08 novembre 2009

LO "IUS" DI MPS PROTEZIONE


Ha appena vinto un premio come migliore mutuo anno del 2009, riscuotendo un grande successo commerciale.

Il mutuo Mps Protezione ha permesso al gruppo Monte Paschi di sbaragliare la concorrenza ed erogare oltre 4,5 miliardi di euro di finanziamenti dall'inizio anno. Un dato in netta controtendenza: a fronte di un mercato che flette del 12% nel 2009, le erogazioni di mutui da parte di Mps crescono del 15% rispetto all'anno precedente.

Un gradimento ottenuto soprattutto grazie all'offerta iniziale, che prevedeva un'offerta un tasso variabile con spread (successivamente aumentato) del 1,1% rispetto all'Euribor e con un cap al 5,5%.

Il cap non è altro che un tetto massimo di tasso che il mutuo non potrà oltrepassare, indipendentemente dai possibili rialzi dei tassi di mercato. Un riparo che il cliente comunque paga con uno spread di norma più elevato rispetto a quello previsto dai mutui internaziomnali.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Almeno a giudicare dal tono delle segnalazioni giunte in redazione, dalle quali emerge la preoccupazione dei mutuatari.
"Ma è possibile che una volta stipulato il mutuo, la banca alzi uniteralmente lo spread o il cap?"

Un'apprensione che deriva dalla scoperta, solo al momento della firma davanti al notaio, che la banca " si riserva le facoltà di modificare le condizioni economiche applicate ai singoli contratti di durata posti in essere con il cliente, al quale saranno rese note mediante proposta di modifica unilaterale del contratto, con un preavviso minimo di 30 giorni, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 118 del testo unico bancario".

Il cosiddetto ius variandi. Una clausola che in una nota del 21 febbraio 2007, il Ministero dello Sviluppo ha bocciato, affermando che risultano esclusi dal campo di applicazione dell'art. 118 i contratti di mutuo. Pronunciamento però caduto nel vuoto, stante la prassi ormai consolidata delle banche di inserire la clausola nei contratti di finanziamento. Anche solo per modificare le spese accessorie.
Una questione al centro di un eterno dibattito e che forse, per fare chiarezza, merita un risolutivo intervento legislativo.

"Per quanto ci riguarda - affermano da Mps - ci atteniamo alle disposizioni di Banca d'Italia. Le condizioni soggette a variazioni per giustificato motivo, sono solo quelle relative alle spese accessorie. In nessun caso è ipotizzabile una modifica unilaterale del cap, dello spread o l'inserimento di un floor".

Una clausola, quest'ultima, che impedisce al tasso di scendere sotto un determinato livello e che alcune banche hanno successivamente introdotto facendo appello allo ius variandi.

"Comunque - concludono da Mps - per togliere questo tipo di dubbi, stiamo procedendo con un ulteriore chiarimento all'interno del contratto".

7 novembre 2009

Gianfranco Ursino

"Autogol" - Plus 24 - Il Sole 24 Ore


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