Ancora fastidiose ambiguità
su una vicenda ormai chiusa
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C'è un sito che molti dipendenti della grande distribuzione, sindacalisti e addetti ai lavori consultano, per la ricchezza di informazioni, gli approfondimenti, le novità contrattuali che riporta, per i numerosi links che permettono di entrare in contatto con le tante realtà del settore. E' un sito ben fatto, che svolge un lavoro prezioso e più che apprezzabile: Metedipasco.
Questa volta però qualcuno dello staff, ha preso un granchio clamoroso. Vi si riporta una notizia, tra l'altro vecchia di un anno, accostandola maliziosamente e in maniera del tutto errata, alla vicenda dei lavoratori dei magazzini di Unicoop, licenziati (e poi riassunti con sentenza del giudice del lavoro) con l'accusa di essersi appropriati di merce all'interno del magazzino Unicoop di Scandicci.
E' evidente, a nostro parere, che si alluda alla nota vicenda passata alle cronache proprio come "I ladri di merende", di cui si occupò anche la trasmissione Mi manda Rai tre e nella quale i lavoratori accusati da Unicoop vennero virtualmente riabilitati, mentre la dirigenza aziendale fece la figura della persecutrice, come chi ha visto il filmato ricorderà bene.
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L'accostamento tra titolo ed articolo fatto da Metedipasco, ci colpisce particolarmente perché è volutamente forzato e fuori luogo, tanto da paragonare fatti TOTALMENTE diversi tra loro, per modalità, situazioni e circostanze, in modo tale da gettare una luce ambigua su chi ha pubblicato l'articolo de "La Repubblica" del 28 settembre 2008 (notare la data!) per il titolo del post (titolo non de "la Repubblica", ovviamente, ma di Metedipasco):
LADRI DI MERENDE SUCCEDEVA (ANCHE) UN ANNO FA ALLA COOP ADRIATICA
Come si vede, più che di un titolo si tratta di un commento che chi ha pubblicato il post ha ritenuto di fare, rievocando per la bisogna una vicenda che la stampa riportava addirittura un anno fa. Quindi non c'è neanche l'attenuante del nesso temporale, che sarebbe stata comunque insufficiente a giustificare questo tipo di titolazione (e sottotitolazione!).
Un'operazione che lasci davvero molto perplessi.
Leggendo l'articolo riportato, vi renderete conto immediatamente che, al contrario delle vicende del magazzino di Scandicci, nel caso di Coop Adriatica si parla di veri e propri furti di merce destinata alla vendita, compiuti da alcuni dipendenti per un valore stimato in 450mila euro.
Nella vicenda che riguarda i dipendenti del magazzino Unicoop di Scandicci, si parla di merce NON destinata alla vendita, che si rompe normalmente durante la normale movimentazione delle merci e che viene depositata nella cosiddetta gabbia dei rotti, sulla cui grata è affisso bene in vista il cartello con la scritta "MERCE ROTTA NON IN VENDITA".
Questi prodotti infatti, finiscono in gran parte nei rifiuti perché, appunto, invendibili. Solo una piccola parte viene recuperata e destinata in beneficenza.
Si è trattato di oggetti di così infimo valore commerciale (un pacchetto di fazzoletti di carta, una bottiglia di varechina per pulire il cassone del camion - di proprietà della Cooperativa, tra l'altro - di una bottiglietta d'acqua, di una merendina), che la magistratura, nonostante la richiesta di Unicoop di procedere penalmente per furto, ha ritenuto di archiviare, proprio perché il valore della merce non era neppure quantificabile.
Questi nostri colleghi innocenti, sono stati riabilitati ampiamente dalla magistratura e dalla stampa, nonché dall'evidenza stessa dell'inconsistenza dei fatti.
Sono persone e famiglie che hanno sofferto di accuse ingiuste, che hanno perso il sonno, hanno avuto problemi di salute a causa di questa storia.
Ma tagliamo la testa al toro. I giudici del lavoro hanno reintegrato TUTTI i lavoratori licenziati e, come già detto, la magistratura ordinaria non ha neppure ritenuto che fosse il caso di procedere penalmente.
Questo mette una PAROLA DEFINITIVA su tutta la faccenda e qualsiasi accostamento a situazioni o fatti in cui si sono verificati veri e propri furti è, non solo sbagliato, non solo scorretto, ma alimenta un equivoco che non ha più ragione di persistere.
Di tutto ciò, chi scrive e pubblica di questi fatti, deve tenerne doverosamente conto.
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3 commenti:
Parole sante, vecchio mio!
Sarà stata una svista, ne sono certo.
DICI? LA COSA PUZZA DALLA TESTA......... CHISSà CHE VOLEVAN DIMOSTRARE STI VIGLIACCHETTI !
MUCCHEDIPASCOLO
i soliti bastardi della cisl, altro che uova !!!
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