08 febbraio 2010

L'AQUILA, INCHIESTA IPERCOOP: PM CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO



A processo due dirigenti comunali e uno provinciale





L'eterno duello fra la Coop e La Margherita, le due grandi catene intenzionate ad aprire a L'Aquila altrettanti ipermercati, finisce in tribunale.

Tutto partì da una denuncia della Margherita spa, assistita dall'avvocato Fausto Corti, che riteneva che il Comune avesse favorito la pratica per l'insediamento della Coop, che avrebbe dovuto realizzare un iper in località Sant'Antonio, rallentando – di contro – il proprio iter burocratico.

Il pubblico ministero, a seguito dell'attività d'indagine portata avanti dal Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza, ha ritenuto valide le argomentazioni della Margherita e ha ora chiesto il rinvio a giudizio per due dirigenti comunali, Lucio Nardis, ancora oggi responsabile dello Sportello Unico per le Attività Produttive – per intenderci, quella struttura alla quale chiunque voglia intraprendere una attività economica deve rivolgersi – e Renato Amorosi, dirigente del Servizio Pianificazione del settore Territorio, e per l'allora direttore generale del Comune Franco Bonanni, oggi dirigente del settore Urbanistica della Provincia. Sono loro che a suo tempo, nei diversi ruoli, si occuparono della vicenda.

Nardis è accusato di aver convocato conferenze di servizi per valutare il solo progetto della Coop senza prendere in considerazione quello della Margherita.Il suo collega Amorosi non avrebbe rilevato come la variante urbanistica non fosse applicabile per la realizzazione di un immobile destinato a sede di grande istribuzione, dal momento che l'area interessata non aveva destinazione commerciale.

Bonanni, avvantaggiando la tempistica della pratica Coop, le avrebbe procurato vantaggio economico e nello stesso tempo un danno alla società rivale.

L'8 marzo ci sarà l'udienza preliminare.


8 febbraio 2010

Abruzzo 24 ore

.

2 commenti:

stefy ha detto...

Unicoop Tirreno. IL CORAGGIO DI RISCHIARE: Dichiarata la nullità dei termini apposti ai contratti stipulati


Roma – martedì, 09 febbraio 2010

Dove non è riuscito il buon senso ha posto rimedio il Tribunale del Lavoro di Roma, riconsegnando ad ALESSIA la dignità di Lavoratrice. Il Giudice, Dott. Anna Baroncini, ha dichiarato la nullità dei termini apposti ai contratti a termine stipulati, a partire dal secondo, con effetti decorrenti dal 16/02/2004 e la costituzione tra le parti di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a decorrere da tale data e ha condannato Unicoop Tirreno a riattivare il rapporto di lavoro e a pagare alla ricorrente le retribuzioni maturate dalla scadenza dell'ultimo contratto, 29 maggio 2007, oltre interessi e rivalutazioni, ed al pagamento dei relativi contributi previdenziali e assistenziali.

La precarietà del lavoro è invisa dal nostro ordinamento nazionale in quanto non garantisce al lavoratore la retribuzione minima sufficiente alla sopravvivenza. Inoltre, non garantisce al lavoratore la possibilità di vivere in maniera libera e dignitosa visto l’assoggettamento, l’insicurezza e l’incertezza che provoca la precarietà. La nostra normativa costituzionale (art. 2 e ss., art. 35 e ss., Cost.) è esplicita in tal senso.

La precarietà è contraria anche alla normativa comunitaria la quale considera i contratti stabili come unica forma di rapporto di lavoro che garantiscono anche la qualità della vita dei lavoratori e che ne migliorano il rendimento (Direttiva Comunitaria n. 70 del 28.6.1999; Accordo Quadro del 18.3.1999).

In base a tutto questo, il contratto di lavoro subordinato, per sua natura, non è a termine.

Un grazie enorme ad Alessia, che nonostante i difficili momenti ormai alle spalle, non ha mai mollato ed ha affrontato le difficoltà con grande dignità, un esempio per tutti noi !!!

Le condizioni di lavoro sempre più gravose, i disagi causati dall’azzeramento dei tempi di vita, l’uso sproporzionato del lavoro a termine e del part- time, che i lavoratori COOP devono subire, sono oramai inaccettabili.

Basta con l’ipocrisia, Basta con i diritti negati. vogliamo democrazia, lavoro stabile, vogliamo che i principi di condotta, presenti nello statuto della coop, siano pienamente e realmente messi in atto.

La RdB ringrazia tutte le Lavoratrici, i Lavoratori, le Delegate ed i Delegati che la sostengono per continuare sulla strada dei diritti e della dignità dei Lavoratori sempre più calpestati in nome del profitto.

OGGI E’ UN GIORNO DI FESTA PER TUTTI NOI, OGGI ABBIAMO AVUTO LA PROVA TANGIBILE CHE LA LOTTA PAGA!!!
INSIEME A TUTTE LE COLLEGHE ED I COLLEGHI
STRINGIAMO IN UN ABBRACCIO AFFETTUOSO ALESSIA !!!

RdB CUB Commercio Turismo Servizi

http://www.confederazionecub.it/index.php?id=949&tx_ttnews[tt_news]=22796&cHash=32a3f31d3a

Anonimo ha detto...

venerdì 05 febbraio 2010
Vogliono distruggere il diritto del lavoro
- Senza limiti l'attacco al diritto e ai diritti dei lavoratori contenuto nella Proposta di Legge “Collegato Lavoro” già approvata dalla Camera e che ora passa al Senato.

Mentre la “politica” è impegnata in discussioni e diatribe senza fine sul tema “giustizia”, nel silenzio più assoluto sta passando in parlamento una legge che ridisegna, o meglio distrugge, l'attuale diritto del lavoro. Il Disegno di Legge “Collegato Lavoro” contiene un insieme di provvedimenti e norme che riducono le competenze del giudice del lavoro e determinano forti limiti all'azione giudiziaria, che impongono l'arbitrato attraverso norme contrattuali specifiche in sostituzione della causa del lavoro.

Questo provvedimento legislativo, già approvato alla camera, passa ora al Senato per l'approvazione definitiva.

Il disegno complessivo del governo nell'ambito del lavoro è chiaro: colpire il sindacato attraverso norme sempre più restrittive e ridurlo a semplice “notaio” delle decisioni prese dalle aziende e dal governo.

S.D.L.