Precariato e sentenze:
Una lavoratrice di Unicoop Tirreno con contratto a termine vede riconosciuto il diritto ad un contratto a tempo indeterminato
Dove non è riuscito il buon senso ha posto rimedio il Tribunale del Lavoro di Roma, riconsegnando ad ALESSIA la dignità di Lavoratrice. Il Giudice, Dott. Anna Baroncini, ha dichiarato la nullità dei termini apposti ai contratti a termine stipulati, a partire dal secondo, con effetti decorrenti dal 16/02/2004 e la costituzione tra le parti di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a decorrere da tale data e ha condannato Unicoop Tirreno a riattivare il rapporto di lavoro e a pagare alla ricorrente le retribuzioni maturate dalla scadenza dell'ultimo contratto, 29 maggio 2007, oltre interessi e rivalutazioni, ed al pagamento dei relativi contributi previdenziali e assistenziali.
La precarietà del lavoro è invisa dal nostro ordinamento nazionale in quanto non garantisce al lavoratore la retribuzione minima sufficiente alla sopravvivenza. Inoltre, non garantisce al lavoratore la possibilità di vivere in maniera libera e dignitosa visto l’assoggettamento, l’insicurezza e l’incertezza che provoca la precarietà. La nostra normativa costituzionale (art. 2 e ss., art. 35 e ss., Cost.) è esplicita in tal senso.
La precarietà è contraria anche alla normativa comunitaria la quale considera i contratti stabili come unica forma di rapporto di lavoro che garantiscono anche la qualità della vita dei lavoratori e che ne migliorano il rendimento (Direttiva Comunitaria n. 70 del 28.6.1999; Accordo Quadro del 18.3.1999).
In base a tutto questo, il contratto di lavoro subordinato, per sua natura, non è a termine.
Un grazie enorme ad Alessia, che nonostante i difficili momenti ormai alle spalle, non ha mai mollato ed ha affrontato le difficoltà con grande dignità, un esempio per tutti noi !!!
Le condizioni di lavoro sempre più gravose, i disagi causati dall’azzeramento dei tempi di vita, l’uso sproporzionato del lavoro a termine e del part- time, che i lavoratori COOP devono subire, sono oramai inaccettabili.
Basta con l’ipocrisia, Basta con i diritti negati. vogliamo democrazia, lavoro stabile, vogliamo che i principi di condotta, presenti nello statuto della coop, siano pienamente e realmente messi in atto.
La RdB ringrazia tutte le Lavoratrici, i Lavoratori, le Delegate ed i Delegati che la sostengono per continuare sulla strada dei diritti e della dignità dei Lavoratori sempre più calpestati in nome del profitto.
9 febbraio 2010
LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI ROMA
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