DISDETTA del contratto integrativo fuorilegge.
Il colosso della grande distribuzione, Carrefour-Gs, dovrà applicare comunque l'accordo che aveva revocato unilateralmentee riconoscere ai lavoratori del gruppo dai 500 ai 1.000 euro a testa in più.
Il giudice del tribunale del lavoro di Torino ha dichiarato antisindacale la disdetta dell'integrativo nazionale da parte del colosso francese della grande distribuzione. Il provvedimento ha valenza nazionale e riguarda 26.000 lavoratori, di cui 6.500 in Piemonte. Il giudice ha stabilito che Carrefour-Gs dovrà riapplicare il contratto dal giorno stesso in cui e' stato sospeso, cioè dal 10 ottobre. Contro la disdetta i dipendenti avevano fatto due giorni di sciopero nazionale nel mese di ottobre, poi il ricorso, promosso unitariamente dai sindacati torinesi, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisle Uiltucs-Uil, con il sostegno di quelli nazionali.
«Siamo soddisfatti - commenta il segretario generale della Uiltucs Piemonte, Giannantonio Pezzetta - perché si sarebbero persi tutti gli effetti a favore dei lavoratori, prodotti negli anni dalla contrattazione. Ci sarebbe stato il rischio, inoltre, di una ricaduta anche negli altri gruppi della grande distribuzione. Ora dovremo rinnovare il contratto perché era scaduto».
Senza il contratto integrativo - spieganoi sindacati-i lavoratori avrebbero perso una cifra annuale fra i 500 e i 1.000 euro, legata prevalentemente al salario variabile, gran parte delle maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo, la retribuzione delle pause e avrebbero ricevuto il 75 per cento anziché il 100 per cento per la malattia dal quarto al dodicesimo giorno. «La denuncia di attività antisindacale - dice Pezzetta - è dovuta al fatto che, mentre era in corso da quattro mesi una trattativa sugli ammortizzatori sociali e sulla richiesta di deroghe ad alcuni istituti contrattuali in alcuni centri particolarmente colpiti dalla crisi, Carrefour-Gs ha venduto alcuni ipermercati del Sud, in Puglia e Basilicata. Sono così venute meno le ragioni di uno scambio. A quel punto l'azienda ha disdetto il contratto».
La pensano in modo diverso i vertici del colosso della grande distribuzione: «Il giudice ha ritenuto legittima la disdetta del contratto integrativo, ha solo spostato l'efficacia al 31 dicembre 2009», sottolinea Francesco Quattrone, direttore risorse umane di Carrefour. «Dalla lettura completa della sentenza - osserva - si capisce chiaramente che la società ha legittimamente disdettato il contratto e ha tenuto un comportamento corretto. Il giudice non ha mosso alcuna censura al piano aziendale realizzato in favore dei propri collaboratori, ma ne ha spostato l'efficacia al primo gennaio rispettando un accordo tra Confcommercio e confederazioni sindacali per evitare situazioni di crisi nel 2009»
«Siamo soddisfatti - commenta il segretario generale della Uiltucs Piemonte, Giannantonio Pezzetta - perché si sarebbero persi tutti gli effetti a favore dei lavoratori, prodotti negli anni dalla contrattazione. Ci sarebbe stato il rischio, inoltre, di una ricaduta anche negli altri gruppi della grande distribuzione. Ora dovremo rinnovare il contratto perché era scaduto».
Senza il contratto integrativo - spieganoi sindacati-i lavoratori avrebbero perso una cifra annuale fra i 500 e i 1.000 euro, legata prevalentemente al salario variabile, gran parte delle maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo, la retribuzione delle pause e avrebbero ricevuto il 75 per cento anziché il 100 per cento per la malattia dal quarto al dodicesimo giorno. «La denuncia di attività antisindacale - dice Pezzetta - è dovuta al fatto che, mentre era in corso da quattro mesi una trattativa sugli ammortizzatori sociali e sulla richiesta di deroghe ad alcuni istituti contrattuali in alcuni centri particolarmente colpiti dalla crisi, Carrefour-Gs ha venduto alcuni ipermercati del Sud, in Puglia e Basilicata. Sono così venute meno le ragioni di uno scambio. A quel punto l'azienda ha disdetto il contratto».
La pensano in modo diverso i vertici del colosso della grande distribuzione: «Il giudice ha ritenuto legittima la disdetta del contratto integrativo, ha solo spostato l'efficacia al 31 dicembre 2009», sottolinea Francesco Quattrone, direttore risorse umane di Carrefour. «Dalla lettura completa della sentenza - osserva - si capisce chiaramente che la società ha legittimamente disdettato il contratto e ha tenuto un comportamento corretto. Il giudice non ha mosso alcuna censura al piano aziendale realizzato in favore dei propri collaboratori, ma ne ha spostato l'efficacia al primo gennaio rispettando un accordo tra Confcommercio e confederazioni sindacali per evitare situazioni di crisi nel 2009»
8 ottobre 2009
(r.t.)
La Repubblica.it
Esito udienza torino 15 ottobre
1 commento:
CARREFOUR: PIU'DI CENTO ESUBERI NEL MILANESE
Il Carrefour di San Giuliano milanese, sulla via Emilia, ha confermato il numero dei dipendenti che saranno licenziati. 109 esuberi per la provincia di Milano e 14 per il supermercato di San Giuliano.
L’ufficialità della notizia è avvenuta lunedì 26 ottobre dopo l’incontro tra proprietà e controparte sindacale. «Lunedì scorso c’è stato il primo incontro del tavolo che dovrà condurre alle mobilità - ha commentato Filcams, della Cgil di Milano - e il panorama delle scelte comunicate dalla multinazionale resta quello preannunciato all’inizio del mese. Si ragiona quindi su una mole complessiva di tagli pari a poco più di cento unità nei quattro iper milanesi: Assago, il più grande e il più interessato dalle misure di riduzione, Paderno Dugnano, Carugate e San Giuliano Milanese. Le fuoriuscite sono tutte concentrate nel settore centri commerciali, quindi nei poli a marchio diretto Carrefour senza toccare le medie-piccole superfici GS e Diperdì».
Anche se non si sa ancora chi sarà licenziato i tagli riguarderanno in massima parte i cassieri e gli ausiliari della vendita, i tagli non dovrebbero riguardare il personale amministrativo. «Le misure decise dall’azienda interesseranno due tipi di figure su tutte, addetti cassa e addetti esposizione - prosegue ancora la Filcams. Il personale amministrativo, anche perché numericamente meno importante, dovrebbe subire un impatto minore. In ogni caso per il sindacato è priorità assoluta partire, nel determinare i licenziamenti, dalle figure vicine alla pensione o dagli incentivi alla mobilità».
«Anche i consumi alimentari in Italia sono calati in parallelo alla pesantissima congiuntura - ha chiarito l’ufficio comunicazione del supermercato . La spesa alimentare è scesa mediamente dello 0,5 per cento medio rispetto al 2008, e anche noi siamo completamente all’interno di questa tendenza economica».
J.Marfia - MILANO TODAY
7 novembre 2009 20.22
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