18 marzo 2010

CAMPAINI RILANCIA IL "NO" A NUOVE APERTURE DOMENICALI E CHIEDE AIUTO ALLA CULTURA



Il Presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze lancia un progetto che riporti l'arte, la musica, il teatro, il cinema al centro dell'attenzione della gente e delle istituzioni, coinvolgendo i massimi operatori culturali toscani



UN MESE fa ha detto no ad ulteriori aperture domenicali di centri commerciali e outlet: «Non è utile continuare a lanciare messaggi secondo cui l'attività più ludica ed educativa sia lo shopping». Turiddo Campaini, presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop e dunque imprenditore proprio nel settore della grande distribuzione, adesso va oltre: «E' arrivato il momento di sviluppare un vero e proprio pensiero sugli stili di vita e sulla crescita culturale della Toscana, un'idea il più possibile fuori dalla rincorsa dello sviluppo per lo sviluppo messa in moto dalla crisi».
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Ieri Campaini ha chiamato a raccolta 44 operatori culturali toscani (tra gli altri Maggio Musicale, Pergola, Stensen, Mandela Forum, Saschall, Ex3, Agis, Teatro del Sale, Teatro di Pisa, Sergio Staino, l'attrice Daniela Morozzi, il regista Federico Bondi) per elaborare un progetto condiviso che riporti l'arte, la musica, il teatro, il cinema al centro dell'attenzione della gente e delle istituzioni: «La continua, eccessiva velocità nella ricerca di soluzioni ai problemi ha stravolto il mondo - dice - e fa sì che ci manchi il tempo. Siccome siamo stressati, andiamo a passarlo dove possiamo non pensare. Ma la nostra identità nonè data dalla somma di ciò che consumiamo, come qualcuno pensa. Bensì è il risultato di ciò che siamo». «LA CRISI si affronta meglio se i cittadini sono più attrezzati dal punto di vista culturale - prosegue Campaini - Per questo cerchiamo persone, organizzazioni ed enti disposti a spendersi per un recupero di valori. Qualcuno dirà che faremo la fine di Don Chisciotte, ma noi siamo fortemente convinti delle nostre idee».
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Il dibattito è serrato. Lorenzo Cinatti del Puccini auspica «la nascita di una Fondazione, emanazione della Coop, che sia espressione di tutte le valutazioni messe in campo da Campaini»;
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Riccardo Ventrella (Pergola) invita a far breccia nell'immaginario dei neofiti «portando la cultura nei luoghi da loro frequentati.
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No alla demonizzazione dei centri commerciali», casomai «diamo alla gente gli strumenti culturali per scegliere» dice Stefania Ippoliti di Sistema Toscana Cinema, che aggiunge: «Basta col dover giustificare i nostri investimenti come se fossero colpe. La cultura non va motivata».
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Daniela Morozzi critica lo snobismo degli intellettuali: «Se fatto bene, l'intrattenimento è un ottimo veicolo culturale. Pratichiamolo nelle tivù locali».
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Tutti sono concordi nel sottolineare come l'iniziativa di Unicoop denunci il silenzio assordante della politica in questo settore, «è inquietante che un'impresa faccia ciò che le amministrazioni pubbliche non fanno» dice Cinatti;
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per Staino l'idea di Campaini «è espressione di una crisi a cui non si possono dare risposte tradizionali». Fabio Picchi è colpito «dalla critica violenta che Campaini fa sul consumismo e che è quindi anche autocritica, visto il suo ruolo imprenditoriale. Da oggi parte una vera e propria alleanza emotiva della cultura»;
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Susanna Colombo del Maggio Musicale, che auspica sì un avvicinamento dei giovani ai temi culturali «ma anche degli anziani, spesso chiusi nelle loro case come monadi», elogia il tono del summit, «finalmente non siamo qui per piangere sull'assenza di soldi».
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Campaini conclude: non c'è niente di strano se è un privato a prendere una posizione così netta. «Quando sono nate, le cooperative di consumo avevano il compito di vendere, ma anche di organizzare attività culturali, ricreative, sportive. Noi attualizziamo quel modo di operare».
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16 marzo 2010
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Fulvio Paloscia
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La Repubblica

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1 commento:

Rinaldo in Campo ha detto...

Turiddu......io te l'appoggio.....!!