28 ottobre 2009

AUTOTRASPORTATORE MUORE SCHIACCIATO DAL SUO CAMION

MILANO
Mentre stava togliendo dei fermi dalle ruote del mezzo,
nei magazzini dell'Esselunga di via Washington



Un autotrasportatore di 45 anni, Claudio B., è morto nel parcheggio di un supermercato Esselunga in via Washington a Milano. Erano le 10,40 di lunedì mattina quando l'operaio, posizionato dietro il camion per togliere dei fermi, è rimasto schiacciato dal mezzo, che si trovava su una rampa, in lieve contropendenza. Il camion, evidentemente non frenato, è arretrato schiacciando l'uomo contro il muro del magazzino. Inutili i soccorsi: il lavoratore è morto sul colpo. Il camionista era un dipendente dell'azienda trasporti Capozi.

CHIUSO IL SUPERMERCATO - Subito dopo l'incidente, secondo il segretario Filcams Cgil di Milano, Sergio Fassina, «i lavoratori hanno chiesto all'azienda la chiusura del punto vendita dando vita a una mobilitazione, sostenuta anche da alcuni clienti, che è durata dalle 14 e 30 alle 16 e 30». Alle 17 il supermercato ha chiuso ma il sindacato ha interpretato il lasso di tempo che è passato dalla morte alla chiusura come «un temporeggiamento che celava la volontà di non chiudere». Interpretazione smentita seccamente dall'Esselunga, secondo la quale «le ore trascorse rappresentano solo la tempistica di cui una grande attività necessita per chiudere i battenti». Intenzione del supermercato sarà anche quella di tenere chiusa la struttura per il giorno dei funerali e di stare vicino alla famiglia della vittima «anche economicamente», hanno detto dall'Esselunga. In relazione all'incidente Esselunga esprime, in una nota, il suo profondo cordoglio e partecipa al lutto che ha colpito la famiglia.

26 ottobre 2009
(ultima modifica: 27 ottobre 2009)

Corriere Della Sera.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stop a Esselunga, consumatori in rivolta
Repubblica — 25 ottobre 2009 pagina 1 sezione: GENOVA

LA BOCCIATURA dello sbarco di Esselunga in via Piave non è piaciuta alle associazioni dei consumatori genovesi. Già in passato la catena di distribuzione aveva tentato di arrivare al mercato genovese con un magazzino che faceva solo la spesa a domicilio, ma aveva presto dovuto rinunciare. Poi era stata individuata la soluzione di via Piave, che ora la Regione contesta perché necessiterebbe di una variante urbanistica. Di fronte a questo nuovo stop le principali organizzazioni che difendono chi sta dietro il carrello della spesa hanno perso la pazienzae chiedono ora un incontro urgente alla Regione per capire quali sono i motivi veri di questi ostacoli. «Il nostro interesse è che anche a Genova si attui una maggior concorrenza nella grande distribuzione - scrivono nella loro lettera Adiconsum, Codacons, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Assoutenti, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori e Acu - perché dove è praticata ne beneficiano i consumatori in termini di maggior offerta e prezzi più convenienti».
NADIA CAMPINI

Anonimo ha detto...

Sabato 31 0ttobre
"Una decisione che penalizza il consumatore e che deve essere ripresa dalla Regione nell’interesse non di gruppi commerciali ma dei genovesi che andando nei supermercati trovano attualmente i prezzi più alti d’Italia". Dalle chiacchiere agli atti ufficiali, dopo una decina di giorni dalla scelta dell’assessore regionale al Commercio Renzo Guccinelli di non concedere la variante paesistica ad Esselunga per realizzare un punto vendita in via Piave ad Albaro, il consigliere regionale Pdl Nicola Abbundo sceglie la strada dell’interventismo. Da ieri è depositata in consiglio regionale un’interrogazione che chiede alla giunta Burlando di prendere nuovamente in mano quella pratica e, contestualmente, rivedere il piano di distribuzione dei centri commerciali da Nervi a Voltri: «É indubbio che la supremazia rappresentata nel capoluogo ligure dai marchi Coop e Basko faccia sì che questi gruppi agiscano in un regime di semimonopolio.
IL GIORNALE