12 dicembre 2010

«CHE FA UNICOOP, COPIA IL MODELLO FIAT?»

L'azienda fiorentina vorrebbe creare una new company in cui far confluire i negozi poco redditizi




Diciassette punti vendita in una lista nera e contratto peggiorativo per settanta lavoratori

Una new company in cui far confluire diciassette negozi a marchio "Incoop" sparsi fra le province di Pisa, Prato, Firenze e Arezzo, che sono andati a finire nella lista nera dei cosiddetti punti vendita "non redditizi". Per i relativi circa 70 lavoratori la possibilità di fare una scelta fra due strade obbligate.

Da una parte accettare di essere assunti dalla nuova società (che dovrebbe essere interamente partecipata da Unicoop Firenze), a condizioni però penalizzanti, con un contratto che prevederebbe il passaggio da 37 a 40 ore lavorative settimanali; dall'altra decidere di essere trasferiti ad altro punto vendita, rimanendo però in questo caso normali dipendenti Coop. Il piano di cui Unicoop Firenze conferma l'esistenza, pur negando i connotati lavorativi che i lavoratori vogliono darvi, è stato messo alla berlina proprio dai dipendenti, che sulla loro pagina facebook hanno deciso di pubblicare la lista dei "magnifici 17".

Tra questi ci sono i punti vendita di Fornacette, Tirrenia e Uliveto nella provincia di Pisa, di viale Strozzi a Prato, di Sorgane, Varlungo, Tavarnuzze, Vingone, Badia a Settimo, Fiesole, Colonnata, Compiobbi, Casenuove e Pozzale in provincia di Firenze e di Montevarchi.

Proprio da quest'ultimo punto vendita, dal prossimo mese di gennaio, dovrebbe partire la sperimentazione del nuovo format. «Niente vieta di pensare - scrivono i Lavoratori Unicoop in un acceso editoriale dall'inequivocabile titolo: "Campaini come Marchionne?" - che in futuro possano entrare a far parte della NewCo anche ipermercati o supermercati la cui redditività risultasse negativa o comunque giudicata tale».

Forti perplessità riguardo alla nuova iniziativa del colosso toscano della grande distribuzione sono state espresse anche dai componenti della segreteria provinciale Cgil-Filcams di Arezzo.
«Il sistema contrattuale proposto da Unicoop Firenze per la nuova società risulta fortemente peggiorativo di quello in vigore nel resto della stessa cooperativa; insomma - tagliano corto i sindacalisti in una lettera che è stata siglata unitariamente ed anche indirizzata all'esecutivo nazionale della stessa Filcams-Cgil - una sorta di "modella Fiat Pomigliano" in versione moderata».

12 dicembre 2010

Gabriele Firmani

Il Tirreno


3 commenti:

Anonimo ha detto...

L’IDEA NELLA SOCIETÀ CONFLUIREBBERO 17 MARKET TOSCANI

Modello Marchionne alla Coop: si pensa a una bad company per i negozi meno redditizi

di FABRIZIO MORVIDUCCI — FIRENZE —su la Nazione 14/12/2010

IL MODELLO Marchionne tenta anche Unicoop Firenze. Il colosso della grande distribuzione Toscana (un milione e centomila soci,102 punti vendita, due miliardi e duecento milioni di vendite, quasi ottomila dipendenti) ha presentato ai sindacati un progetto per il riassetto aziendale che strizza l’occhio alle idee del manager del Lingotto.

L’IDEA di partenza alla quale sta lavorando il presidente Turiddo Campaini con il suo staff è questa: creare una new company dove far confluire i punti vendita meno redditizi. In tutto si tratta di 17 piccoli negozi Incoop che si trovano nelle province di Firenze, Prato, Pisa e Arezzo. Una ‘lista nera’ che però rappresenta anche lavoratori, una settantina in tutto, i quali avrebbero due possibilità davanti. Essere assunti dal nuovo soggetto oppure accettare un trasferimento a un altro punto vendita. Il passaggio alla nuova compagnia però determinerebbe un peggioramento delle condizioni lavorative: in particolare significherebbe salire da 37 a 40 ore lavorative e la perdita del contratto nazionale di lavoro del settore cooperativo. Unicoop Firenze conferma l’esistenza di questo piano di lavoro, considerandola però al momento un’ipotesi di partenza al tavolo della trattativa sindacale. I lavoratori però non sembrano così ottimisti, e sul loro blog hanno criticato pesantemente la scelta di Unicoop di creare una nuova società che per il futuro potrebbe inglobare oltre alle Incoop anche ipermercati o supermercati in calodi redditività tanto da diventare una vera e propria bad company. E’ proprio questa l’accusa principale dei lavoratori, ossia di voler marcare per ragioni di profitto ‘i buoni e i cattivi’.
La sperimentazione dovrebbe partire dal punto vendita di Montevarchi, in provincia di Arezzo. Incontri secondo i lavoratori Unicoop si sarebbero tenuti proprio in questi giorni per illustrare al personale il cambiamento.

SULLA PARTENZA di Montevarchi si registra la posizione critica della Filcams Cgil aretina: «Il sistema contrattuale proposto da Unicoop Firenze per la nuova società — si legge in una lettera siglata unitariamente e inviata all’esecutivo nazionale della Filcams — risulta fortemente peggiorativo di quello in vigore nel resto della stessa cooperativa; insomma una sorta di ‘modello Fiat Pomigliano’ in versione moderata». Sul loro blog, una specie di Wikileaks del movimento cooperativo, i lavoratori hanno lanciato l’elenco dei punti vendita che saranno oggetto della ristrutturazione. «Tutti negozi storici — spiegano i lavoratori — tutti punti vendita che il nostro presidente o i suoi dirigenti citano con commozione quando devono parlare dei valori del mondo cooperativo: ossia condizionare coi valori dell’uomo le leggi del profitto».

Anonimo ha detto...

....e bravo il nostro Turiddu-Marchionne-Campaini da Montelupo autore del recente libro "Un'altra vita è possibile"...e speriamo di no...che se campa altri 70 anni noi dipendenti siamo rovinati.

cico ha detto...

dopo averci voluto far comperare il libro per forza il campaini passa dalle parole ai fatti,sono proprio un peso 77 dipendenti che tengono aperti 17 negozi? oppure fra poco tutti e 7,8000,dovremo ripartire da zero per sanare il buco fatto con l affare strategico del monte dei paschi? 2,300milioni persi in borsa? meditate anche voi che non lavorate nei 17 si parte dai piu deboli e poi si passa anche a gli altri ......senza fretta...tocca a tutti