06 febbraio 2010

MUSSARI (MPS) VERSO LA PRESIDENZA DELL'ABI CON L'APPOGGIO DELLE GRANDI BANCHE



Una saldatura tra le tre prime banche italiane lancia Giuseppe Mussari come il più accreditato candidato alla presidenza dell' Abi



La corsa per rappresentare il mondo creditizio deve ancora partire ufficialmente, entro un mese dovrebbero essere designati i saggi e individuare uno o più pretendenti.

L' elezione vera e propria ci sarà solo a luglio, ma a mettere già il presidente del Monte Paschi di Siena in vista del traguardo è l' accordo sul suo nome raggiunto da Giovanni Bazoli e Alessandro Profumo. Intesa Sanpaolo e Unicredit, sommati alla banca senese, rappresentano più del 40% dell' intera attività nazionale, difficile che un tale blocco possa essere messo in minoranza. I grandi banchieri hanno trovato un' intesa di massima sull' avvocato già presente nel comitato esecutivo dell' Abi. Come dimostra il recente acquisto da parte Intesa Sanpaolo di 50 sportelli Mps, i rapporti con Ca' de Sass sono ottimi, ma Mussari ha convinto lo stesso Profumo.

Finora solo l' azionista principale, la Fondazione Monte Paschi di Siena si è espressa apertamente in suo favore attraverso il presidente Gabriello Mancini. In ambienti bancari si sottolinea come già la composizione del collegio dei saggi potrebbe dare un indicazione della volontà dei grandi gruppi. La "piattaforma" dietro alla candidatura di Mussari si concentra sulla volontà di rinnovare l' associazione, a cominciare dall' evidente cambio generazionale che provocherebbe l' arrivo del cinquantenne Mussari in sostituzione dell' attuale presidente Corrado Faissola, molto apprezzato per il suo ruolo, ma già 75enne.

Il presidente di Mps viene considerato come l' uomo giusto per far recuperare un po' di reputazione al mondo bancario, spesso criticato non solo dalle associazioni dei consumatori, ma dallo stesso governatore della Banca d' Italia, Mario Draghi e dall' autorità Antitrust per la scarsa concorrenza e per il mantenimento di una struttura di commissioni non in linea con il resto d' Europa.

Unicredit si astenne nel 2006 al momento delle prima elezione di Faissola, proprio chiedendo una scelta di maggior "rottura", ma quegli screzi erano stati ricomposti nel 2008 quando il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca era stato riconfermato all' unanimità. Faissola per statuto potrebbe essere riconfermato altre due volte (quindi quattro anni) non può considerarsi completamente fuori gioco. A suo favore giocano sicuramente l' esser riuscito a ricucire il rapporto con il ministro dell' Economia Giulio Tremonti: sotto la sua presidenza si è passati dalla Robin Hood Tax (un aggravio dell' aliquota Ires per gli istituti di credito) del 2008 alle iniziative concordati e apprezzate dal governo: la moratoria dei crediti per le Pmi e per le famiglie che hanno difficoltà a pagare il mutuo, fino ai fondi in collaborazione con la Cassa depositi e prestiti per la ricostruzione in Abruzzo e per la costituzione di fondi a capitale pubblico privato che finanzino i progetti infrastrutturali.

Inoltre Faissola è esponente della più grande banca popolare italiana, cioè dell' altra grande "faccia" del mondo bancario, la vera incognita della candidatura di Mussari sarà quella di far accettare il cambiamento senza provocare spaccatura tra gli istituti.

5 febbraio 2010

Luca Iezzi

La Repubblica

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Intanto Roma torna centrale nello strategie di MPS

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

SESTO FIORENTINO:OCCUPAZIONE COME UN TERREMOTO IL SINDACO TIRA I BILANCI

In due anni persi 4mila posti di lavoro
di SANDRA NISTRI su la Nazione 6/2/2010

LA CRISI non risparmia neanche la Piana, quarto distretto industriale in Italia per numero di attività ed addetti. Parlano chiaro infatti i dati dei Centri provinciali per l’impiego e dell’Inps diffusi ieri dal Comune di Sesto che evidenziano molte ombre e, davvero, ben poche luci, con ben 4000 posti di lavori persi in due anni tra Sesto, Campi e Calenzano: “Il panorama in effetti non è felice- ha sottolineato il sindaco GIANNI GIANASSI- e la fortuna per cui quest’area sta complessivamente reggendo è perché c’è stata, nel passato, una diversificazione delle attività. Le cifre però sono drammatiche: se infatti tra il 2007 ed il 2009 nell’area della Provincia si è assistito ad un pur lievissimo incremento degli avviamenti al lavoro, passati da 185.743 a 186.135 (fra assunzioni a termine e quelle a tempo indeterminato), nei nostri tre Comuni si registra, addirittura, un meno 24%, con un calo da 25.031 assunzioni alle 19.086 dell’anno scorso. Il dato è drammatico per le cessazioni di rapporti di lavoro, dovuti in gran parte al mancato rinnovo di contratti a tempo determinato, che da 13.048 nel 2007 diventano, a distanza di due anni, 33.509 nell’intera area della Provincia mentre nella nostra zona passano dai 2.500 del 2007 ai 6.419 del 2009, che significa, in termini reali, 4mila posati di lavoro in meno.”. Le cose non vanno meglio anche rispetto all’attivazione dei cosiddetti ammortizzatori in caso di crisi aziendale: le domande di mobilità sono infatti aumentate del 105% mentre quelle di cassa integrazione ordinaria sono lievitate del 60% rispetto al 2008 e di oltre il 100% rispetto al 2007. Numeri da record, chiaramente in negativo, anche per le richieste di cassa integrazione straordinaria, compresa quella in deroga, aumentate del 330%, in un solo anno, dal 2008 al 2009.

Anonimo ha detto...

a proposito del sindaco di sesto, uno dei personaggi più torbidi apparsi sulla ribalta politica fiorentina, NONCHE' DIPENDENTE DI UNICOOP FIRENZE, NOTA PER LA SUA POLITICA SOIDALE (E COME NO), ECCO QUA:

Il tempio valdese di Firenze si è trasformato in un centro di accoglienza. Dormono infatti sulle panche dell'antica chiesa valdese di via Micheli 75 rom che sino a cinque giorni fa vivevano nel campo di Osmannoro, tra Sesto Fiorentino e il capoluogo toscano.

“L'ordine di sgombero firmato dal sindaco di Sesto, Gianni Gianassi, è arrivato all'improvviso il 15 gennaio all'alba

– spiega all’agenzia “Nev” Debora Spini, presidente del consiglio della chiesa valdese di Firenze – e due giorni dopo ci siamo trovati di fronte a decine di persone che avevano dormito all'addiaccio e letteralmente non sapevano dove andare. Tra di loro anche un bambino di pochi giorni, un disabile in carrozzella e una donna incinta. La nostra coscienza cristiana ci ha imposto di aprire a chi aveva bussato a molte altre porte, trovandole tutte chiuse. Ora siamo qui, a pregare in una chiesa riempita di materassi e bagagli, con persone abbandonate ed ignorate da sindaci, contenti di aver fatto pulizia ed avere chiuso un campo nomadi”.

IMMAGINATE CHE SE QUESTA ORDINANZA RAZZISTA FOSSE STATA EMESSA DA UN SINDACO DI QUALCHE COMUNE LEGHISTA !