Il Campaini-pensiero sulle domeniche appare un guazzabuglio in cui ci si appella a valori morali ed educativi, mentre il vero motivo che pare emergere è la non convenienza di Unicoop a nuove aperture domenicali
L'editoriale dell' Informatore Coop è scritto in genere dal genuino ed esilarante Antonio Comerci, ma quando il gioco si fa duro scende in campo Il Grande Capo.
Nel numero di questo mese, appena giunto nelle case, la firma del pezzo di apertura dal titolo La festa è finita, è infatti del Presidente del Consiglio di Sorveglianza dell'Unicoop Firenze, Campaini, il quale ribadisce la posizione ormai arcinota sulle deroghe alle aperture domenicali, già ampiamente comunicata a mezzo stampa e tv, nonché con una lettera ai dipendenti. Una domenica al mese basta e avanza.
"Non è pensabile che le esigenze di due outlet e di quattro centri commerciali condizionino gli abitanti di un'intera regione" tuona il Presidente di Unicoop in uno dei passaggi chiave dell'articolo e prosegue: "Senza contare che spesso l'apertura domenicale non ha un adeguato ritorno economico per gli operatori".
Certo è che qui la logica va proprio a farsi benedire !
Innanzitutto nessuno condizionerebbe gli abitanti della regione i quali consapevolmente ed in completa autonomia, possono decidere come passare la loro domenica; se starsene a casa, andare al cinema o in un centro commerciale.
Inoltre, quelli che vogliono aprire la domenica (outlet e i 4 centri commerciali citati da Campaini, ma ce ne saranno sicuramente altri) il ritorno economico ce l'hanno di sicuro, a meno che non abbiano perso completamente il lume della ragione.
Seguendo il nesso logico del ragionamento del Presidente, chi l'adeguato ritorno economico non ce lo avrebbe, sarebbe proprio Unicoop Firenze. Allora, a questo punto per Campaini è bene che non apra nessuno.
In conclusione, Presidente, evitiamo di ripararci (malamente) dietro a concetti morali per cui è diseducativo "lanciare messaggi secondo cui l'attività più ludica sia proprio quella dello shopping", o addirittura, scrive sempre Campaini nell'articolo e qui siamo al grottesco: "Vuol dire (tenere aperto la domenica - nota Blog) aumentare la frustrazione di chi è invitato continuamente a comprare e i soldi non ce l'ha."
Ma si, impediamo allora anche che la gente che può permetterselo compri auto e vestiti costosi, tanto per risparmiare qualche frustrazione ai meno abbienti!
Insomma, Presidente Campaini, quello di Unicoop è solo un problema di ritorno economico, l'etica lasciamola stare. Nel ruolo dell'educatore/predicatore non è credibile neanche un pò.
Intanto i 19 comuni che sono al tavolo per trattare le deroghe sulle aperture, pare non abbiano raccolto il messaggio di Unicoop, proponendo 22 aperture domenicali. Più quella del santo patrono, ovviamente.
Nel numero di questo mese, appena giunto nelle case, la firma del pezzo di apertura dal titolo La festa è finita, è infatti del Presidente del Consiglio di Sorveglianza dell'Unicoop Firenze, Campaini, il quale ribadisce la posizione ormai arcinota sulle deroghe alle aperture domenicali, già ampiamente comunicata a mezzo stampa e tv, nonché con una lettera ai dipendenti. Una domenica al mese basta e avanza.
"Non è pensabile che le esigenze di due outlet e di quattro centri commerciali condizionino gli abitanti di un'intera regione" tuona il Presidente di Unicoop in uno dei passaggi chiave dell'articolo e prosegue: "Senza contare che spesso l'apertura domenicale non ha un adeguato ritorno economico per gli operatori".
Certo è che qui la logica va proprio a farsi benedire !
Innanzitutto nessuno condizionerebbe gli abitanti della regione i quali consapevolmente ed in completa autonomia, possono decidere come passare la loro domenica; se starsene a casa, andare al cinema o in un centro commerciale.
Inoltre, quelli che vogliono aprire la domenica (outlet e i 4 centri commerciali citati da Campaini, ma ce ne saranno sicuramente altri) il ritorno economico ce l'hanno di sicuro, a meno che non abbiano perso completamente il lume della ragione.
Seguendo il nesso logico del ragionamento del Presidente, chi l'adeguato ritorno economico non ce lo avrebbe, sarebbe proprio Unicoop Firenze. Allora, a questo punto per Campaini è bene che non apra nessuno.
In conclusione, Presidente, evitiamo di ripararci (malamente) dietro a concetti morali per cui è diseducativo "lanciare messaggi secondo cui l'attività più ludica sia proprio quella dello shopping", o addirittura, scrive sempre Campaini nell'articolo e qui siamo al grottesco: "Vuol dire (tenere aperto la domenica - nota Blog) aumentare la frustrazione di chi è invitato continuamente a comprare e i soldi non ce l'ha."
Ma si, impediamo allora anche che la gente che può permetterselo compri auto e vestiti costosi, tanto per risparmiare qualche frustrazione ai meno abbienti!
Insomma, Presidente Campaini, quello di Unicoop è solo un problema di ritorno economico, l'etica lasciamola stare. Nel ruolo dell'educatore/predicatore non è credibile neanche un pò.
Intanto i 19 comuni che sono al tavolo per trattare le deroghe sulle aperture, pare non abbiano raccolto il messaggio di Unicoop, proponendo 22 aperture domenicali. Più quella del santo patrono, ovviamente.
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