Un accordo sindacale poco conosciuto permette di usufruire anche di "micropermessi" di 15 minuti e relativi multipli.
"L'accordo infatti permette di usufruire dei permessi individuali anche per soli 15 minuti permettendo così, specialmente a quei Lavoratori con sole 24 ore di permesso annue, di frazionare ulteriormente le ore spettanti e quindi "economizzare" sul montante ore permessi residui."
Venerdì 13 u.s., la scrivente Rsu ha convocato un'assemblea sindacale c/o la sede di Scandicci di Unicoop Firenze. Più alta rispetto alle ultime volte l'adesione dei Lavoratori che, a fronte delle numerose "questioni aperte" con le Direzioni scandiccine, hanno sentito il dovere di dire la loro.
Nei prossimi giorni parleremo di alcune delle questioni trattate e di una simpatica, oltre che sicuramente efficace, iniziativa proposta dalla Rsu e subito accolta con entusiasmo dai Lavoratori.
Ma ciò di cui vogliamo parlare oggi è un argomento trattato in Assemblea e che accomuna TUTTI i dipendenti di Unicoop Firenze: la possibilità di frazionare i permessi individuali per unità minime di 15 minuti.
A seguito di una comunicazione per i Lavoratori della Direzione Commerciale, riguardante la possibilità di poter usufruire dei permessi individuali anche per soli 15 minuti, è emerso che questo diritto non è ancora riconosciuto né agli impiegati della Direzione Logistica, né a quelli della Direzione Servizi Generali.
Sapevamo già in precedenza che anche ai Magazzini e in numerosi pdv di Unicoop Firenze non viene ancora riconosciuta tale possibilità, ed è proprio a fronte di questa diffusa anomalia che ci sentiamo in dovere di scrivere quanto segue.
Esistono unità lavorative della Cooperativa dove, nonostante l'accordo sindacale del 17 novembre 2008, le Lavoratrici e i Lavoratori non possono ricorrere ai permessi individuali per unità inferiori alla mezz'ora.
Ma da adesso non sarà più così. L'accordo infatti permette di usufruire dei permessi individuali anche per soli 15 minuti permettendo così, specialmente a quei Lavoratori con sole 24 ore di permesso annue, di frazionare ulteriormente le ore spettanti e quindi "economizzare" sul montante ore permesso residui.
Se ci sono dipendenti che ancora non hanno questa possibilità sappiano che, in virtù del punto B del suddetto accordo, il quale testualmente recita "La frazione minima oraria è convenuta nella misura di 15 minuti", possono anche loro vedersi riconosciuto questo diritto.
Stampate pertanto l'accordo (disponibile all'interno dell'area download del nostro blog oppure cliccando su questo link), affiggetelo nelle bacheche e mostratelo ai vostri colleghi. Nel caso la Direzione vi negasse ancora tale possibilità, rivolgetevi ai vs rappresentanti sindacali per avere le tutele necessarie.
Le assemblee a questo servono: ad informarsi, confrontarsi con i colleghi ed organizzarsi.
Da oggi, molti Lavoratori hanno un diritto in più!
15 novembre 2009
Blog RSU Uffici di Unicoop Firenze
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Esselunga. Mobbing: la cassiera mente o no?
I responsabili del supermercato negarono davvero alla donna di andare in bagno. Ma per il giudice non è reato
I giornali non hanno dubbi: «La cassiera si inventò tutto». Questi i titoli di oggi che si riferiscono alla vicenda di un’impiegata part time dell’Esselunga di viale Papiniano a Milano, che nel febbraio 2008 denunciò i propri responsabili per mobbing: l’avrebbero costretta a farsi la pipì addosso in cassa negandole per un’ora e mezza il permesso di andare in bagno. La donna (un’italoperuviana di 45 anni) aveva anche denunciato di essere stata picchiata, giorni dopo, da uno sconosciuto nello spogliatoio del supermercato; per le lesioni subite, accertate in pronto soccorso, la prognosi era stata di 10 giorni.
Lunedì 16 novembre arriva la sentenza: il gip Maria Grazia Domanico archivia le accuse contro i responsabili del punto vendita e i mass media applaudono: macché mobbing, la cassiera ha mentito, si è inventata tutto, e oltretutto aveva anche qualche problema personale. Ma è davvero così? Vediamo di ricostruire la vicenda con le stesse parole del giudice che ha archiviato le accuse contro Esselunga. Sicuramente la donna soffriva di disturbi psicologici, per i quali era stata in cura per diversi anni. Questo è assodato. Tuttavia non basta per darle della bugiarda (e ci mancherebbe). Scrive il gip, dicendosi sicura del fatto che le indagini «hanno consentito di ricostruire in termini sufficientemente precisi l’episodio»: la cassiera «ebbe a richiedere per circa un ora e mezza di essere sostituita alla cassa dovendosi recare in bagno», permesso che le fu negato (dunque non mentiva); per il giudice però «a tale condotta non può essere ricondotta alcuna fattispecie di reato». È vero che non poté andare alla toilette per il «no» dei superiori, ma niente di male, era nel loro diritto farlo. Occhio dunque, dipendenti di tutta Italia, se vi scappa la pipì sul lavoro dovete tenervela. Quanto all’episodio dell’aggressione, definita dal giudice «più inquietante» – quindi ci fu, anche questa – «l’autore del fatto non è stato identificato e pertanto va accolta la richiesta di archiviazione».
Il gip – come sottolineano tutti i giornali – non nasconde di condividere «le perplessità del pubblico ministero circa la dinamica dei fatti così come ricostruita dalla vittima», che è spesso caduta in contraddizione raccontando la propria vicenda. Su due punti tuttavia non ci sono dubbi: il divieto di andare in bagno e il pestaggio. Ma che volete: non è mobbing.
Articolo di Gabriella Meroni “Esselunga. Mobbing: la cassiera mente o no?” pubblicato il 17/11/2009 sul sito www.vita.it
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