20 dicembre 2010

PAURA COOP: "I NOSTRI POSTI SONO A RISCHIO"

La comunicazione ufficiale del progetto NewCo che inizia col negozio di via Burzagli a Montevarchi sarebbe stato annunciato già dal 9 dicembre scorso in un incontro tra i vertici della direzione e i soci della sezione montevarchina.



LO SPETTRO della privatizzazione si allunga sul punto vendita della Coop di Montevarchi e tra i lavoratori sale la preoccupazione. La notizia, per ora ufficiosa, del progetto di Unicoop Firenze di aprire una società privata in cui far confluire 17 negozi, sarebbe stato annunciato il 9 dicembre in un incontro tra i vertici della direzione e i soci della sezione montevarchina.

Montevarchi addirittura potrebbe essere proprio la realtà capofila dell'operazione, che punta alla creazione di un nuovo format di vendita, basato sulla razionalizzazione degli spazi e della forza lavoro. La comunicazione, prima ancora di diventare ufficiale, ha fatto insorgere i 14 addetti in via Buzagli che temono pesanti ripercussioni salariali e occupazionali.

"Il problema è che sarà adottato un modello contrattuale diverso a quello di oggi. Ma quel che è peggio è che temiamo di andare incontro a una forte riduzione dell'organico, che potrebbe addirittura essere dimezzato, spiega Delia Scala, delegata Cgil del punto vendita. Nella sua voce il timore di perdere il posto di lavoro e i diritti acquisiti. Ma non solo.

"Una scelta politica inaccettabile. Unicoop Firenze, con questa operazione, finisce per privilegiare la logica del profitto, ignorando i principi della solidarietà e della cooperazione a cui si è sempre ispirata. Noi confidiamo in un chiarimento. Per questo abbiamo chiesto un incontro con la società. Vogliamo conoscere i dettagli del progetto. Chiaramente, se non avremo le rassicurazioni necessarie, ci attiveremo e adotteremo tutte le forme di mobilitazione necessarie. D'altronde la società aveva già incassato la bocciatura di Filcams Toscanasull'ipotesi di privatizzare di una serie di punti vendita".

L'ultimatum? A fine mese, subito dopo le feste. Dopo scatterà la protesta.

16 dicembre 2010

P. S.


La Nazione

20 commenti:

mario ha detto...

se non avrte contatti con i soci sarete sempre perdenti dovete capire che la base sociale e l unica che puo in parte far cambiare le idee alla dirigenza

Anonimo ha detto...

I soci sono solo interessati alle offerte, ormai è noto. Dei dipendenti non gliene frega un cazzo. Anche questo è noto. Stanno da sempre con il più forte, altra cosa nota, nonché facile.

Quelli che non si addormentano alle pseudo-riunioni dove alzano la mano quando gli fanno cenno che è il momento di farlo, pur non avendo capito un cazzo di quello che stanno approvando, seguono le indicazioni aziendali decise in anticipo dai vari Campaini, Biancalani ecc.
Roba che neanche la Bulgaria dei tempi d'oro si permetteva.

L'ennesima riprova recente è la riunione di Montevarchi fatta da Forconi, ex capo del personale e membro del cons. di gestione una decina di giorni fa, in cui ha spiegato ai soci il progetto newco di Unicoop FI che coinvolgerà fatalmente la coop di Montecarchi e ovviamente quei dipendenti.

Rezione dei soci? Nessuna. Ovviamente.

mario ha detto...

ma voi dipendenti con i soci ci parlate perche se non ci parlatecome fate a fargli comprendere le vostre possibili ragioni se pensate che il consenso sociale non sia avvertito dai dirigenti unicoop fi vi sbaglite alla grande se non vi fosse l opposizione dei soci i 17 punti vendita sarebbero venduti a privati o chiusi ma i soci nelle riunioni non accettano tale soluzione,quindi tutte le soluzioni adottate dalla dirigenza meno la chiusura e la vendita sono aperte sta a voi buttare il tarlo fra isoci con motivazioni che alla base sociale unicoop siano comprensibili e fattibili senno siete condannati aperdere quanto in certi comuni ci sono oltre il50% degli abitanti maggiorenni soci qualcosa questo vorra dire

Anonimo ha detto...

I soci sono tutti tesserati con lo spi-cgil. la cgil è il sindacato predominante in Unicoop attraverso filcams-cgil. Dunque, le due entità che fanno riunioni nello stesso stanzone, se hanno qualcosa da dire se lo dicano. Le cause che i lavoratori Unicoop hanno vinto, le hanno vinte per merito proprio, dei soci neanche l'ombra.

Anonimo ha detto...

Sono vicino ai lavoratori perche' solo chi prova sulle proprie spalle questo tipo di problema sa che cos'e' la sofferenza,in quanto alle sezioni soci e alla filcams non possono che accettare il volere dell'azienda ormai ce le raccontiamo da tanto tempo le vicende di alcune coop ,e la parola"venduti"sta a significare che hanno entrambi ricevuti favori grandi e convenienti e mettono la dignita' sotto i piedi che vergogna""""""

mario ha detto...

in certi comuni ci sono un numero di pensionti iscritti alla cgli del50% e oltre sulla popolazione totale come anche io ma non pensionato ma iscritto da oltre 30 anni e non capite che fare lotta senza comunicare con la societa civile le nostre se chi lavora nei 17 negozinon riesce a comunicare un giusto motivo di contrarieta etica al comportamento dei dirigenti di unicoop nei loro confronti quello che scrivete su quello blog o che dite nel chiuso delle riunioni sindacali dei cub e soltanto paglia che con il primo vento volera via e nessuno se ne ricrdera ,dovete capire che se i negozi non chiudono e per l opposizione dei soci perche andate o fatevi raccontare cosa e successo a campaini dove e stato a fare le riunioni prospettando la quasi chiusura dei negozi

Anonimo ha detto...

Raccontacelo te cosa è successo alle riunioni dei soci. A noi non risulta che sia successo un bel NULLA.

mario ha detto...

hanno fatto ferro e fuoco perche i punti vendita non venissero chiusi sono volate paroli forti e i dirigenti hanno compreso di non essere in grado di procedere se forse anche volevano farlo

Anonimo ha detto...

Sarà, ma non mi torna. Perché i soci non hanno fatto un comunicato ai giornali allora? Perché non hanno solidarizzato coi dipendenti coinvolti nel progetto? Sono loro che "parlano nel chiuso delle loro riunioni e fanno paglia", per usare una tua frase.

La visibilità sui giornali al progetto NewCo di Unicoop non l'hanno data né i soci, né la colpevole Cgil. Lo hanno fatto i lavoratori responsabili, gli unici che in Unicoop difendono i valori fondativi della Cooperazione.

Se i soci sono contrari al progetto newCo, si palesino.

Anonimo ha detto...

devo dire come dipendente responsabile e preoccupato che e' molto difficile potersi palesare quando si e' circondati dall'omerta' piu' totale, sia che si parli con i sindacati (che a detta loro non sanno niente e sono solo chiacchere allarmiste) sia che si parli con i vertici delle sezioni soci (i quali dicono che queste decisioni a loro non vengono comunicate)
devo dire che sarebbe molto bello e utopico poter "combattere" fianco a fianco con i soci, ma forse caro mario ai soci sono solo le offerte che interessano, per il resto poi...

Anonimo ha detto...

Mario ma lasciala la tessera della cgil tanto si sa che si fanno belli contro marchione ma contro la coppe nulla senno tutti quelli che sono a fare i sindacalisti e li rimettono a tagliare la ciccia ai banco della macelleria e gli tocca di nuovo lavorare..
E poi scusa ma una decisione in merito dei negozi la devono prendere i soci ??
E i lavoratori ?
E la scarsa informazione ( omerta' ) e sudditanza da parte dei sindacati ?
Neanche nella massoneria e nella mafia succede una cosa del genere
ciao

mario ha detto...

nella mia azienda ce ne sono che ragionano come te e sono a volte contro gli accordi della rsu ma quando gli dici di presentarsi alle elezioni per il rinnovo della rsu dicono che non hanno tempo spero che tu non ti comprti come i miei colleghi che spesso brontolano ma quando gli si chiede di impegnarsi non hanno mai tempo pero brontolano

Dino ha detto...

purtroppo nella nostra ce ne sono dimolti che ragionano come te !!!!

mario ha detto...

Gentile socio,
è in corso in queste settimane la trattativa fra la direzione dell’Unicoop Firenze e la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) dei lavoratori della cooperativa, per il rinnovo del contratto INTEGRATIVO aziendale. In pratica si tratta di adattare e migliorare le condizioni contrattuali rispetto a quelle già buone del Contratto collettivo nazionale dei lavoratori delle aziende cooperative. A molti sfugge il fatto che accanto ad una grande cooperativa come la nostra, ci sono anche nel nostro territorio decine di piccole cooperative che permettono una diffusione capillare nel territorio, in piccole e piccolissime realtà dove la presenza del punto di vendita Coop è importante e talvolta l’unico punto di riferimento per gli acquisti. In queste piccole cooperative è applicato il contratto nazionale che garantisce il trattamento giusto ed equo dei lavoratori ed è comunque migliore del contratto nazionale dei lavoratori del commercio, quello applicato nelle aziende private, nei discount e anche in molti supermercati privati.
Nei blog da lei citati si parla furbescamente di punti vendita con “scarsa redditività” e questo per mettere in cattiva luce la cooperativa (che giudicherebbe i punti vendita in base al risultato di bilancio) e per “far paura” ad una buona parte dei lavoratori di super ed iper che un domani potrebbero non avere risultati buoni. Il nostro discorso è diverso.
L’Unicoop Firenze è l’unica grande cooperativa ad avere accanto a moderni punti di vendita efficienti, anche piccoli e piccolissimi negozi, che svolgono un ruolo sociale importante in piccole realtà. Sarebbero anche punti di vendita che hanno un giro d’affari sufficiente ad avere un bilancio non passivo e quindi non pesare sulle spalle degli altri soci e consumatori che comunque pagano quelle perdite che attualmente si registrano. Basterebbe applicare il contratto nazionale, come avviene alle Coop, ad esempio, della Montagna Pistoiese, , Val di Bisenzio e tante altre realtà cooperative. E ci sarebbero frotte di disoccupati disposti a fare domanda di lavoro presso una “nuova compagnia” con alle spalle Unicoop Firenze e un contratto di lavoro firmato e una prospettiva di stabilità, anche se in una situazione un po’ meno “ricca” di quella che hanno i lavoratori della più grande cooperativa d’Italia
Nella trattativa sul contratto integrativo è venuta fuori l’ipotesi di una società distinta, proprio perché un appesantimento degli oneri contrattuali, in questa fase di crisi e ridimensionamento dei consumi, renderebbe ancora più negativi i risultati delle piccole strutture. Ma anche in una ipotesi estrema come questa (ripetiamo: oggetto di trattativa con la rappresentanza sindacale) non c’è, ci sembra, la drammaticità che si vuole dipingere. Si parla di 70 lavoratori coinvolti, su 8.000 dipendenti. E’ possibile non trovare una soluzione giusta e comoda anche per questi colleghi? Quasi tutti i piccoli negozi sono vicini a grandi strutture e il trasferimento da un punto di vendita all’altro è una prassi normale in una rete di vendita, anche in assenza di chiusure. Spesso i lavoratori di piccole strutture abitano lontano dal luogo di lavoro e il trasferimento potrebbe diventare addirittura un avvicinamento fra casa e lavoro.
Gentile sig. Tronci, stiamo parlando di circa 8.000 persone che bene o male godono di una situazione di lavoro stabile, meglio pagato rispetto ai lavoratori del settore, tutelato dalle rappresentanze, e tutto questo non per “grazia ricevuta” ma per un’attenta gestione aziendale e con il concorso di tutte le risorse umane della cooperativa. E’ per preservare questa situazione generale, che possono venir fuori anche ipotesi di società diverse per gestire meglio situazioni particolari come le perdite nei piccoli negozi, che se non risolte possono mettere a repentaglio l’intera struttura.
Ci sono altre soluzioni? Probabilmente sì, e le trattative in corso diranno quali. Questa è la fondamentale differenza etica fra noi e i diktat padronali.

Cordiali saluti

Ufficio Comunicazione Unicoop Firenze
(Feat. Riciardi's Blog)

Anonimo ha detto...

E allora? questo conferma che Unicoop ha in testa il progetto newco, ma i malandrini tacevano con la complicità del sindacato, CGIL in testa, noti bugiardi.

Gli altarini sono stati smascherati, anche grazie a questo blog e i bugiardi e corroti filcams, sputtanati. I soci zitti come sempre in attesa del pacco panettone.

Poi arrivano le comiche. Il comunicato dell'esecutivo sindacale unitario nega una trattativa con unicoop(bugiardi e vili) ma parla vagamente di informativa.

L'Ufficio Comunicazione Unicoop Firenze invece scrive: "Nella trattativa sul contratto integrativo è venuta fuori l’ipotesi di una società distinta, proprio perché un appesantimento degli oneri contrattuali, in questa fase di crisi e ridimensionamento dei consumi, renderebbe ancora più negativi i risultati delle piccole strutture. Ma anche in una ipotesi estrema come questa (ripetiamo: oggetto di trattativa con la rappresentanza sindacale)".

TRATTATIVA MARIO, SVEGLIA!!!
Stanno trattando, ma tutti tacevano. Finché gli altarini sono stati scoperti.

Mi sembri dimolto confuso, Mario. Riposati, vai.

Anonimo ha detto...

Secondo me la coop il socio se l'è inventato. ha scritto domanda e risposta. lo fanno spesso.

Anonimo ha detto...

Con questo sindacato i 17 negozi coop e i loro dipendenti sono messi male. Io farei causa alla filcams per danni materiali, ma soprattutto morali.

mario ha detto...

io lavoro per un azienda privata non sono dipendente coop sono soltanto socio, ma tutti gli anonimi si sono mai candidati alle elezioni per la rsu o ululano alla luna

Anonimo ha detto...

"Io lavoro per un azienda privata non sono dipendente coop"

La confusione sotto questo cielo è totale. E' forse la Coop un'azienda statale?

Un iscritto USB ha detto...

....di quale appesantimento degli oneri contrattuali stai parlando Mario.....che ricadrebbero sui bilanci già in perdita dei 17 negozi incriminati...
Ma lo sai caro Mario con i 300 milioni di Euro che Campaini ha perso in borsa con l'affare Monte dei Paschi di Siena quanti negozi ci risaneresti?