31 maggio 2011

APPALTI IRREGOLARI E OPERAI IN NERO. COOP NEL MIRINO DEI CARABINIERI

I carabinieri del lavoro hanno denunciato 44 imprenditori. Quattro cooperative hanno agito come agenzie per il lavoro pur non avendo le autorizzazioni. Forniti 115 dipendenti alle ditte



Vicenza. Le cooperative si fingevano agenzie di lavoro interinale e somministravano lavoratori alle ditte che avevano bisogno di personale. In questa maniera non solo venivano pagate meno tasse, ma si aggiravano le norme. Senza dire che molti di quegli operai, quasi tutti immigrati, erano assunti in nero.

È quanto hanno accertato, nel corso di un'indagine durata quasi un anno, i carabinieri del nucleo tutela del Lavoro di Vicenza, che hanno segnalato in procura 44 persone. In realtà, i 40 titolari delle attività che usufruivano di quei lavoratori nelle loro ditte hanno già pagato la sanzione penale prevista, e pertanto - come dispone la norma - le loro posizioni saranno archiviate dal pubblico ministero Severi.

COOPERATIVE. Nel mirino dei militari comandati dal maresciallo Anderlini sono finite 4 società cooperative, che in tesi d'accusa sarebbero legate fra di loro. I presidenti sono stati denunciati per appalti irregolari e per aver operato come un'agenzia del lavoro pur senza un'autorizzazione ministeriale. Si tratta di Pietro La Manna, 50 anni, di Caltanissetta, della coop "3 Elle" di Montecchio Maggiore; di Giovanni Marcazzan, 34 anni, di Boscochiesanuova, della "Cooperativa 72" di Verona; di Alessandro Azzolin, 34, di Verona, della "Cooperativa Btl servizi" sempre di Verona, e infine di Ignazio Lamanna, 54, di Catanzaro, della "Cometa" di Verona. Quest'ultima, all'epoca gestita sempre da Ignazio La Manna e da Marcazzan, era stata coinvolta in un'altra indagine negli anni scorsi quando i carabinieri scoprirono che aveva dato lavoro a 318 clandestini.

DITTE. In base a quanto ricostruito, nell'ultimo anno le quattro cooperative - che pur avendo sede nel Veronese agivano prevalentemente nel Vicentino - fornivano operai a varie ditte di Arzignano, Trissino, Cornedo, Gambellara. Lonigo, Chiampo e S. Bonifacio. Si andava dalle lavorazioni plastiche all'agricoltura, dalle concerie alla meccanica. Gli operai restavano dipendenti della cooperativa, ma lavoravano per le ditte (i cui titolari hanno pagato la multa), comportandosi in tutto e per tutto come dipendenti.

ACCUSE. Secondo gli inquirenti, gli operai venivano selezionati dalle cooperative e inviati nelle ditte che ne avevano bisogno. Molti non avevano alcun contratto. Gli appalti stipulati fra coop e ditte erano invece in tesi d'accusa irregolari, perchè non c'era alcuna organizzazione da parte dell'appaltatore, ma l'operaio veniva inserito nel ciclo produttivo come qualunque altro dipendente. In questa maniera venivano violate sia le norme sugli appalti che quelle sulle agenzie di lavoro. I carabinieri hanno verificato una ad una le posizioni dei 115 lavoratori, ai quali fra l'altro non venivano pagati i contributi assistenziali e previdenziali. Non appena l'hanno saputo, tutti i titolari delle 40 ditte hanno pagato.

SANZIONI. Complessivamente, i carabinieri hanno elevato sanzioni per oltre un milione di euro. Si tratta di 420 mila euro di multe (quelle già pagate), 350 mila euro di sanzioni amministrative e 240 mila euro di premi contributivi che mancano all'appello. Fra ditte e cooperative dovranno pagare il dovuto.



31 maggio 2011

Diego Neri

Il Giornale di Vicenza.it

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