26 dicembre 2010

ADDIO ALLE RSU, SOLO CHI FIRMA E' RAPPRESENTATO

Nelle regole della futura newco di Mirafiori si fa riferimento alla legge 300, lo Statuto dei lavoratori.

Sarà l'articolo 19 che stabilirà nella futura joint-venture come sarà definita la rappresentanza sindacale: si prevede la costituzione delle Rsa, rappresentanze sindacali aziendali, composte dai sindacati che firmano gli accordi.

Chi non firma, quindi, è fuori e non può esercitare i diritti sindacali (dai permessi alla facoltà di indire assemblee)


L'avevano messa sul tavolo già dall'inizio della trattativa: la richiesta di nuove regole sulla rappresentanza sindacale in azienda. Un tassello fondamentale per arrivare a quella «governabilità» degli stabilimenti che l'ad di Fiat, Sergio Marchionne, ha sempre messo come condizione per far partire gli investimenti.

Ed il cambiamento ora è arrivato, con il consenso dei sindacati che hanno firmato: Fim, Uil, Fismic e Ugl. Nelle regole della futura newco di Mirafiori si fa riferimento alla legge 300, lo Statuto dei lavoratori. Sarà l'articolo 19 che stabilirà nella futura joint-venture come sarà definita la rappresentanza sindacale: si prevede la costituzione delle Rsa, rappresentanze sindacali aziendali, composte dai sindacati che firmano gli accordi. Chi non firma, quindi, è fuori e non può esercitare i diritti sindacali (dai permessi alla facoltà di indire assemblee).

Un passaggio su cui l'azienda di Torino ha insistito e che è stato uno dei passaggi chiave della trattativa. La necessità dell'ad del Lingotto è di evitare che le organizzazioni contrarie alle intese firmate, in questo caso la Fiom, potessero creare ostacoli all'organizzazione aziendale, penalizzando la produzione (le Rsa saranno paritetiche e dovrebbero raccolgiere 15 rappresentanti a tste tre i quattri firmatari).

La newco di Mirafiori, non applicando il contratto nazionale dei metalmeccanici e non aderendo a Confindustria, si svincola dall'applicazione delle regole dell'accordo tra governo, Confindustria e sindacati del 23 luglio 1993 (e perfezionato nell'accordo interconfederale sulla rappresentanza del 20 dicembre 1993) che prevede le Rsu, rappresentanze sindacali unitarie, aperte a firmatari e no. E questo varrà anche per lo stabilimento di Pomigliano, in quanto la newco non è iscritta a Confindustria e non applica il contratto nazionale. «È una conseguenza naturale della non applicazione dell'accordo del 1993: l'unica regola applicabile diventa l'articolo 19 della legge 300, così come è stato modificato dopo il referendum del 1995», spiega Pietro Ichino, senatore Pd e giuslavorista.

La Rsu è formata da associazioni sindacali che hanno firmato il contratto o che comunque presentino liste corredate da un numero di firme pari al 5% degli aventi diritto (per un terzo è riservata in proporzione ai voti ottenuti a membri eletti o designati dai sindacati che hanno stipulato il contratto nazionale e presentato liste).

I metalmeccanici, in particolare, avevano il patto di solidarietà, siglato tra Fiom, Fim e Uil: veniva garantita una rappresentanza anche a chi non avesse raccolto voti. Ma la Fiom lo ha disdettato nel 2009.

«Le Rsu si basavano su una sostanziale unità d'azione tra le organizzazioni sindacali. Venuta meno questa, si stanno diffondendo di nuovo le rsa, una realtà che è ancora a pelle di leopardo, più diffusa nei servizi e meno nelle industrie», spiega ancora Ichino.

Sempre per garantire la governabilità, nell'accordo di ieri è prevista la clausola di responsabilità: l'impegno delle organizzazioni firmatarie di non proclamare lo sciopero, senza intaccare, viene specificato, il diritto del singolo lavoratore, tutelato dalla Costituzione.

Il tema della rappresentanza sarà sul tavolo del confronto tra Federmeccanica e sindacati sulle regole specifiche per il comparto dell'auto che si è appena avviato (prossimop incontro, il 24 gennaio). Si vedrà se sarà più funzionale la strada delle deroghe o se magari si arriverà a quel contratto dell'auto su cui insiste la Fiat. Sul no dei sindacati già si vede qualche apertura. Sarà una partita dei prossimi mesi.

Potrebbe anche ripartire l'iter di alcuni disegni di legge come quello Ichino: «La mia proposta prevede che i diritti sindacali in azienda vengano ripartiti in proporzione ai consensi nelle elezioni, con l'aggiunta che la coalizione sindacale maggioritaria contratta con efficacia per tutti i dipendenti e la stessa efficacia è attribuita alla clausola di tregua, in modo che le minoranze non possano esercitare un veto. In questo modo verrebbe meno ogni ostacolo all'iscrizione a Confindustria».

24 dicembre 2010

Nicoletta Picchio

Il Sole 24 Ore


3 commenti:

Anonimo ha detto...

La Fiom-Cgil potrebbe dunque morire per mano da lei stessa armata...

Anonimo ha detto...

Credo che ne vedremo delle belle. Ci sarebbe una vastissima area sindacale non adeguatamente rappresentata e questo fatto è potenzialmente una polveriera. del resto, se si ama vincere facile, basta firmare la pappa proposta dal padrone di turno. Cosa che fanno sistematicamente Cisl e Uil.

Anonimo ha detto...

da noi la Cgil fa uguale o no!!!!!