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MPS: Si ai Tremonti Bond
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Sarà pure la storica cassaforte della sinistra, ma Mps, adesso, è l’unica fra le grandi banche italiane a trovare un certo gradimento da parte di Giulio Tremonti. Fatta eccezione per Bpm, Creval e Banco Popolare, il Monte dei Paschi , infatti, si è distinta dalle big. E al contrario dei colossi IntesaSanpaolo e Unicredit, ha detto «sì» ai bond che portano il nome del ministro.
Il responsabile dell’Economia ha fatto capire più volte di guardare di traverso i giganti, mentre le realtà intermedie o piccole rientrano fra le categorie più apprezzate a via Venti Settembre. Sono quelle che, a giudizio di Tremonti, riescono meglio ad affiancarsi alle imprese che bussano allo sportello per i finanziamenti.
Mps ha fatto una scelta di campo, scegliendo di dare il via alle emissioni dei Tre-bond, nonostante debba riconoscere interessi oltre l’8% allo Stato. Fatto sta che il ministro, ora, non vede l’ora di stringere il patto di ferro con Siena. Le obbligazioni speciali saranno sottoscritte di via Venti Settembre entro fine anno, come hanno spiegato ieri i vertici di Rocca Salimbeni illustrando i dati sui dati dei primi nove mesi del 2009. E in attesa che arrivi fieno in cascina (il Tesoro dovrebbe “comprare” circa 1,9 miliardi di titoli Mps), la banca senese registra una trimestrale in linea con l’andamento del settore. L’utile netto è sceso del 40% a 401 milioni. In dettaglio, i conti dei nove mesi hanno visto un calo della gestione finanziaria e assicurativa (i ricavi) del 7,4% a 4,34 miliardi (-5% su dati ricostruiti), su cui hanno pesato perdite su crediti per oltre 1 miliardo (+61,8%) e costi operativi di 2,63 miliardi, in calo dell’8,4% sull’anno precedente.
Nessuna catastrofe, insomma: l’andamento dei conti del Monte risente un po’ degli effetti legati alla crisi finanziaria internazionale. Anche se non mancano dati positivi, come il rialzo del margine di interesse e la tenuta degli impieghi nel trimestre rispetto alle altre banche. Sono le due «belle sorprese» della terza trimestrale di Mps, stando ai commenti degli analisti.
Oltre che sui Tremonti bond, Mps scommette sul taglio dei costi. La riduzione a fine anno dovrebbe attestarsi al 4-5%. Il tutto grazie al completamento della riorganizzazione consequenziale all’incorporazione di Banca Toscana.
Per fare cassa, invece, a breve saranno ceduti i 135 sportelli: in corsa ci sono sempre gli inglesi di Barclays che devono vedersela, però, con la concorrenza agguerrita di IntesaSanpaolo. Per la cessione degli immobili strumentali, invece, nessuna indicazione temporale: manca il via libera della Consob, ma anche questo dossier dovrebbe chiudersi entro l’anno con benefici sui coefficienti patrimoniali. Le cessioni avranno un impatto positivo sugli indicatori patrimoniali da aggiungere a quelli derivanti dall’aiutino del Tesoro. E a quel punto lo scippo di Giulio alla sinistra potrà dirsi concluso.
14 novembre 2009
Francesco de Dominicis
Libero-news.it
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