02 febbraio 2011

CARREFOUR, PREOCCUPA L'INTEGRATIVO


Una parte della Filcams-Cgil: «Richiesta troppa flessibilità ai lavoratori»






MARCON (VE).
Si discute anche all'interno del supermercato Carrefour, al centro commerciale Valecenter, lo schema di accordo già presentato ai sindacati di categoria, del contratto integrativo aziendale, che sta creando una certa preoccupazione.

Un contratto, sottoposto alla consultazione dei quasi 22 mila dipendenti italiani del gruppo leader nella grande distribuzione, che dovrebbe essere ratificato il prossimo 9 febbraio. E' probabile che ci sia, anche all'interno della sede di Marcon, un dissenso serpeggiante tra i lavoratori, che a giorni si riuniranno in assemblea.
Fisascat, Filcams e Uiltucs, ne hanno già discusso con il gruppo francese.
Contraria al modello di contratto che punta sulla flessibilità in tutto e per tutto in cambio di pause retribuite, è invece quella parte della Filcams che si riconosce nella mozione «Cgil che vogliamo».

Il contratto prevede pause pagate (sia con un contratto part-time, sia full-time), come previsto dal precedente contratto integrativo aziendale. E ancora prestazione oraria domenicale e festiva in straordinario retribuita con il 60% di maggiorazione per il periodo natalizio, bonus forfettari negli altri periodi fino a 400 euro, un meccanismo di salario variabile per chi è stato appena assunto legato alla produttività e con la prospettiva di un consolidamento nella retribuzione fissa nel caso la redditività dell'azienda torni ai livelli pre-crisi. La flessibilità è alla base della nuova impostazione, tanto che qualcuno ha azzardato un paragone con Mirafiori, sebbene in un campo diverso.

C'è chi però, non ci sta ed è il caso della mozione «Cgil che vogliamo». «Abbiamo combattuto due anni per via della disdetta unilaterale del contratto, al Carrefour ci sono ancora 35 persone in cassa integrazione a rotazione ogni mese. Il nuovo contratto congela l'erogazione del salario fisso per chi aveva già maturato i requisiti e allarga la forbice tra nuovi e vecchi assunti, per non parlare del fatto che se si deve discutere dell'organizzazione del lavoro, c'è tempo 45 giorni per trovare una intesa con i sindacati altrimenti l'azienda può decidere unilateralmente. Non si può barattare lo stato di crisi perdendo diritti - spiega un rappresentante della mozione «Cgil che Vogliamo» - non ci stiamo, il nuovo contratto aumenta la flessibilità in cambio delle pause retribuite».

In questi giorni è tempo di consultazione tra i dipendenti, la sottoscrizione dell'accordo avverrà il 9 febbraio.


30 gennaio 2011

Marta Artico

La Nuova di Venezia e Mestre

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1 commento:

Anonimo ha detto...

No all’accordo ponte in Coop Estense! NO alla logica di Marchionne!

L'accordo firmato da azienda e sindacati, e che ha fatto accantonare lo sciopero messo in cantiere per la fine dell’anno scorso, vede la nostra più ferma e totale contrarietà.

In primis questo accordo non sgombra il campo dalle proposte avanzate da Coop Estense che avevano fatto proclamare lo stato di agitazione.
Peggio ancora, firmando questo documento ponte, si riconosce la disdetta del contratto integrativo ancora vigente a far data dal prossimo 31 ottobre 2011. In passato anche a fronte di rinnovi contrattuali più lunghi, mai si era arrivati a una disdetta del contratto integrativo (sebbene scaduto come questo) da parte dell’azienda, men che meno con il benestare sindacale. Questo apre un precedente gravissimo perchè azzera tutti i diritti presenti nel vecchio contratto. Esattamente come Marchionne sta facendo in Fiat!

Inoltre gran parte delle assunzioni e dei passaggi da part-time a full-time inseriti in questo pre accordo sono subordinati alla firma del futuro nuovo contratto integrativo. Anche questo è esattamente in linea con la logica di Marchionne dello scambio tra lavoro e diritti. O si accetta di firmare un contratto aziendale nuovo sulla base dei diktat dell'azienda o l'azienda non assume!

A coronamento di tutto ciò viene inserito nell’accordo un “riconoscimento salariale”(chiamarlo aumento sarebbe davvero troppo!), destinato ai soli dipendenti pugliesi, costituito da un buono spesa (naturalmente da usare solo e rigorosamente nei negozi Coop Estense) la cui cifra varia a seconda della effettiva presenza in azienda dei lavoratori. Insomma passa il principio che se ti ammali devi prendere meno soldi...anzi meno buoni spesa!

Con tutto ciò e con solo sei mesi di tempo per trattare (il primo incontro negoziale ci sarà a fine aprile) sarà facile per l’azienda imporre, alla scadenza del termine prefissato del prossimo 31 ottobre, la proposta contrattuale che lei vuole, e cioè quella che solo qualche mese fa abbiamo contestato. D'altronde con questo accordo ponte, se i sindacati non firmeranno il nuovo contratto, i lavoratori rimarranno comunque senza alcun contratto a causa della disdetta già esplicitata del precedente.

Come se non bastasse c’è anche lo pseudo ricatto occupazionale che servirà all’azienda per additare chi non accetterà l’accordo nei tempi prefissati (organizzazioni sindacali o lavoratori) come quelli che sono contro lo sviluppo e l’occupazione. Insomma si alimenterà nuovamente la guerra tra poveri, anche questo esattamente nella stessa logica di Marchionne!

Per queste ragioni dicamo no a questo accordo ponte e chiediamo alla Filcams Cgil di ritirare la firma e di riaprire la trattativa per il rinnovo del contratto aziendale.

Alle consultazioni che si faranno nelle assemblee diciamo tutti assieme

NO all'accordo Ponte!
SI ad un contratto aziendale dignitoso!

Firmato
Gli RSU Filcams-Cgil Coop Estense Modena
aderenti all'Area Programmatica La CGIL Che Vogliamo