10 febbraio 2012

GLI AZIONISTI DELLE COOP INDEBITATI PER 400 MILIONI


Le Coop, padrone di Unipol e future socie di riferimento del gruppo che nascerà dalla fusione della compagnia bolognese con la Fondiaria Sai della famiglia Ligresti vede tre banche creditrici per un totale di circa 400 milioni di euro: si tratta di Monte dei Paschi di Siena, Popolare Emilia Romagna e Carige.


Tre banche di riferimento che portano il nome di Mps, Popolare Emilia Romagna e Carige, e quasi 400 milioni di esposizione verso il sistema bancario. È la fotografia aggiornata alla fine del 2010 dei «debiti» delle Coop, padrone di Unipol e future socie di riferimento del gruppo che nascerà dalla fusione della compagnia bolognese con la Fondiaria Sai della famiglia Ligresti.

Un intricato sistema di partecipazioni, quello ai piani alti di via Stalingrado, che da qualche mese è diventato un mosaico ancor più complesso alla luce del riassetto che ha visto la scissione di Holmo, storico veicolo di controllo del mondo delle cooperative. E che probabilmente dovrà essere ora «riorganizzato» e forse ampliato in vista della fusione con Fondiaria Sai.

Scissione per undici coop
Punto di partenza per capire come è articolata la galassia delle Coop è il recente progetto di scissione di Holmo. Holmo è la finanziaria storicamente partecipata dal mondo delle Coop e a cui fa capo il 76,5% di Finsoe, veicolo titolare del 50,75% di Unipol gruppo finanziario. L'operazione di scissione, perfezionata alla fine del 2011, ha visto l'assegnazione del 70% del patrimonio della società veicolo direttamente alle Cooperative azioniste che hanno ricevuto la quota parte della partecipazione in Finsoe e la relativa quota parte del debito di Holmo, che alla fine del 2010 si attestava a 390 milioni verso le banche a cui si sommano altri 70 milioni di obbligazioni emesse dal veicolo. In tutto sono undici le Coop che si sono staccate da Holmo, tra cui spiccano la Coop Adriatica, la Coop Nord Est, la Coop Liguria, Nova Coop e la Coop Estense, solo per citarne alcune.

Ognuna di loro ha così costituito una società ad hoc, con il risultato finale che le undici scatole (Pantheon, Posto, Finpar, Ligurpart, Margherita, Holmo del Tirreno, Sopafin, Cooperare due, Par. coop., Finbon) sono entrate direttamente nel libro soci di Finsoe con il 60% circa. Vicine a loro c'è anche la «vecchia» Holmo che è ora partecipata da una trentina di Cooperative che detengono il 20% circa di Finsoe e una quota di debito di 130 milioni. Il nuovo libro soci di Finsoe, dunque, vede da un lato undici cooperative direttamente socie con il 60% circa, la vecchia Holmo con una partecipazione del 20% circa, P&V con il 4,35%, Bnp Paribas con il 4,21% e Jp Morgan con l'1,35%.

I legami con Mps
Il riassetto che si è consumato ai piani alti ha permesso anche di alzare il velo sui numeri di Holmo e soprattutto sulle banche finanziatrici. La finanziaria bolognese, partecipata per anni da 40 cooperative, alla fine del 2010 evidenziava debiti per 460 milioni di cui un bond scaduto e poi rinnovato per 70 milioni e debiti verso banche per 390 milioni. Di questi, il 70% circa, dunque 326 milioni di euro, sono passate alle undici Coop scisse. Nell'ambito dell'assegnazione di patrimonio e debiti si scopre così che la prima banca finanziatrice è Mps per 187 milioni di euro.

Un legame, quello con Siena, che di fatto risale alla fine del 2008 quando l'istituto senese, socio per anni di Finsoe con il 13%, ha venduto la quota nella finanziaria. Seguono poi, in rapida successione, Carige, esposta per 56 milioni e la popolare emilia romagna a cui fa capo una quota di circa 16 milioni. Secondo indiscrezioni nell'ambito del riassetto si sarebbe proceduto a estinguere l'intero indebitamento trasferito alle Coop. Il resto di debiti, circa 130 milioni, è rimasto in capo alla vecchia Holmo e dunque, di riflesso, alle trenta Cooperative che la controllano. Ma la divisione di Holmo ha permesso di centrare un obiettivo chiave che assume maggior valore oggi alla luce del piano di fusione con Fondiaria Sai: deconsolidare i debiti delle Coop con il risultato che il nuovo conglomerato post riassetto non tiene più conto di Holmo & C, dato che parte direttamente da Finsoe.

Banche e cooperative
L'esposizione
La fotografia aggiornata alla fine del 2010 dei «debiti» delle Coop, padrone di Unipol e future socie di riferimento del gruppo che nascerà dalla fusione della compagnia bolognese con la Fondiaria Sai della famiglia Ligresti vede tre banche creditrici per un totale di circa 400 milioni di euro: si tratta di Monte dei Paschi di Siena, Popolare Emilia Romagna e Carige.



10 febbraio 2012

Mar. Man.

Il Sole 24 Ore




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche il sole 24ore ha scoperto l'acqua calda!
Ad ogni modo quanto sarebbe bella una fusione Mps-pop emiliaromagna- unipolbanca-carige, una partnership assicurativa con la nostra Unipol assicurazioni fusa con fonsai?
Si creerebbe un vero player assicurativo bancario nazionale e si supererebbero debolezze che singolarmente ci sono.
Inoltre la cooperazione tutta potrebbe trovare li un interlocutore finanziario a tutto campo, punto di incontro fra le coop. Del nord ovest , elle emiliane e di tutte le toscane !

Io ci spero ancora

Lavoratori Unicoop ha detto...

L'impressione è che quella stagione sia finita. Unipol e MPS hanno avuto tempi e modi per una fusione, prima di dividersi ognuno dietro le proprie tragedie (BNL e Antonveneta). Forse è meglio partire da un processo di fusione delle Coop della distribuzione, che già sembra roba dura da realizzare.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, eppur qualche cosa si muove... Nel settore banca l'intesa far Unipol Ass. E pop Emilia Romagna e pop Sondrio e' sicuramente qualche cosa di + di una semplice intesa x vendere polizze ma ci vedo la sistemazione in un ottica non di disimpegno di Unipol banca. Ancora della partita potrebbe essere carige, brava a fare la banca e pessima nelle assicurazioni. Forse non sarà Mps ma vedo ancora movimento. Le coop tutte assieme hanno importanti partecipazioni bancarie, dovrebbero imparare a parlarsi e ascoltarsi di più. Ps che fine ha fatto la ANCC? Occorre un luogo dove si progettino strategie e futuro x tutto il movimento. Oggi servirebbe + che mai. Ps2 temo che qualche fusione fra coop di consumo nei prossimi Max 5 anni diverrà inevitabile x problemi di bilancio. Ma anche se alla fine le coop fossero solo tre si parlerebbero ? Purtroppo al momento direi ancora di no