22 febbraio 2012

CONSORZIO ETRURIA, LE COLPE DEI MANAGER









Il Consorzio Etruria, colosso delle costruzioni aderente alla Lega delle Cooperative, rischia il crack sotto un passivo di circa 460 milioni, mentre le partite attive non superano i 200 milioni.

Si dubita che l' enorme perdita di 135 milioni di euro evidenziata nel bilancio 2010 si sia formata d' improvviso e si sospetta che non siano state assunte misure tempestive negli anni precedenti per mettere ordine nei conti.

Possibile che Lega Coop Toscana, a cui il Consorzio Etruria aderiva, non si fosse accorta del disastro prossimo venturo? Il presidente Stefano Bassi premette che alla Lega competono i controlli sugli aspetti societari e non sui bilanci, ma invita anche a verificare i fatti. E i fatti sono l' allontanamento di due ex amministratori, Armando Vanni (a sinistra nella foto), successivamente presidente del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze, ma avvicendato dopo non molto in tutta fretta e Luigi Minischetti, che propugnavano l' alleanza con la Btp. Una strategia sbagliata, secondo Lega Coop.


VENTI giorni per la salvezza. Tanti ne servono per l' approvazione (o la eventuale bocciatura), da parte dei circa 3.000 creditori, della proposta di concordato preventivo presentata dal Consorzio Etruria, sulla quale i tre commissari giudiziali - Massimo Cesaroni, Sandro Quagliotti e Andrea Spignoli - hanno espresso parere favorevole.

Il Consorzio Etruria, colosso delle costruzioni aderente alla Lega delle Cooperative, rischia il crack sotto un passivo di circa 460 milioni, mentre le partite attive non superano i 200 milioni. Per salvarsi, ha proposto di scindersi in due, salvando i posti di lavoro dei circa 300 dipendenti in una nuova società in grado di assumere appalti in conto terzi, e liquidando tutto quel che resterebbe al Consorzio per saldare i debiti. E' in vendita fra l' altro il gioiello Inso, la società del gruppo che ha realizzato il nuovo palazzo di giustizia di Firenze.

Nella proposta di concordato è inclusa la cessione ai creditori dei risarcimenti per la eventuale responsabilità civile degli amministratori del Consorzio e dei soggetti incaricati dei controlli interni ed esterni (sindaci e società di revisione), nei confronti dei quali si profila una causa per danni. Si dubita, infatti, che l' enorme perdita di 135 milioni di euro evidenziata nel bilancio 2010 si sia formata d' improvviso e si sospetta che non siano state assunte misure tempestive negli anni precedenti per mettere ordine nei conti. Si ritiene, inoltre, che gravi danni al Consorzio siano derivati da alcune operazioni, come l' acquisto a caro prezzo della Coestra e gli accordi con la Btp (Baldassini Tognozzi Pontello). Accordi che appaiono tutti o quasi in danno del Consorzio, a partire da quello sulla linea 2 della tramvia, nel quale il Consorzio si impegnava a versare a Btp un margine garantito di 18 milioni, ritenuto «di gran lunga superiore rispetto al possibile utile ricavabile dall' esecuzione dell' appalto».

I commissari giudiziali credono che la crisi aziendale sia esplosa per effetto della generale crisi del mercato immobiliare (il Consorzio ha centinaia di alloggi invenduti) ma sia stata anche «il frutto di un tumultuoso sviluppo delle attività, estese senza adeguati mezzi finanziari e - probabilmente - senza una adeguata strategia imprenditoriale».

Ieri circa 200 creditori hanno espresso in aula bunker il loro parere sulla proposta di concordato. Al termine delle votazioni il giudice delegato Isabella Mariani ha comunicato che erano stati espressi voti favorevoli su circa 93 milioni di crediti e che nelle classi 5 e 6 (delle 7 in cui è stato suddiviso il passivo - ndr) era già stato raggiunto e superato il quorum della maggioranza assoluta dei voti. Lo comunica il Consorzio Etruria: «Perché il concordato possa essere omologato e l' azienda possa riprendere a pieno regime la propria attività occorre che la maggioranza dei creditori chirografari accetti il concordato e che in almeno 3 delle 4 classi, in cui sono divisi questi creditori, si ottenga la maggioranza assoluta. Il quorum da raggiungere è di circa 192 milioni di euro. Ancora, come per prassi, non ha votato la quasi totalità delle banche, che vantano crediti per circa 200 milioni. Le banche e le assicurazioni, in genere, votano dopo l' adunanza». I creditori che ancora non hanno votato hanno 20 giorni di tempo per farlo.

Possibile che Lega Coop Toscana, a cui il Consorzio Etruria aderiva, non si fosse accorta del disastro prossimo venturo? Il presidente Stefano Bassi premette che alla Lega competono i controlli sugli aspetti societari e non sui bilanci, ma invita anche a verificare i fatti. E i fatti sono l' allontanamento di due ex amministratori, Armando Vanni e Luigi Minischetti, che propugnavano l' alleanza con la Btp. Una strategia sbagliata, secondo Lega Coop.



21 Febbraio 2011

Franca Selvatici

La Repubblica


1 commento:

Anonimo ha detto...

Le colpe sono sicuramente di loro. Ma bisogna darle anche a chi si è fatto la villa alle spalle del consorzio.
E i soci avevano il dovere di imporsi. E sarebbe anche ora che il tribunale andrebbe a indagare i signori amministratori, capi commesse, capi cantieri, geometri. Perché come ho già detto questi si sono fatto le ville e appartamenti senza spendere un centesimo. E i soci operai di cantiere li sanno i nomi di queste persone. Ci hanno anche lavorato e le loro ore venivano segnate in cantiere. FACILE VERO!