1° Maggio: la Cooperativa Alto Garda ha deciso di tenere aperte due filiali.
Prima ho pensato: non è possibile! Poi ho riletto la lettera intitolata «Il primo maggio la coop ci regala un giorno di lavoro» (l'Adige 27 aprile - Mirko Sighel). Ed era proprio vero: il 1° Maggio - Festa del Lavoro - la Cooperativa Alto Garda ha deciso di tenere aperte due filiali.
Che a farlo sia proprio una cooperativa, che affonda le sue radici nella storia delle coop rosse è da non crederci. Stiamo vivendo un'epoca dove in nome del profitto e della competizione si cancellano storia e memoria, e si buttano alle ortiche gli ideali, i valori le conquiste per cui molti hanno fatto enormi sacrifici e lottato. Ci sono alcune date simbolo che dovrebbero essere ricordate e festeggiate non tanto per portare le famiglie all'ipermercato di turno, ma per rivivere il loro significato profondo. Alcune sono religiose, come il Natale e la Pasqua, altre sono civili come il 25 Aprile, la Festa della Repubblica e appunto il 1° Maggio - Festa del Lavoro.
Fatte le dovute eccezioni e deroghe turistiche, anche le domeniche dovrebbero essere sacre per i credenti e comunque per tutti destinate al riposo, al tempo libero, a stare con la famiglia, gli amici…
Si dice che questo modo di pensare sia «vecchio» perché se non si aprono gli ipermercati nel Trentino la gente va a comperare nel Veronese. Può darsi, ma se vogliamo qualificare l'Autonomia Speciale del Trentino dobbiamo puntare anche su una «qualità speciale» della vita umana individuale e collettiva della nostra Comunità: essere da esempio civile anche in questo campo.
Il 1° Maggio è un fondamento storico della lunga e travagliata storia dell'emancipazione del lavoro. Una storia ancora di estrema attualità e da portare avanti, se solo pensiamo ai nostri milioni di disoccupati, cassaintegrati e a una generazione di giovani precari dal futuro incerto e quasi certamente senza pensioni.
Nel 1890, con una straordinaria solidarietà internazionale, la prima Festa del 1° Maggio fu inaugurata in tutta Europa, negli Stati Uniti, nell'America del Sud e persino in Australia. In Italia ogni manifestazione fu ostacolata con l'esercito e le cariche di cavalleria: a Milano fin dentro la Galleria Vittorio Emanuele. Ci si batteva per le 8 ore di lavoro giornaliere e, come scrive un giornale dei lavoratori dell'epoca questo 1° Maggio era: «Una cosa santa, per tutti i popoli per aprire una nuova era del Lavoro …
Cessino gli operai delle varie nazioni del mondo di classificarsi stranieri gli uni agli altri e affratellati nella sventura, nell'officina come nel campo, imparino ad amarsi e a rivendicare quei diritti che sono di tutti come è la terra che si abita e l'aria che si respira». Parole, che nonostante i loro 120 anni, appaiono ancora oggi di grande significato.
C'è voluto oltre un secolo di lotte per conquistare quei diritti del lavoro che oggi sono sempre più bistrattati. Nel 1890, con le Società di Mutuo Soccorso e le prime Camere del Lavoro, nascevano anche le prime Cooperative. Don Lorenzo Guetti fondava nel Bleggio la prima Cooperativa di Consumo (Famiglia Cooperativa) del Trentino. Un movimento straordinario che s'intrecciava con le prime lotte sociali del mondo del lavoro e si fondava sui valori più alti della solidarietà e della responsabilità fra i soci.
Un modello di lavoro in cooperazione e di gestione democratica, che ambiva essere anche un laboratorio di Comunità più giusta. Un modello cooperativo che non prevedeva ambigue figure di socio-lavoratore usate come espediente per mascherare un rapporto di semplice lavoro dipendente con meno diritti o formulare Cooperative fittizie per gestire al ribasso appalti e subappalti. La Festa del 1° Maggio, deve essere un'occasione per valorizzare e attualizzare il suo significato profondo di solidarietà, dignità della persona e diritto del lavoro. Una Cooperativa che si richiama a questa storia, non può tradire il suo valore e il suo ideale.
Un modello di lavoro in cooperazione e di gestione democratica, che ambiva essere anche un laboratorio di Comunità più giusta. Un modello cooperativo che non prevedeva ambigue figure di socio-lavoratore usate come espediente per mascherare un rapporto di semplice lavoro dipendente con meno diritti o formulare Cooperative fittizie per gestire al ribasso appalti e subappalti. La Festa del 1° Maggio, deve essere un'occasione per valorizzare e attualizzare il suo significato profondo di solidarietà, dignità della persona e diritto del lavoro. Una Cooperativa che si richiama a questa storia, non può tradire il suo valore e il suo ideale.
30 aprile 2010
Sandro Schmid (Ex segretario provinciale della Cgil)
l'Adige.it
1 commento:
Ecco che anche in Liguria Coop alza il tiro...
Ieri mattina, nel mio negozio, è stata esposta la copia della procedura per la riduzione del personale, la maledetta legge 23/07/1991 n. 223, con tanto di versamenti a favore dell'INPS (80.500 euro) a titolo di contributo per l'integrazione salariale per quegli sventurati che per ora non hanno un volto. Potrebbe essere il volto di ognuno di noi.
Si tratta di ben 75 persone che verranno messe in mobilità e/o in cassa integrazione, oppure di contratti che non verranno mai rinnovati. E se qualcuno ancora si illudeva di fare parte di un'azienda immune (ingenuo!) dovrà svegliarsi e aprire bene gli occhi perchè è una realtà che oggi batte il primo, concreto colpo ma che era nell'aria da tempo. Non è affatto consolatorio non sentirmi sorpresa.
Insieme decideremo le mosse future, perchè solo restando TUTTI INSIEME avremo un senso e una speranza.
So che RdB non resterà a guardare, ho fiducia e sono contenta di farne parte.
Ma oggi sono ancora frastornata, amareggiata ed infinitamente triste.
Sono le ore 0,42 del 1° Maggio.
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