''Federmeccanica, Fim, Uilm non si illudano che, nei mesi prossimi, la Fiom rientri nella gestione della loro intesa separata attraverso meccanismi quali la partecipazione alle Commissioni che saranno istituite in base all'intesa stessa. Sia chiaro che quel modello noi vogliamo farlo saltare''.
Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, nel suo intervento a Bologna all'assemblea dei delegati e delle delegate dell'organizzazione di categoria della Cgil. ''Chiederemo quindi - ha aggiunto Rinaldini - , azienda per azienda, alle Rsu di convocare assemblee sul Contratto. E lanceremo una raccolta di firme tra i delegati che rifiutano l'accordo separato e chiedono il referendum. Se, in una consultazione nazionale, i metalmeccanici approvassero l'intesa separata del 15 ottobre, noi ci sentiremmo obbligati a sottoscriverlo. Ma si sappia che, in assenza di un simile voto, noi lavoreremo per far saltare le regole costrittive con cui l'intesa separata del 15 ottobre si propone di limitare il potere contrattuale del sindacato e dei lavoratori.
In questa lotta - ha concluso Rinaldini - abbiamo con noi la Cgil. Perche' noi siamo la Fiom, siamo la Cgil, siamo una grande organizzazione democratica di massa che ha, come ha sempre avuto, il suo dibattito interno, ma e' unita su questioni di fondo come quelle del sistema contrattuale e della democrazia sindacale''.
30 ottobre 2009
(ASCA)
Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, nel suo intervento a Bologna all'assemblea dei delegati e delle delegate dell'organizzazione di categoria della Cgil. ''Chiederemo quindi - ha aggiunto Rinaldini - , azienda per azienda, alle Rsu di convocare assemblee sul Contratto. E lanceremo una raccolta di firme tra i delegati che rifiutano l'accordo separato e chiedono il referendum. Se, in una consultazione nazionale, i metalmeccanici approvassero l'intesa separata del 15 ottobre, noi ci sentiremmo obbligati a sottoscriverlo. Ma si sappia che, in assenza di un simile voto, noi lavoreremo per far saltare le regole costrittive con cui l'intesa separata del 15 ottobre si propone di limitare il potere contrattuale del sindacato e dei lavoratori.
In questa lotta - ha concluso Rinaldini - abbiamo con noi la Cgil. Perche' noi siamo la Fiom, siamo la Cgil, siamo una grande organizzazione democratica di massa che ha, come ha sempre avuto, il suo dibattito interno, ma e' unita su questioni di fondo come quelle del sistema contrattuale e della democrazia sindacale''.
30 ottobre 2009
(ASCA)
2 commenti:
Rinaldini a Bologna davanti a 5mila delegati: "Faremo saltare l'accordo separato". Dal 9 al 13 novembre scioperi di 4 ore e cortei. Al via anche le firme per il referendum. Epifani: se il governo non fa nulla, la Cgil si mobiliterà.
Scatta la linea dura della Fiom contro l’accordo separato: mobilitazione dal 9 al 13 novembre con un pacchetto di quattro ore di sciopero, manifestazioni e presìdi, che saranno anticipati al 6 novembre a Bergamo, quando nella città lombarda si terrà l’assemblea nazionale dei delegati di Fim e Uilm. Sono soltanto alcune delle decisioni annunciate oggi dal leader delle tute blu Cgil, Gianni Rinaldini, che per circa un’ora ha parlato al Paladozza di Bologna davanti a 5mila delegati Fiom giunti da tutta Italia, interrotto più volte dagli applausi nei passaggi in cui veniva evidenziata la rottura con Cisl e Uil.
“RAPPORTI UNITARI? IPOCRISIA”. L’assemblea Fiom, è stato lo stesso Rinaldini ad annunciarlo dal palco, ha deciso per la “rottura di tutte le relazioni unitarie a partire dalla disdetta del patto di solidarietà”, con la richiesta di far applicare i contratti azienda per azienda attraverso le Rsu. Il conflitto aperto “non si risolve solo in due mesi”, ha aggiunto Rinaldini, sottolineando che per “reggere agli attacchi all’occupazione” degli ultimi mesi il sindacato userà “tutti gli strumenti a disposizione” perché “questa volta ci vogliono far fuori sul serio. Noi quel modello contrattuale lo vogliamo far saltare perché in questo modo viene calpestata la democrazia e la dignità dei lavoratori”. Ormai quella di mantenere rapporti unitari nelle singole aziende “è una pura ipocrisia”, ribadisce il segretario che si dice disposto a “fare di tutto, in trasparenza, affinché i delegati, azienda per azienda, possano convocare come Rsu assemblee rivolte a tutti i lavoratori”.
30-10-200
Dopo l’accordo separato sul contratto della nostra categoria – ha ricordato all’inizio del suo intervento Rinaldini – abbiamo formalmente proposto a Fim-Cisl e Uilm-Uil di fare un referendum, anche ricorrendo a garanti esterni per certificarne il risultato. Negli ultimi due giorni, però, abbiamo ricevuto risposte negative, nel senso che Fim e Uilm non sono disponibili a fare una consultazione tra tutti i metalmeccanici, ma intendono interrogare soltanto i loro iscritti”.
“Deve essere chiaro – ha sottolineato Rinaldini – che quello del 15 ottobre non è un accordo separato come quelli che abbiamo conosciuto in passato. E’ un’intesa il cui carattere negativo è assai più grave, perché definisce un sistema di regole volto a limitare da adesso in poi il potere contrattuale del sindacato e dei lavoratori. E questo lo si vede bene proprio rispetto alla contrattazione aziendale. Infatti, la libertà delle Rappresentanze sindacali unitarie e del sindacato di presentare piattaforme rivendicative a livello aziendale o di gruppo esce fortemente limitata dall’intesa del 15 ottobre. Senza dimenticare, ovviamente, che l’intesa separata colpisce tutta la struttura del Contratto nazionale, a partire da un indebolimento della sua capacità di proteggere il potere d’acquisto delle retribuzioni; come evidenziato, in particolare, dalla soppressione del valore punto”.
“Il punto politico – ha proseguito Rinaldini – è che il Contratto è uno strumento i cui proprietari sono le lavoratrici e i lavoratori. Fim e Uilm hanno disdettato un Contratto ancora vigente senza chiedere nessun mandato ai metalmeccanici, e adesso rifiutano un referendum sull’intesa separata da loro raggiunta con Federmeccanica. Si tratta di un vero e proprio sopruso contro le lavoratrici e i lavoratori”.
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