio della riunione per deliberare la ricapitalizzazione è «di natura tecnico-procedurale» perché il calendario delle operazioni «rende possibile lo svolgimento nella prima metà di marzo».

Lo slittamento della riunione di ieri quindi non mette in dubbio l' acquisizione di Fondiaria ma lascia spazio alla riflessione sugli aspetti tecnici e strategici della ricapitalizzazione e sul ruolo di ciascuna Coop. C' è un dibattito annoso, in seno alla Legacoop, che si sta riaccendendo in questi giorni e che riguarda le differenze tra le grandi imprese del largo consumo che hanno le spalle finanziarie abbastanza larghe e quelle più piccole, attive in settori meno ricchi dell' economia.

È una divergenza quella tra le ambizioni delle grandi imprese e la prudenza delle piccole che c' è sempre stata, e che si riflette anche nei diversi pesi nell' azionariato di Finsoe: le catene del largo consumo e poche altre realtà del sistema mutuale azioniste dirette e altre trenta imprese minori presenti indirettamente tramite Holmo. Tra l' altro, in questo caso, la complessità dell' operazione finanziaria non aiuta ad appianare le differenze.

Il nodo tecnico su cui il gruppo dirigente di Finsoe starebbe riflettendo è quello del numero di azioni da emettere e del loro prezzo. Finsoe, come Unipol, deve scegliere quante azioni emettere e con quanto sconto. Più alto è il prezzo dei nuovi titoli e più è facile che a sottoscrivere l' aumento siano solo i grandi soci, quegli undici gruppi cooperativi divenuti di recente azionisti diretti. Più è basso il prezzo e più numerose sono le azioni, invece, e più è facile che a partecipare siano anche le piccole coop. Ma con la contropartita di dover diluire gli utili e svalutare i titoli in portafoglio a seguito della diminuzione del loro valore di carico.

Una delle vie per risolvere il dilemma sarebbe una forma di prestito da parte delle grandi coop alle piccole a fronte di un opzione call sulle nuove azioni. L' alternativa è che qualcuna si dissoci dall' operazione.



17 febbraio 2012

Roberta Scagliarini

Il Corrirere della Sera



1 commento:

Anonimo ha detto...

A mio avviso ci sono momento in cui e' giusto parlare di denaro e altri in cui sono i valori a guidare le scelte. In sede di aumento di capitale con quotazioni dei titoli al di sotto dei valori di carico e' importante che i con cambi a monte siano gli stessi di quelli richiesti a valle. Non si può pensare di far gravare un settore della cooperazione di un maggior onere rispetto a quello di altri settori. Aggiungo che non sismo in Un periodo di vacche grasse e che di spalle larghe in giro ce ne sono sempre meno ( e quella con le spalle + larghe di tutti unicoop Firenze, non e' della partita). Credo nel progetto Unipol fonsai ma dobbiamo contemplare due necessita': centellinare le risorse x non distrarne troppe dal core business che ne ha un gran bisogno e arrivare a decisioni le più collegiali possibili o non siamo + un sistema. Ognuna coop. da sola e' molto più debole ( Firenze fattura 1/3 di esselunga)